Fare il bagno in mare: una sfida per chi deve fare i conti con la disabilità. Dal diario di Erica Villa

Nemmeno le vacanze sono semplici per una persona con disabilità “a mobilità ridotta” come Erica Villa, una giovane che si sposta sulla carrozzina ed è appassionata di scrittura. Qui di seguito, come in un brano del suo diario personale, ci racconta le sue difficoltà nel potersi concedere un passatempo che ama: fare il bagno in mare. Ci auguriamo che il suo appello accorato faccia nascere tanti piccoli gesti di gentilezza e di solidarietà non solo per lei ma anche per le numerose persone anziane e con disabilità che d’estate cercano un po’ di svago sulle spiagge. L’assistenza “non è dovuta” come spiega Erica, ma sicuramente è gradita ed è un gesto importante per garantire l’accessibilità e l’inclusione, e per dimostrare un certo “spirito di comunità” anche nei momenti di riposo.

Chi mi conosce sa, che ormai da ventitré anni, mi reco ad Andora per i miei due mesi meritati di vacanza.  Io amo molto i bagni in mare perché venendo da Bergamo non lo vedo mai e quindi sfrutto ogni momento libero per immergermi.

Quest’anno, tuttavia, nonostante le legittime richieste di mia mamma ai bagnini per farmi portare in acqua (sono disabile dalla nascita e purtroppo ho bisogno di continua assistenza) nessuno mi ha aiutato.

Il mio sgomento è aumentato quando, leggendo l’ordinanza regionale ho scoperto che non esiste nessuna norma che obblighi i bagnini a trasportare le persone disabili in acqua e debba quindi, ricorrere sempre all’indefesso aiuto dei miei amici, che avrebbero diritto a godersi la vacanza senza pensare ad aiutarmi. Spero che questo mio accorato appello possa far cambiare le cose.

Vorrei fare un po’ di chiarezza sul mio sfogo. Sono come detto ventitré anni che vengo in questa spiaggia e lungi da me non essere felice per ciò che il proprietario ha fatto per me nel passato. Per chi non conosce davvero i fatti forse il mio post precedente è di certo poco esaustivo. Io non necessito di una persona a mio uso personale. Sono disabile ma anche autonoma per una gran parte delle cose e grazie allo spirito di mia madre anche positiva nella mia disabilità.

Succede comunque che non essendo io una piuma non è semplice sollevarmi e accompagnarmi quando desidero fare il bagno, che premetto capita una volta al giorno ed in un orario dove normalmente la gente va a pranzo.

Aggiungo anche il fatto che io arrivo in spiaggia intorno alle 11 poi scendo le scale in assistenza con mia madre e raggiungo l’ombrellone con la carrozzina datami in uso all’interno della spiaggia. Solo in seguito dopo essermi preparata chiedo se sia possibile farmi raggiungere l’acqua. Non chiedo di farlo nell’immediata mia richiesta e normalmente mi veniva risposto se necessario che avrei dovuto aspettare alcuni minuti o più.

Non è certo mai stato un problema anzi ero comunque grata della cosa. Inoltre per rispondere a coloro che scrivono solo per uso dei pollici io non ho mai chiesto al bagnino addetto al trespolo di accompagnarmi in acqua e a nessun altro che fosse coinvolto alla sorveglianza in prossimità della spiaggia.

Di solito lo faceva una persona del personale che era addetta al controllo della stessa. Faccio anche presente che la mia necessità è di circa tre minuti per entrare e tre per uscire forse per uscire anche meno essendo solo da trascinare fuori e raggiungere la pedana che dista circa cinque metri dall’acqua.

Dopo sono o almeno lo è mia madre in grado di portarmi a fare la doccia e a sedermi sul lettino rialzato che è stato realizzato apposta per favorire me e le persone anche anziane e con difficoltà motoria a potersi sedere con meno difficoltà. Questo fa notare l’attenzione posta dal proprietario nei confronti dei suoi clienti.

Qualcuno ha parlato di riduzione di personale ma da ciò che ricordo prima della pandemia e durante il personale è sempre stato lo stesso ed io ricevevo lo stesso trattamento.

Unica differenza anche se magari minima è che ora i bagnini sono addetti al servizio ristoro agli ombrelloni. Comprendo che sia necessario per evitare assembramenti.  Poi il parcheggio disabili difronte all’ingresso non è certo stato realizzato per merito mio ma per necessità e posizione strategica del parcheggio stesso. Perciò evitiamo di dire che sia per mio uso. Del resto non sono l’unica disabile che frequenta la spiaggia.

Come detto grazie a mia madre riesco con lei a fare praticamente tutto ma l’unica cosa che le crea grossissima fatica è il portarmi in acqua perché la mia instabilità per camminare sulla sabbia e uscire dall’acqua le crea uno sforzo esagerato rispetto alle sue forze fisiche, e perciò nel passato abbiamo chiesto e ricevuto assistenza che ribadisco si tratta di circa cinque minuti e non di avere una persona accanto costantemente.

Credo che se avessi bisogno di ciò avrei di certo provveduto a prenderla… non credete? Mi sono dilungata ma anche se a volte ho fatto uso improprio dei social l’ho fatto sempre per portare a conoscenza le persone di alcuni aspetti della vita di una persona con disabilità.

Di certo a volte ne ho fatto uso eccessivo ma sempre in buona fede. Scrivo per esprimere i miei sentimenti e non solo per lucro. Mi piace farlo e se mai dovesse anche portarmi un piccolo aiuto economico perché no! Spero di aver chiarito la questione a molti e se qualcuno si sia offeso o sentito tirato in causa provi a pensare positivo o pensi ciò che vuole.

Un abbraccio a tutti e grazie per il vostro appoggio o anche per le vostre critiche che mi permettono di riflettere ed essere spesso più determinata nelle mie battaglie anche se battaglie non sono.