Romano, in mostra l’arte di Ugo Riva nella Chiesa della Grotta

Straordinaria densità di pathos e suggestioni con un lirismo struggente e un pessimismo attenuato da alcuni segni di speranza. Si presenta così la mostra «Perché mi hai abbandonato? Ugo Riva Scultore», inaugurata sabato pomeriggio scorso nella cinquecentesca Basilica di San Defendente a Romano di Lombardia.

Curata da Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Credito Bergamasco e monsignor Tarcisio Tironi, Direttore del Museo di Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia, quest’esposizione itinerante arriva in una nuova collocazione, nella Chiesa della Grotta interamente allestita.

«È un’opportunità che rafforza il nostro solidalizio con la Fondazione Credito Bergamasco ed è data da un artista che sceglie di porsi all’interno di una chiesa per far sì che le sue opere possano interagire con lo spazio, già in essere di consolazione e di spiritualità», dice monsignor Tarcisio Tironi.

La grotta, un luogo dove inizia il mistero della vita

«Erano vent’anni che sognavo di entrare in uno spazio santo, sacro e quando ho chiesto a don Tarcisio, ho cercato di portare dentro le mie opere con uno stravolgimento assoluto», commenta entusiasta l’artista Ugo Riva. «La grotta mi fa pensare a un luogo dove l’umanità si rifugia nella spiritualità o dove lascia il segno, come se fosse un posto di raccoglimento e di riflessione, ma può anche essere un utero dove inizia il mistero della vita», aggiunge Riva.

«Il percorso con Ugo Riva è cominciato nel pieno della pandemia ed è da quei dialoghi con lui che nascono prima le opere del ciclo A Mezzogiorno si fece buio su tutta la terra che era un omaggio scultoreo al pittore manierista Rosso Fiorentino, ispirandosi al dipinto della Deposizione e poi Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?, un’installazione realizzata appositamente per noi», afferma Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Credito Bergamasco.

Omaggio scultoreo a Rosso Fiorentino

Al primo ciclo, intitolato A Mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, appartengono: Solitudine che omaggia il pittore manierista Rosso Fiorentino; Sine Pietate et Amore Dei che mostra la rappresentazione del dolore per morte violenta; Stabat Mater che unisce la versione laica e sacra della Pietà in quanto si vede dentro un tabernacolo, Maria che tiene Cristo in grembo; Eros e Thanatos – Cleopatra ed Eros e Thanatos – Cristo che mettono al centro del mistero dell’uomo, ovvero Eros rappresenta la pulsione alla vita che implica il principio della sopravvivenza mentre Thanatos la pulsione di morte che rappresenta le tendenze autodistruttive.

All’interno del secondo ciclo appartiene Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ed è un’installazione site-specific molto suggestiva e imponente.

Le due strutture portanti laterali sono costruite con tondini di ferro nervato e rivestite da fogli di rete elettrosaldata a maglia, un materiale impiegato nell’edilizia come armatura per la realizzazione di massetti per pavimenti, solai o muri divisori.

L’antica lampada nella nicchia

La sezione centrale, composta da sottili lastre in ferro tagliato al plasma, collega le due “gabbie” laterali formando una nicchia dove Riva ha collocato un’antica lampada sospensione in ottone cesellato, di quelle che se accese indicano la presenza nel tabernacolo del Santissimo Sacramento.

Un oggetto di pregio, lavorato pazientemente  a mano viene accostato a materiali industriali, non nobili, ma di enorme utilità pratica.  Un grande velo trasparente avvolge quasi completamente la struttura. Si tratta di due reti da pesca, una a maglie sottili e l’altra un po’ più grosse. Le gabbiette da richiamo per uccelli che costellano la struttura di ferro contengono piccole figure umane abbozzate nella terracotta, un materiale che sottolinea la fragilità dell’essere.

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
(2022, terracotta, ferro, reti da pesca, arredo liturgico, gabbie, foglie, 320 × 80 H 300 cm)

Infine, al terzo ciclo ci sono i due Angeli , imponenti originali in terracotta delle due sculture in bronzo e richiamano le divinità benefiche e salvatrici come i Dioscuri, Castore e Polluce.

Angelo di Ugo Riva (2004, terracotta, ferro 175 x 45 x 66 cm – 183 x 50 x 50 cm)

Tutte queste opere sono allestite, all’interno della Chiesa della Grotta, secondo la forma della Messinscena, grazie all’uso materiali eterogenei che si inseguono, si intrecciano e si fondono nell’intento di raccontare una “storia”. Ad esse si aggiunge la monumentale scultura in bronzo e ferro Il Paradiso Perduto che è collocata nella piazza antistante la sede della mostra.

Il Paradiso Perduto di Ugo Riva

In quest’occasione, si è tenuto il concerto «Bach dall’organo all’arco” – Musiche di J.S. Bach (1685-1750)» magistralmente eseguito dall’Orchestra Ensemble Locatelli diretta dal Maestro Thomas Chignoni. Cinque brani del celebre compositore tedesco che sono eseguiti secondo una programmazione sperimentale mai sentita prima: «Ho preso dei brani per organo e li ho arrangiati per un’orchestra di archi, composta da due violini, una viola,  un violoncello piccolo, un fagotto, un contrabbasso e un clavicembalo», spiega Thomas Chigioni, Direttore dell’Ensemble Locatelli.

Orchestra Ensemble Locatelli: Thomas Chigioni direzione; Jérémie Chigioni, Ulrike Slowik: violini; Nicola Sangaletti: viola; Thomas Chigioni: violoncello piccolo; Teun Wisse: fagotto; Carlo Sgarro: contrabbasso; Gabriele Levi: clavicembalo

L’esposizione «Perché mi hai abbandonato?. Ugo Riva Scultore» rimarrà aperta al pubblico fino al 30 luglio 2023, con accesso libero e gratuito, presso la Chiesa della Grotta a Romano di Lombardia: dal lunedì a venerdì dalle 9 alle 12 e il sabato e domenica dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 18. A tutti i visitatori verrà consegnato gratuitamente il catalogo dell’esposizione edito dalla Fondazione Credito Bergamasco.

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