«La festa del Perdono è un giorno che mostra un prodigio e una sorpresa, perché parla del perdono e della misericordia di Dio, che ci unisce anche ai fratelli che ci hanno preceduto. Apriamo anche noi la porta del nostro cuore al perdono e alla misericordia verso tutti».
Nella mattinata di venerdì 2 agosto, nella basilica di Sant’Alessandro in Colonna, il vescovo Francesco Beschi ha presieduto una solenne Concelebrazione eucaristica nella festa del Santo Perdono d’Assisi.
La festa è iniziata con accoglienza della Croce, quindi le riflessioni di fra Giovanni Amisano, guardiano del convento dei Cappuccini di Borgo Palazzo, e il cammino penitenziale «del Santo Passaggio» nelle vie attorno alla basilica. Quindi il rientro per la Messa del vescovo, che all’omelia ha ricordano il dono dell’indulgenza annessa alla festa del Santo Perdono d’Assisi a determinate condizioni.
«L’indulgenza viene concessa in varie occasioni, per esempio nella Domenica della misericordia, istituita da Papa Giovanni Paolo II, e per il Giubileo, cioè l’Anno Santo che si celebrerà nel 2025. L’indulgenza del Perdono d’Assisi va riferita alla figura di San Francesco e alla Porziuncola, dove avviene la consegna dell’indulgenza, che è un grande dono di Dio».
Il vescovo ha poi parlato della Porziuncola, da tempo posta all’interno della basilica di Santa Maria degli Angeli, proponendo tre riflessioni: l’immagine, la porta, il tesoro. Parlando dell’immagine, monsignor Beschi ha ricordato l’origine della festa del Perdono, risalente a una notte dell’anno 1216. Mentre era immerso nella preghiera nella chiesetta della Porziuncola, San Francesco ebbe la visione di Gesù Cristo con accanto la Madre e una moltitudine di angeli che gli chiesero cosa desiderasse per la salvezza delle anime. Il santo chiese che a tutti coloro, pentiti e confessati che avessero visitato la chiesetta, fosse concesso il perdono e la remissione delle colpe.
«L’immagine — ha affermato monsignor Beschi — è la visione avuta da San Francesco nella Porziuncola. Il santo è preoccupato per il mondo, apre i suoi occhi al mondo e la sua richiesta di perdono al Signore è destinata a tutti gli uomini. Solitamente siamo tentati di pensare soltanto alle nostre sofferenze e non a quelle degli altri. Invece la visione di San Francesco è per tutto il mondo. Pensare al perdono e all’indulgenza non significa essere inguaribili ottimisti o persone che si illudono, ma significa essere persone che vedono con gli occhi del Vangelo».
La seconda riflessione riguarda la porta. «Alla Porziuncola la porta è sempre aperta, perché la porta del perdono e della misericordia di Dio resta sempre aperta». Al riguardo, monsignor Beschi ha ripreso le parole di Papa Francesco, quando sottolinea che il Signore non si stanca mai di perdonarci, ma siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono. Inoltre, l’assenza di perdono apre il terreno alla violenza e alla vendetta. «Come dice il Papa, dobbiamo sempre tenere aperta la porta del nostro cuore per offrire il perdono a tutti». L’ultima riflessione riguarda il tesoro del Perdono d’Assisi. «Questo tesoro — ha concluso il vescovo — è la comunione fra noi con Gesù Cristo e con la comunione dei Santi, cioè i nostri cari defunti».
Per tutta la giornata stati circa 3.000 i fedeli entrati nella basilica per il Perdono d’Assisi, provenienti da tutta la Bergamasca, da Comasco, Lecchese, Cremonese, Brianza e Valsassina. Per tutta la giornata è stato possibile iscriversi all’Associazione del Perdono, che ha il fine di celebrare Messe per i defunti. Attualmente gli iscritti sono oltre 33.000.