La biblioteca civica di Vilminore di Scalve si conferma ente promotore di eventi culturali di rara bellezza, predisponendo all’interno della Chiesa dell’Immacolata, dall’11 al 17 agosto, nell’ambito del progetto intitolato Il turismo delle radici, in occasione dell’Anno delle Radici Italiane (2024), una preziosa esposizione delle opere dell’artista Enrico Albrici.
Sarà possibile ammirare quattro bambocciate del noto pittore scalvino (Ballo nuziale all’ombra del fungo; Nani che catturano un gambero; Nano in trappola; Nano salvato), provenienti da collezioni private, e sei riproduzioni d’autore, quest’ultime particolarmente utili per ricostruire l’evoluzione delle tematiche e dello stile albriciani nel corso degli anni, intrattenendo, inoltre, un continuo confronto con ulteriori figure e tendenze pittoriche, coeve o antecedenti, caratterizzate da un intento e da un profilo spiccatamente satirici.
L’edificio religioso predisposto ad accogliere la mostra, annesso alla chiesa arcipresbiteriale plebana di Vilminore di Scalve, consente di unire i differenti aspetti del sacro e del profano, accompagnando e coinvolgendo il visitatore con tutta la sua persona, stimolandone tanto la sensibilità e l’intelligenza artistica quanto l’intimo desiderio di verità e vita.
Nella serata d’inaugurazione, l’11 agosto dalle ore 20:30 alle 22:30, Miriam Romelli, componente della Commissione biblioteca civica di Vilminore, terrà un’introduzione
biografica della figura del pittore, proiettando immagini inedite riguardanti documenti dello stesso (gli atti di battesimo, di matrimonio, dello stato di famiglia e di morte), favorendo una comprensione più articolata e complessa dell’uomo e dell’artista. Seguirà l’intervento di un critico d’arte, chiamato ad illustrare la figura, la qualità delle opere esposte e il lascito albriciani.
La levità del tocco, il senso dell’atmosfera e della luce, il rifiuto di qualsivoglia tenebrosità raffigurativa, l’indugiare bonario sulla semplicità contadina, dando libero sfogo alla propria indole originale, libera ed estremamente fantasiosa, prendono voce e corpo nelle scene dipinte dal Nostro, offrendo al curioso visitatore l’opportunità di riscoprire il genio pittorico dell’Albrici, testimone a colori della società montana del XVIII secolo.
Luca Bugada