Si è concluso alcuni giorni fa l’intenso pellegrinaggio dei giovani a Medjugorje, guidato da don Gabriele Bonzi, direttore Ufficio Pastorale Età Evolutiva (Upee) della Diocesi di Bergamo. Parte del progetto estivo «Questa non è Ibiza», ho intrapreso questo viaggio in compagnia di una ventina di giovani della provincia di Bergamo, di età tra i 19 e i 35 anni, accompagnati oltre che da don Gabriele Bonzi, anche da don Luca Sana e Daniela Sangaletti.
La partenza è avvenuta mercoledì 31 luglio, alle 6:45, dal Centro Oratori di Bergamo e saliti sul bus abbiamo fatto la prima tappa alla Foiba di Basovizza, Trieste, un luogo di memoria e riflessione storica, dove abbiamo letto un messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Dopo un pranzo al sacco, abbiamo proseguito verso Zara, in Croazia, dove la sera, con la guida di Daniela Sangaletti, abbiamo potuto visitare: il Parco Regina Jelena, la Porta di Terraferma, le piazze dei Cinque Pozzi e dei Tre Signori, il foro romano, la Chiesa di San Donato, la Cattedrale di SV. Stošija (S. Anastasia) e le opere architettoniche di Nikola Bašić quali Organo Marino e Saluto al Sole.
Il 1° agosto, ci siamo diretti a Spalato dove abbiamo esplorato il Palazzo di Diocleziano, la Cattedrale di San Dominus, Peristyle Square, l’iconica statua di San Gregorio di Nin e l’esterno del Tempio di Giove. Verso le 11, il gruppo si è suddiviso scegliendo tra il bagno in spiaggia, la visita alla Cattedrale di San Dominus e la camminata verso il Parco Forestale di Marjan. Io ho scelto quest’ultima unendomi ad altri quattro compagni di viaggio. Dopo tanto cammino, siamo finalmente saliti alla cima della collina dove abbiamo potuto ammirare e toccare l’imponente croce bianca, alta 13 metri e costruita nel 2013.
Terminata quest’escursione, abbiamo raggiunto la spiaggia di Bačvice, per un altro momento di mare e nel pomeriggio siamo nuovamente saliti sul bus per arrivare a Medjugorje, in Bosnia Erzegovina. Noto per le apparizioni mariane iniziate nel 1981, questo piccolo villaggio è diventato il luogo di molti pellegrinaggi. A riguardo, nel 2010, il Vaticano, con Papa Benedetto XVI, aveva istituito una commissione su Medjugorje, presieduta dal cardinale Camillo Ruini e composta da vescovi, cardinali, teologi, esperti in mariologia, antropologi e psicologi, che il 17 gennaio 2014, aveva riconosciuto come tali le prime apparizioni tra il 24 giugno e il 3 luglio 1981.
«Ho già partecipato a pellegrinaggi organizzati da Ovet e da anni avevo nel cuore il desiderio di andare a Medjugorje da solo o con un piccolo gruppo», ha detto don Luca Sana, curato della Parrocchia Sant’Alessandro Martire in Grassobbio. Verdiana De Riso di Curno ha poi preso la parola: «Ho partecipato al pellegrinaggio in Giordania e altri; qui a Medjugorje è la mia prima volta e mi ha spinto il desiderio di fare un’esperienza di fede». Gabriele Rossi di Curno ha affermato: «È la prima volta che vengo qui e ho scelto di partecipare perché mi piacciono questo tipo di proposte».
A partire dal 1989, grazie a due frati francescani, Slavko Barbarić e Tomislav Vlašić, si svolge, dall’1 al 6 agosto, il «Mladifest» (trasmesso in modalità streaming sul canale Youtube Mir), il Festival Internazionale della Gioventù. Annualmente, raduna migliaia di giovani cattolici, provenienti da tutto il mondo, momenti di catechesi, testimonianze, preghiera e Adorazione Eucaristica, Messe, recite del Santo Rosario, concerti e pellegrinaggi sui monti Podbro e Krizevac e la possibilità di accostarsi al sacramento della Confessione.
Per Samuele Conti di Cologno al Serio non è la prima volta a Medjugorje, ma la seconda e ha raccontato: «Conoscevo il festival ma non ci ero mai stato, infatti la prima volta che ero stato lì ero molto piccolo». Anche Chiara Piemontese è già stata a Medjugorje: «Sono andata sei anni fa insieme alla mia famiglia, senza però prendere parte al festival; era stato per me un viaggio molto arricchente a livello spirituale e personale e ho deciso così di ritornarci, incuriosita anche dalla presenza di così tanti giovani».
Sia don Bonzi sia Daniela Sangaletti di Cologno al Serio erano già stati al festival. «Io l’ho conosciuto tramite una persona che ci era stata», ha spiegato don Bonzi. Invece Daniela Sangaletti ha risposto: «Ero stata al festival con un gruppo di ragazzi della mia parrocchia ed era stata un’esperienza di fede forte; è sempre bello per chi accompagna vedere che la proposta che hai preparato aiuta a crescere nella fede».
Dopo il check-in all’Hotel Leonardo, siamo andati verso la Sala esterna San Giovanni Paolo II, situata sul retro della Chiesa Parrocchiale di San Giacomo Apostolo, per assistere la messa di benvenuto del «Mladifest». Sull’altare, hanno sfilato con le bandiere e i cartelli, alcuni giovani rappresentanti di ottanta paesi da cui provenivano i 50mila pellegrini presenti e la Santa Messa è stata presieduta da monsignor Francis Assisi Chullikatt, Nunzio Apostolico in Bosnia ed Erzegovina, con la concelebrazione di 640 sacerdoti.
Nell’omelia, monsignor Chullikatt ha esortato i giovani a non avere paura della vita nuova che Gesù offre loro: «Anche se tutto intorno a te, in un attimo, può cambiare, la Parola di Dio, Gesù, rimane fedele, non cambia, trascende la storia, è sempre pronta a guidarti al porto sicuro della salvezza. Solo Lui, l’unico timoniere della barca di Pietro (cfr. Mc 4,38-40), sa guidarvi nei momenti bui e tempestosi verso una scelta sicura di vita: parlare in suo nome, perché non smetterà mai di amarti (cfr. 2Tm 2,13). Egli ti ha sempre amato, perciò ti cerca e parla al tuo cuore perché la fede nasce e cresce dall’ascolto della Parola di Dio (cfr. Rm 10)».
E sul tema di questo 35esimo «Mladifest», «Maria ha scelto la parte migliore», monsignor Chullikat ha aggiunto: «Lascia che sia Gesù la scelta migliore per tutta la tua vita. Portatela nell’anima, annunciatela e vivetela con tutto il cuore, con tutta la forza e con tutta la mente (cfr. Mt 22,35-40; Mc 12,28-31); e testimoniate così al mondo intero la vostra fede, cioè che Gesù è l’unico Salvatore e Redentore dell’umanità!». E ha concluso: «Maria Santissima, icona della Chiesa e immagine dei discepoli di Cristo, chieda Misericordia a Dio perché diventiamo e siamo sempre fedeli discepoli di Gesù Cristo, instancabili messaggeri di pace, di amore, di speranza e della gioia di Cristo nel mondo».
In tarda serata, abbiamo conosciuto gli otto pellegrini di Vilminore di Scalve, con i quali abbiamo condiviso un momento di meditazione e preghiera. «Durante quest’esperienza imparerete a fare una scelta – ha detto don Bonzi – a liberarvi dalle abitudini e abbandonare la comfort zone per lasciarsi stupire, confidando in Dio e nella Provvidenza; suggerisco di equilibrare l’esperienza di gruppo con quella della solitudine e di darvi del tempo».
Mercoledì 2 agosto, siamo partiti alle 8:30 verso l’altare esterno per assistere al programma mattutino del «Mladifest» composto da: preghiera presieduta dal parroco locale, fra Zvonimir Pavičić; la catechesi tenuta da fra Jure Barišić sul tema della confessione e del peccato, ricordando che «se scompare il sacramento della confessione, scomparirà la fede e noi credenti»; le testimonianze di Magnus MacFarlane-Barrow, il fondatore dell’associazione “Mary’s Meals” con suor Medhin Tesfay del Tigray (Etiopia), paese in cui, a causa della recente guerra civile, si stima siano morte 600.000 persone e molte altre siano profondamente traumatizzate; la testimonianza dell’inglese Emmet Dooley, responsabile dell’istruzione e dell’assistenza della “Society for the Protection of Unborn Children”, la più antica organizzazione pro vita del mondo fondata nel 1967.
Nel pomeriggio, io e un piccolo gruppo abbiamo ascoltato altre due testimonianze: la prima della modella e artista musicale Simona Mijoković che ha raccontato la sua conversione dopo una vita segnata da aborti e problemi con la droga e il cantante Michael Russel O’Brien che ha dato testimonianza ai giovani attraverso le sue canzoni.
La sera, abbiamo partecipato alla messa celebrata dal Provinciale della Provincia francescana dell’Erzegovina, Fra Jozo Grbeš, con la concelebrazione di 702 sacerdoti. Nell’omelia ha affrontato la figura della donna quale «importante nella storia del mondo e nella Bibbia» e ha poi dichiarato: «Cari giovani possano questi giorni, questo “Mladifest”, darvi la forza sufficiente affinché possiate andare nelle vostre terre d’origine ed essere testimoni».
Dopo la messa, abbiamo cenato in hotel e, a seguire, io e altri dieci della comitiva, ci siamo recati al monte Podbrdo, conosciuto come la collina delle apparizioni. Brulla e piena di pietre rossastre, abbiamo intrapreso questo ripido sentiero recitando le decine del Rosario. Alla cima, ci siamo raccolti davanti alla statua a grandezza naturale della Madonna, realizzata dall’italiano Dino Felici; una sua copia si trova nel piazzale della Chiesa di San Giacomo. «La collina delle apparizioni è un luogo di vera pace – ha commentato Daniela Sangaletti -; essendoci poca gente è stata vissuta con maggiore intensità la preghiera personale». Anche don Bonzi e Chiara Piemontese hanno apprezzato questo monte, ecco cosa dice Chiara: «La fatica provata nel salire è stata compensata dalla sensazione di pace che ho sperimentato una volta raggiunta la statua di Maria. Lì mi sono sentita abbracciata e accolta da Lei, come se mi stesse aspettando. È stato bello aver risposto alla sua chiamata!».
Giovedì 3 agosto: sveglia presto e andiamo verso l’altare esterno per assistere alla catechesi presieduta da fra Ivan Hrkać, vicario parrocchiale di Medjugorje. Frate Hrkać ha parlato dell’importanza di ascoltare profondamente il Signore, usando l’episodio biblico di Maria e Marta come esempio. Inoltre, ha detto: «Viviamo di fretta, è importante venire e sedersi, rallentare il passo, sostare accanto a Gesù, nella preghiera, nell’Eucaristia e tutto questo significa sedersi vicino ai piedi di Gesù». A seguire, hanno testimoniato Karlo Šego, volontario dell’Associazione “Le Mani di Maria,” fra Zvonimir Pavičić sui Centri della pace, e padre Carlos Pinero Medina, che ha raccontato il suo cambiamento di vita a Medjugorje.
Nel pomeriggio, abbiamo visitato le meravigliose Cascate di Kravica, e in serata partecipato alla Santa Messa presieduta dal Vescovo ausiliare di Washington, Evelio Menjivar-Ayala, concelebrata da 707 sacerdoti.
Nella sua omelia, Menjivar ha parlato di come «il mondo è ferito, che tutti abbiamo bisogno di guarigione, ma sfortunatamente molti di noi sono separati dalla fonte da cui provengono la nostra vita, la nostra forza e la nostra pace». Ha incoraggiato i giovani a diventare «messaggeri di pace, fratellanza e misericordia», dopo questo incontro a Medjugorje. La giornata si è conclusa con una preghiera davanti alla croce e l’adorazione eucaristica con candele.
Venerdì 4 agosto alle 9 abbiamo assistito alla Santa Messa in italiano presieduta dall’Arcivescovo Aldo Cavalli, nominato da Papa Francesco Visitatore Apostolico a Medjugorje. Nella sua omelia ha sottolineato l’importanza della liturgia eucaristica: «L’Eucarestia è Gesù che è presente in corpo, sangue e anima nel pane e nel vino; anche quando è asceso al cielo fisicamente, Gesù è sempre con noi». Sull’adorazione, monsignor Cavalli lo ha definito «un Sacramento reale e sostanziale». Dopo la Messa, abbiamo atteso don Bonzi e monsignor Cavalli; quest’ultimo ci ha parlato della sua esperienza: «Io sono qui da tre anni come visitatore apostolico e penso che Medjugorje sia un luogo di grazia e rinnovamento dove la preghiera è l’unico scopo, tant’è vero che la gente recita il Rosario, va in Chiesa, va alla collina delle apparizioni e si confessa». «Bisogna capire la mentalità e la cultura del luogo in cui si sta – ha sottolineato monsignor Cavalli – perché, quando ero nei Paesi Bassi, all’inizio parlavo di Dio e di Gesù poi, vedendo che “rimanevo solo”, ho cominciato a integrarmi con loro senza nominarLi; a poco a poco sono stati loro stessi a chiedermi della religione e di Dio stesso». «Pensiamo poi alla Bibbia e ai Vangeli quanta tradizione orale c’è: nel 70 d. C., Marco ha in mente un piano per presentare Gesù con un suo Vangelo a cui si ispirano Luca e Matteo, mentre Giovanni è totalmente differente perché non è a tempo ma è a pezzi in quanto si basa sulla contemplazione di Gesù e sui segni quali la croce come gloria di Dio e l’uscita di sangue e acqua dal corpo di Gesù crocifisso che simboleggia la vita e la purificazione», ha concluso monsignor Cavalli.
Da quest’incontro ognuno di noi è rimasto colpito dalla sua umiltà, accoglienza da “nonno” e dalla sua conoscenza. «Mi ha colpito molto la sua attività lì», ha detto Gabriele Rossi; anche Samuele Conti ha commentato: «Mi ha colpito la sua semplicità e il discorso che ha fatto sulla spiegazione della Bibbia».
Nel pomeriggio, abbiamo visitato Mostar, ammirandone il centro storico, il ponte Stari Most e passeggiato nel mercato; poi abbiamo fatto una sosta alla chiesa di Široki Brijeg, ricordando, grazie a un frate del luogo che ci ha mostrato anche il rifugio, i frati trucidati e uccisi dai comunisti tra il 1942 e 1945.
In tarda serata, alle 21, mentre una parte del gruppo è andata in cammino sul monte Krizevac, io e altri della comitiva abbiamo assistito al recital «Ho visto il Signore» a cura della Comunità Cenacolo. Incentrato sulla vita di Gesù è stato un musical molto realistico dalle scenografie ai costumi e alla capacità recitativa degli attori che erano gli ospiti della stessa comunità.
A fine spettacolo è intervenuto sul palco monsignor Cavalli che con entusiasmo ha detto: «Abbiamo imparato come comunicare il Vangelo con questo contenuto incredibile dove Gesù è il Figlio di Dio, Luce del mondo, Salvatore e Redentore; il Vangelo se lo vivete e lo trasmettete con gioia e usando i talenti diventate “migliori” nel lavoro, nello studio e nella vita per servire il bene».
Lunedì 5 agosto, mi sveglio alle 4:30 e, con alcuni miei compagni di viaggio, tra cui don Bonzi, siamo partiti per un breve tratto con il furgone dei pellegrini di Vilminore per il monte Krizevac. Durante la camminata ripida e tortuosa verso il monte, abbiamo recitato la Via Crucis e arrivati alla cima, dove si trova la croce in cemento alta otto metri, ognuno di noi ha posto due sassi come “pesi” da consegnare a Dio. «Più faticosa è stata la salita al Krizevac – ha espresso Daniela Sangaletti – ma la preghiera della Via Crucis, fatta in gruppo, ha dato un senso alla fatica ripagata dalla gioia del Cristo Risorto in vetta». Per Samuele Conti, che ha salito entrambi i monti ha detto: «Mi sono piaciuti entrambi e i momenti di preghiera che abbiamo vissuto qui sono stati molto forti».
Alle 9:10 siamo rientrati in hotel per la colazione e ascoltare altre testimonianze. Quella mattina hanno parlato: John Pridemore che ha raccontato la sua conversione dopo una vita dissoluta e criminale; i coniugi Luigi Lo Mele e Marcella Caricato che hanno narrato la loro storia d’amore che si è rafforzata a Medjugorje. Dopo la preghiera dell’Angelus, siamo rientrati in hotel per il pranzo e nel pomeriggio siamo andati alla spianata per assistere alla presentazione della Società delle Guide per i pellegrini nella parrocchia di Medjugorje con la sua presidente, Vesna Šimić, e Miljenko Miki Musa, un altro membro. Quest’ultimo ha parlato della parte pratica della vocazione di una guida per i pellegrini a Medjugorje. Un’altra testimonianza è stata quella della suora carmelitana Dijana Mlinarić che ha raccontato la sua vocazione e il cammino da religiosa.
A seguire, il Santo Rosario e la messa presieduta dal vescovo di Mostar-Duvno e dall’amministratore apostolico della diocesi di Trebinje-Mrkanj, mons. Petar Palić con la concelebrazione di 684 sacerdoti.
Nell’omelia monsignor Palić ha inizialmente esortato i giovani a scoprire e sviluppare la “parte migliore” che Gesù ha donato loro, come guida per fare le scelte giuste nella vita. Citando la prima lettura, ha ricordato i profeti Geremia e Ananìa: «Come ottimista profeta di salvezza, Ananìa predice pubblicamente la caduta di Babele e la salvezza della Giudea nei prossimi due anni, mentre Geremia mette in scena la rottura del giogo e lo accusa di falsa profezia, annunciando che presto morirà (Geremia 28,15); il fatto che Ananìa muoia due mesi dopo viene interpretato come una conferma della profezia di Geremia sul giudizio». Poi, passa al brano evangelico che parla della moltiplicazione dei cinque pani e dei due pesci, e in quel momento ha detto: «Diamo quel poco che abbiamo e Lui si dona completamente». Infine ha invitato i giovani a essere “apostoli zelanti, veritieri e gioiosi, che predicano e testimoniano il Cristo Risorto più con la vita e meno con le parole».
Alle 21:20, sull’altare esterno, si è tenuta una sfilata con le bandiere dei pellegrini, seguita da un momento di animazione con canti e balli curati dai volontari e dal coro del «Mladifest». Contemporaneamente, sui maxischermi, è stato presentato il tema del «Mladifest 2025», «Andremo nella casa del Signore», che si terrà dal 4 all’8 agosto. Alle 23:30 siamo rientrati in hotel.
Martedì 6 agosto, ci siamo svegliati presto, abbiamo preparato i nostri bagagli e siamo saliti sul bus per salutare Medjugorje. Intorno a mezzogiorno, siamo arrivati al Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice, un’area di straordinaria bellezza in Croazia e Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1979. Abbiamo esplorato il parco a piedi, in traghetto e in trenino, godendoci le magnifiche cascate, i laghi e i boschi, riscoprendo le meraviglie del Creato.
«Ho apprezzato la visita ai laghi di Plitvice – ha detto Chiara Piemontese-, il camminare in mezzo alla natura, tra laghi e cascate mi ha aiutato a a continuare a sperimentare quella sensazione di pace e di leggerezza che avevo provato nei giorni precedenti a Medjugorje».
Dopo questa affascinante escursione, verso le 19:30, siamo risaliti sul pullman e ci siamo diretti al terzo hotel Mirni Kutak, a Otocac, dove abbiamo cenato e trascorso la notte.
Mercoledì 7 agosto, nell’ultima giornata del pellegrinaggio, siamo partiti alle 8:30 per Abbazia, in Croazia, dove abbiamo fatto l’ultimo bagno al mare. Successivamente, ci siamo diretti al Santuario del Monte Grisa a Trieste, noto anche come Tempio Nazionale a Maria Madre e Regina, un esempio di architettura brutalista. All’aperto, abbiamo affrontato un momento di deserto e di condivisione, della propria esperienza di pellegrinaggio e ognuno di noi ha concluso con una parola chiave. Sono state citate: “croce”, “amore”, “calma”, “riconoscenza”, “filo rosso”, “grazie”, “provvidenza”, “umiltà”, “affetto”, “fiducia”, “affidarsi”.
A seguire abbiamo celebrato una messa di ringraziamento presieduta da don Gabriele Bonzi e don Luca Sana. Nell’omelia, don Bonzi ha parlato di Maria che va da sua cugina Elisabetta: «Maria ci va in fretta verso la montagna perché è mossa dalla carità, vuole condividere questa gioia di una maternità inaspettata e confrontarsi con una “madre spirituale”». «Ricordatevi che non troverete la via spianata, ma montagne perciò non abbiate paura», ha concluso don Bonzi.
Al termine, sono stati benedetti i diversi oggetti e verso le 18 siamo risaliti sul bus per raggiungere Bergamo. Durante queste cinque ore, abbiamo ricevuto da Daniela Sangaletti e da don Bonzi una tessera con i cinque sassi della Madonna di Medjugorje e un anello rosario a testa, abbiamo firmato la cartolina da mandare al Vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi (lo scorso 6 agosto ha festeggiato 73 anni) e consegnato i regali a Daniela Sangaletti per il suo compleanno e all’autista Gledi come ringraziamento per la sua professionalità nell’averci accompagnato in questo pellegrinaggio.
In questa circostanza alcuni partecipanti hanno dichiarato cosa si porteranno a casa: per don Sana «la gioia della Chiesa attorno al suo Signore, i giovani in preghiera, le Confessioni e le Comunioni con devozione e profondità»; per don Bonzi «la pace»; per Verdiana De Riso «la luce»; per Gabriele Rossi «la gratitudine per le belle relazioni intessute», per Samuele Conti «i nuovi amici e la voglia di pregare più intensamente». Così come Chiara Piemontese che ha commentato: «Torno a casa con il cuore pieno di gratitudine per l’esperienza vissuta, per i compagni con cui ho condiviso questo cammino e per la fede che ho rafforzato». E poi Daniela Sangaletti è intervenuta così: «Mi porto a casa tanta pace e una bella ricarica di fede data non solo dalle tante preziose parole ascoltate, dalle tante esperienze vissute, dalla preghiera intensa ma soprattutto dalla bella testimonianza di aver condiviso questa esperienza con un gruppo di giovani che hanno saputo stare insieme fin dall’inizio senza conoscersi e che mi hanno dato una stupenda testimonianza della loro fede».
Verso le 21:30, in attesa di raggiungere il Centro Oratori di Bergamo, don Bonzi e altri partecipanti hanno comunicato a voce le prossime proposte di preghiera della pastorale giovanile di Bergamo tra cui: “Trekking spirituale” (dal 20 al 22 settembre); la catechesi “I dieci comandamenti” presso la chiesa dei frati cappuccini di Bergamo; gli appuntamenti mensili de “Giovani in Preghiera”. Per ulteriori informazioni, visitare la sezione delle proposte diocesane per giovani sul sito Upee.