Cercatori di Dio, un percorso su misura per chi ricomincia a credere

Per giovani e adulti che manifestano il desiderio di ricominciare a credere, è frequente il sorgere di domande come “Cosa dobbiamo fare?” o “A chi possiamo credere?”.

I parroci stessi che intercettano queste persone si rendono conto di come la pastorale ordinaria delle parrocchie spesso si dimostri inadeguata ad offrire ciò che loro cercano.

Nasce dal desiderio di farsi carico di queste domande il percorso “Cercatori di Dio”, proposto dall’Ufficio Primo annuncio della Diocesi di Bergamo, dedicato a quanti vengono definiti già da alcuni anni “ri-comincianti” della fede.

Si tratta di persone che sono state battezzate e hanno completato l’iniziazione cristiana, ma hanno poi abbandonato la propria vita di fede, per ragioni diverse.

“Per queste persone ‘ri-cominciare’ a credere significa assumere la propria storia, la propria vita con le esperienze vissute e credere con freschezza e libertà nuove – spiega don Flavio Bruletti, direttore dell’Ufficio Primo annuncio -. I ‘ri-comincianti’ chiedono di incontrare una persona che forse mai hanno davvero sentito come tale: Gesù Cristo. Desiderano che questo incontro cambi la loro vita di ogni giorno e offra loro la possibilità di una vita buona, qui e ora, e insieme la speranza che apra a un nuovo orizzonte per la vita futura”.

“Cercatori di Dio” si propone quindi, dopo aver intercettato il loro cammino, di accompagnarli a riconoscere di nuovo il Signore nella propria vita, oltre che a riscoprirlo presente nella comunità.

Il metodo di cui il progetto si avvale è quello kerigmatico-mistagogico e si articola in due annualità. La prima, dedicata al kerygma, prevede un incontro introduttivo sull’icona biblica di Filippo e l’eunuco (dagli Atti degli Apostoli) e, come contenuti successivi, “Dio ti ama, ora e così come sei”, “Sei peccatore e bisognoso di salvezza”, “Gesù ti ha già salvato”, “Credi, convertiti e proclama Gesù come Salvatore e Signore”, “Ricevi il dono dello Spirito Santo”, e “Vieni e rimani con Gesù nella Comunità”; quello conclusivo è dedicato alla testimonianza dell’incontro con il Risorto.

Nell’anno della mistagogia, invece, gli incontri sono dedicati ai segni della salvezza in mezzo a noi, al pezzato e alla santità, alla riconciliazione, all’Eucaristia e alla testimonianza della propria fede.

In ciascun incontro, dopo il momento di accoglienza e l’invocazione dello Spirito, viene presentato il tema: dapprima si lascia spazio, attraverso il dialogo, al racconto della propria vicenda di fede (la cosiddetta fase proiettiva), quindi si presenta il brano della Parola, unita all’ascolto di alcune testimonianze di fede (fase dell’approfondimento), infine, attraverso la condivisione in piccoli gruppi, avviene la fase della riappropriazione, che permette di maturare uno sguardo nuovo sulla propria fede e avviare un processo di conversione.

“Il fenomeno sempre più in crescita di coloro che, per un evento di Grazia già operante in loro anche se non sempre consapevoli, ri-cominciano a credere per la Chiesa è opportunità di lasciarsi sorprendere, perché l’adesione di una persona alla fede non è mai frutto di conquista o di ingegneria pastorale, ma di quell’incontro con il Cristo di cui essa deve solo, con umiltà, farsi serva”, conclude don Bruletti.