Buongiorno suor Chiara, sta per iniziare il Tempo del Creato, che sollecita una attenzione particolare all’ambiente e alla natura. Come prendersi cura dell’Ecoansia dei giovani, impauriti di fronte alle previsioni e prospettive future?
Grazie e un saluto
Giulio
Caro Giulio, il futuro fa paura veramente ai giovani! La situazione climatica attuale è uno dei motivi per i quali essi non riescono a guardare al domani con speranza e gioia. I disastri ecologici sono sempre più frequenti, a tal punto che il futuro si presenta minaccioso.
“L’ecoansia sta colpendo la salute mentale su larga scala”. Così leggiamo sui giornali e nei vari siti.
Ma cos’è l’ecoansia? È quell’emozione di disagio, di paura, di ansia e di angoscia che i giovani e persino anche i bambini avvertono al solo pensiero di possibili disastri dovuti ai cambiamenti climatici; è una paura cronica che, tuttavia, bisogna accompagnare perché non diventi invasiva e impedisca di vivere. I recenti studi hanno mostrato come tale malessere interessi il 76 % degli studenti.
La percezione di questi giovani è comprensibile e giustificabile, poiché il pericolo in atto è reale, come vediamo concretamente ogni giorno, ma è necessario che siano aiutati a contenerla e a supportarla mettendo in atto alcune strategie.
Il problema, a mio avviso, è che ci sentiamo tutti poco preparati per far fronte a questa sfida che, però, non può lasciarci indifferenti.
Psicologi, pedagogisti, analisti non mancano di offrire il loro contributo sapiente, affinché questa sorta di “patologia” non impedisca ai giovani di pensare in modo positivo al loro futuro e non prenda il sopravvento.
Alcuni consigli condivisi da più parti invitano, innanzitutto, ad avere consapevolezza del proprio disagio, ad impegnarsi personalmente, con abitudine sane e buone, a dare il proprio apporto alla cura del creato; a cercare di avere più informazioni coerenti la realtà ecosistemica così di non abbandonarsi a fantasie irreali; ad allargare la rete dei contatti con altre persone con le quali confrontarsi e arricchirsi vicendevolmente, trovando un modo di agire comune.
L’invito è quello di guardare in positivo quanto sta avvenendo, considerando i cambiamenti climatici non come catastrofi, ma come opportunità che ci mettono in ricerca per trovare modalità diverse di vita: una ricerca faticosa, ma necessaria.
Un’attenzione particolare riguarda anche l’uso del linguaggio che dovrebbe evitare termini come “disastri naturali”! Ciò che sta accadendo ai nostri giorni, infatti, riguarda i “disastri non naturali”, cioè quelli causati dall’uomo.
Sono solamente piccoli consigli suggeriti da persone competenti, a cui affiancare anche una ragione di fede.
Credo che la fede in Dio ci inviti e ci aiuti a guardare al creato e al suo ordine come un bene da accogliere e custodire, secondo il libro del Genesi. Dio è il Signore del creato!
Lasciamoci, allora, illuminare dalla fede, per avere il coraggio, già da oggi, di trovare e attuare scelte che contrastano quanto sta avvenendo, così da andare incontro al futuro con più speranza e fiducia. Il 1° settembre celebreremo la 19° Giornata del Creato dal tema: “Spera e agisci con il creato”. Nel messaggio per questa Giornata papa Francesco ci ricorda che “la salvezza dell’uomo in Cristo è sicura speranza anche per il creato: infatti «anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8,21). Sicché, nella redenzione di Cristo è possibile contemplare in speranza il legame di solidarietà tra gli esseri uomini e tutte le altre creature”.
È uno squarcio di speranza quello citato da papa Francesco, una certezza di fede che illumina il nostro presente e che dischiude cammini di speranza per il futuro.