Buongiorno suor Chiara,
I miei figli hanno litigato per motivi banali e si sono allontanati ormai da diversi anni. Io sono ormai anziano e questa situazione mi rattrista: non riesco mai ad avere la famiglia riunita intorno a me, c’è sempre un po’ di tensione con entrambi quando ci vediamo. Ho provato tanti rimedi, ma non so più che fare. Sono persone di fede, impegnate nelle loro comunità, non riesco a spiegarmi questa ostinazione. Cosa mi consiglia?
Luigi
Caro Luigi, comprendo la tua sofferenza per la tensione che coinvolge le relazioni tra i tuoi figli. Per un genitore anziano il desiderio è di vedere la propria famiglia, i propri figli, vivere in armonia per poter essere di aiuto gli uni agli altri.
Dopo tanto tempo ed energie spese nella loro educazione, nell’accompagnarli a fare le loro scelte e a preparare loro un buon futuro, è legittimo e consolante saperli in accordo e in armonia. Purtroppo a volte questo non accade a causa di problemi seri, di rancori, di invidie o gelosie, di eredità o tanto altro.
Tu dici che hai cercato di porre rimedi a queste tensioni senza alcun buon esito. Caro Luigi, quando i figli erano piccoli i genitori erano il centro del loro universo, ma i figli crescono e tante cose cambiano. A volte le difficoltà nascono proprio dal non voler tenere conto del fatto che i figli sono diventati grandi, realtà dolorosa per un genitore, il quale può essere portato a fare come se nulla fosse cambiato.
Spesso si sente ancora il bisogno di essere al centro delle loro vite, di intervenire per risolvere le loro fatiche, ma senza risultato. Occorre avere il coraggio e il distacco di lasciare, dopo che con delicatezza si è cercato di offrire loro il proprio aiuto, di permettere che i figli si assumano la libertà e la responsabilità di portare anche i propri errori, le proprie fatiche e conflitti: la soluzione deve nascere tra loro, dal loro cuore, la riconciliazione deve essere voluta, scelta, abbracciata, non imposta o favorita dall’esterno.
Tu puoi continuare a generarli nella preghiera, ad accompagnarli con la presenza discreta e accogliente mostrando tutto il tuo amore, favorendo il tuo e il loro bene, perché li reputi persone adulte, autonome e responsabili delle loro esistenze. Ti lascio una bella preghiera di Gibran il profeta, che sicuramente conoscerai: è sempre molto bella e offre stimoli alla riflessione e alla preghiera.
“I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della brama che la vita ha di sé.
Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.
E benché stiano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
poiché essi hanno i propri pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime,
poiché le loro anime abitano la casa del domani
che neppure in sogno potrete visitare.
Potete sforzarvi di essere simili a loro,
ma non cercate di renderli simili a voi.
Poiché la vita procede e non s’attarda su ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli
sono scoccati come frecce viventi.
L’Arciere scruta il bersaglio sul sentiero dell’infinito,
e con la sua forza vi piega e vi tende
affinché le sue frecce vadano veloci e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell’Arciere.
Poiché come ama la freccia che scocca, così Egli ama l’arco che sta saldo”.