Papa Francesco: «Sono vicino ai malati di Sla, e spero che tutta la società civile li sostenga»

«Rivolgo un particolare pensiero a tutti gli ammalati di Sla e, mentre assicuro la mia vicinanza e la preghiera, auspico che tutta la società civile sostenga le loro famiglie ad affrontare tale grave condizione di sofferenza». È il forte appello lanciato oggi dal Papa, al termine dell’udienza generale, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana. «Siamo collegati con i nostri fratelli ammalati», ha detto poi il Papa a braccio rivolgendosi ai malati e ai disabili con le loro famiglie che aveva salutato prima di arrivare in piazza, visto il tempo incerto, e che hanno seguito l’udienza tramite il collegamento video. Papa Francesco ha anche ricordato la figura di San Carlo Borromeo, «intrepido pastore di Milano». «Il suo vigore spirituale – ha aggiunto – stimoli voi, cari giovani a prendere sul serio la fede nella vostra vita; la sua fiducia in Cristo Salvatore sostenga coi, cari ammalati, nei momenti di maggiore difficoltà; e la sua dedizione apostolica ricordi a voi, cari sposi novelli, l’importanza dell’educazione cristiana nella vostra casa coniugale».
Essere vescovi «non è facile». Lo ha detto il Papa ai circa 15mila fedeli presenti in piazza San Pietro, per l’udienza generale di oggi, che è stata una meditazione sul ministero episcopale. «Dobbiamo avere i vescovi – ha esordito Francesco a braccio -. Abbiamo sentito le cose che l’apostolo Paolo dice al vescovo Tito», ha ricordato il Papa riferendosi alla lettura scelta oggi: «Dobbiamo avere i vescovi, e non è facile perché noi siamo peccatori, ma ci affidiamo alla nostra preghiera perché almeno ci avviciniamo alle cose che l’apostolo Paolo dice a tuti i vescovi». «Pregherete per noi?», ha poi chiesto il Papa sempre fuori testo ai fedeli. «Nel vescovo, coadiuvato dai presbiteri e dai diaconi – ha ricordato Francesco – è Cristo stesso che si rende presente e che continua a prendersi cura della sua Chiesa, assicurando la sua protezione e la sua guida».
«Nella presenza e nel ministero dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi – ha proseguito – possiamo riconoscere il vero volto della Chiesa: è la Santa Madre Chiesa Gerarchica». «E davvero, attraverso questi fratelli scelti dal Signore e consacrati con il sacramento dell’Ordine, la Chiesa esercita la sua maternità», ha assicurato il Papa: «Ci genera nel battesimo come cristiani, facendoci rinascere in Cristo; veglia sulla nostra crescita nella fede; ci accompagna fra le braccia del Padre, per ricevere il suo perdono; prepara per noi la mensa eucaristica, dove ci nutre con la Parola di Dio e il Corpo e il Sangue di Gesù; invoca su di noi la benedizione di Dio e la forza del suo Spirito, sostenendoci per tutto il corso della nostra vita e avvolgendoci della sua tenerezza e del suo calore, soprattutto nei momenti più delicati della prova, della sofferenza e della morte».
«Quando Gesù ha scelto e chiamato gli Apostoli, li ha pensati non separati l’uno dall’altro, ognuno per conto proprio, ma insieme, perché stessero con Lui, uniti, come una sola famiglia». A ricordarlo è stato il Papa, durante la catechesi dell’udienza generale di oggi. «Anche i vescovi – ha proseguito – costituiscono un unico collegio, raccolto attorno al Papa, il quale è custode e garante di questa profonda comunione, che stava tanto a cuore a Gesù e ai suoi stessi apostoli». «Com’è bello quando i vescovi, con il Papa, esprimono questa collegialità!», ha esclamato il Papa: «Lo abbiamo sperimentato recentemente nell’Assemblea del Sinodo sulla famiglia. Ma pensiamo a tutti i vescovi sparsi nel mondo che, pur vivendo in località, culture, sensibilità e tradizioni differenti e lontane tra loro, si sentono parte l’uno dell’altro e diventano espressione del legame intimo, in Cristo, tra le loro comunità. E nella comune preghiera ecclesiale tutti i vescovi si pongono insieme in ascolto del Signore e dello Spirito, potendo così porre attenzione in profondità all’uomo e ai segni dei tempi».
 «Sono lieto di annunciare che, a Dio piacendo, il 21 giugno prossimo, mi recherò in pellegrinaggio a Torino per venerare la Sacra Sindone e onorare San Giovanni Bosco, nella ricorrenza bicentenaria della sua nascita». Il Papa l’ha annunciato direttamente ai fedeli, al termine dell’udienza generale di oggi.