Animatori a scuola: il metodo si impara a Mezzoldo

Da domenica 23 a sabato 29 agosto 2015 inizierà presso il rifugio “Madonna delle nevi” di Mezzoldo il corso d’animatore d’oratorio organizzato dall’UPEE (Ufficio pastorale per l’età evolutiva).
Una proposta formativa rivolta agli adolescenti e ai giovani della diocesi di Bergamo nati dal 1997 in su, affinché possano fare esperienza del “metodo dell’animazione” che caratterizza le iniziative degli oratori. Sarà un’occasione per i giovani per lavorare sul proprio vissuto personale, spirituale e animativo, vivendo un’esperienza formativa intensa che li riporti a casa con il desiderio di mettersi a servizio della propria comunità e del proprio Oratorio.
La residenzialità del corso è uno strumento che favorisce corsisti ed animatori nel conseguimento degli obiettivi: si instaurano relazioni significative e si sperimenta una proposta formativa intensa.
«Rispetto agli altri anni il corso è stato rinforzato sulle due direttrici che lo hanno caratterizzato: la parte pastorale e quella personale» sottolinea don Emanuele Poletti, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale dell’età evolutiva (Upee). «In passato il corso era più legato alle tecniche e ai metodi dell’animazione. Oggi puntiamo molto di più sulla progettazione, perché non bastano le tecniche, ma occorre un progetto di vita nell’Oratorio e all’interno della comunità cristiana».
Continua: «L’altro livello di su cui ci si concentrerà il corso è il cammino spirituale e personale di ciascuno degli animatori. Essere un buon animatore in Oratorio significa coltivare la spiritualità e dare senso alla propria vita. Ci sarà un approfondimento personale ulteriore per poter seguire al meglio la propria vocazione».
«Mentre un giovane svolge l’attività di animatore in un villaggio turistico per scelta professionale, colui che sceglie di fare l’animatore in Oratorio deve pensare alla sua scelta come un servizio svolto all’interno della comunità cristiana. Tre regole per n buon animatore-adolescente in Oratorio: mettersi in gioco, esserci, fidarsi del prossimo, dei ragazzi e degli adulti che ti accompagnano».
Un ulteriore grande obiettivo dell’esperienza: porre nei ragazzi la consapevolezza dell’importanza di spendersi con competenza e coraggio.
Concludendo don Emanuele: «Un adolescente può trovare molte testimonianze nel mondo adulto di oggi, forse non emergono in modo così spiccato, ma ci sono. Come dice il proverbio africano “Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”. Dobbiamo interrogarci se gli adulti siano autentici e credibili e avere il coraggio di far emergere gli adulti che sono veri testimoni».