Il vescovo Francesco al Giubileo dei bambini: «Avanti il prossimo! Non lasciamo nessuno da solo. Siamo fatti della stoffa dell’amore»

«Avanti il prossimo!!». Allo stadio tutte le voci risuonavano più squillanti, più profonde. Anche quella del vescovo di Bergamo Francesco Beschi, che al Giubileo dei bambini ha voluto offrire uno slogan forte e semplice: «Facciamoci vicini a chi è solo, a chi è dimenticato, invisibile, non è considerato da nessuno, è disprezzato, abbandonato, e magari ha bisogno solo di un piccolo aiuto, che nessuno gli dà».
È questo il messaggio più forte dell’Anno Santo dedicato alla misericordia. Un messaggio che ieri – una giornata straordinaria di festa per la Chiesa di Bergamo, promossa dall’Upee (Ufficio per la pastorale dell’età evolutiva) -, è passato dall’azione ancora di più che attraverso le parole. A cominciare dall’invasione pacifica della città da parte di 15 mila bambini, ragazzi, papà, mamme, nonni, educatori, catechisti: a distinguerli un foulard colorato, di colori diversi a seconda della zona di provenienza e del settore dello stadio a cui erano destinati, e uno slogan: «Fatti di stoffa preziosa». Un lungo corteo in cammino paziente e pieno di gioia, tra canti, battimani, risate, e un certo batticuore, dato dalla consapevolezza di vivere un momento davvero particolare e straordinario, come in città non se ne vedevano da tempo.
Straordinario, anche se fatto di gesti piccoli e semplici, come il minuto di silenzio che il vescovo ha chiesto per i bambini «morti e feriti per la guerra, la fame, per le malattie, per i viaggi della speranza finiti in disperazione, per tutti i bambini. In questo silenzio il vostro cuore si farà vicino a tutti i bambini del mondo che sono abbandonati».

Ad accompagnare la festa sono state le coreografie interpretate da un centinaio di ragazzi della scuola «La Traccia» di Calcinate, e disegnate dall’insegnante Pier Claudia Molari e da Max Fenaroli, regista del teatro Daccapo.
«Gesù ci insegna a farci prossimo – ha proseguito il vescovo Francesco – e uno dei primi a imparare la sua lezione è stato proprio un ragazzo, che potrebbe essere uno di voi». Il vescovo ha ricordato l’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci: «C’era tanta gente quel giorno e non c’era più pane. E un bambino si è avvicinato a Gesù e ha capito la lezione, ha capito cosa significa essere vicino al prossimo, chiedendo a Gesù che ci fosse pane per tutti».
Al centro sempre la parabola del Buon Samaritano, filo conduttore della lettera pastorale del vescovo «Donne e uomini capaci di carità» e dell’anno del Giubileo. E poi ci sono state le storie dei ragazzi del mondo, per aprire lo sguardo e l’orizzonte della giornata: Achim da Bangui, in Africa, dove Papa Francesco ha aperto la prima Porta Santa, Alan dalla Siberia, Martina da Greccio, in Umbria, e Roberta dal Messico.
«Gesù dice: io non ti lascerò mai solo io ti perdonerò sempre – ha detto, ancora, il vescovo ai bambini – Anche noi passando attraverso questa grande porta vogliamo dire che non lasceremo nessuno solo, non lasceremo soli i nostri amici, i nostri compagni e nemmeno quelli che non conosciamo e che hanno bisogno del nostro aiuto. E perdoniamo come ha fatto Gesù. Non stanchiamoci di offrire questo dono come ha fatto Gesù che è una grande sorpresa, più grande di qualsiasi altra che possiamo immaginarci. Anche noi perdoniamo sempre».
Alla fine non è mancato un momento per dire grazie a tutti coloro che si sono impegnati per la buona riuscita di questa giornata speciale, dagli Amici di Clackson al Seminario, dal teatro Daccapo alla scuola La Traccia, da Comune e Atalanta al Csi, dai volontari delle parrocchie
agli alpini, la Fra. Mar e poi, sul versante della sicurezza, prefettura e forze dell’ordine, i vigili urbani che hanno garantito la viabilità, le autorità presenti sul prato dello stadio, L’Eco di Bergamo e Bergamo tv, che manderà in onda uno speciale sul Giubileo dei bambini sabato prossimo, alle 21.
Lo slogan scritto sui foulard dei bambini e dei ragazzi era «Fatti di stoffa preziosa»: «Sì, è proprio così – ha concluso il vescovo -, siamo fatti della stoffa dell’amore, ed è la grande gioia, il grande Giubileo».