“Sono molto grato per la condivisione che abbiamo avuto la grazia di vivere – ha affermato il Pontefice rivelando il clima di fraternità dell’incontro -.
Ci siamo aiutati a riscoprire la nostra presenza di cristiani in Medio Oriente. Essa sarà tanto più profetica quanto più testimonierà Gesù Principe della pace”. L’impegno comune delle Chiese è totale: “Noi ci impegniamo a camminare, pregare e lavorare, e imploriamo che l’arte dell’incontro prevalga sulle strategie dello scontro, che all’ostentazione di minacciosi segni di potere subentri il potere di segni speranzosi”.
E chissà se a qualche grande leader mondiale e internazionale saranno fischiate le orecchie quando Papa Francesco ha cominciato a illustrare le conseguenze delle guerre in Medio Oriente, sofferte soprattutto dalla “povera gente”. Perché la guerra “è figlia del potere e della povertà e si sconfigge rinunciando alle logiche di supremazia e sradicando la miseria”. L’esatto opposto di ciò che accade in Medio Oriente oggi dove a soffiare sul fuoco sono anche “forme di fondamentalismo e di fanatismo che, travestite di pretesti religiosi, hanno in realtà bestemmiato il nome di Dio, che è pace, e perseguitato il fratello che da sempre vive accanto”.
Lo sguardo di Francesco e dei Patriarchi si è rivolto anche a Gerusalemme, “città per tutti i popoli, città unica e sacra per cristiani, ebrei e musulmani di tutto il mondo, la cui identità e vocazione va preservata al di là delle varie dispute e tensioni”. Il Pontefice ha chiesto il rispetto dello status quo della Città Santa “secondo quanto deliberato dalla Comunità internazionale e ripetutamente chiesto dalle comunità cristiane di Terra Santa” e ribadito la validità di una soluzione negoziata tra israeliani e palestinesi, che porti “a garantire la coesistenza di due Stati per due popoli”.
Il grido dei bambini. Perché non muoia la speranza nella pace, ha ribadito Papa Francesco, la cui bocca proclama la gloria di Dio. La speranza ha il loro volto”. “In Medio Oriente – ha ricordato tra gli applausi delle persone presenti fuori la basilica – da anni, un numero spaventoso di piccoli piange morti violente in famiglia e vede insidiata la terra natia, spesso con l’unica prospettiva di dover fuggire. Gli occhi di troppi fanciulli hanno passato la maggior parte della vita a vedere macerie anziché scuole, a sentire il boato sordo di bombe anziché il chiasso festoso di giochi.
L’umanità ascolti – è stato l’accorato appello del Pontefice – il grido dei bambini, la cui bocca proclama la gloria di Dio. È asciugando le loro lacrime che il mondo ritroverà la dignità”.
Citazione nascosta. E infine una citazione nascosta a un documento caro a mons. Tonino Bello, vescovo di Molfetta, presente in grafica anche nel logo dell’incontro di Bari: “Puglia arca di pace e non arco di guerra”.
“Il Medio Oriente non sia più un arco di guerra teso tra i continenti, ma un’arca di pace accogliente
per i popoli e le fedi. Amato Medio Oriente – ha concluso il Papa – si diradino da te le tenebre della guerra, del potere, della violenza, dei fanatismi, dei guadagni iniqui, dello sfruttamento, della povertà, della disuguaglianza e del mancato riconoscimento dei diritti. ‘Su te sia pace’, in te giustizia, sopra di te si posi la benedizione di Dio”.