Papa Francesco: “Ribadire la novità del Vangelo per costruire la nostra vera identità”

“Ribadire la novità del Vangelo per costruire la vera identità su cui fondare la propria esistenza”. Lo ha detto Papa Francesco, stamani, durante l’udienza generale nel cortile di San Damaso, continuando il ciclo di catechesi sulla lettera ai Galati dell’apostolo Paolo, incentrando la sua meditazione sul tema: “Paolo vero apostolo”. Ricordando che “il nocciolo della diatriba suscitata è quello della circoncisione”, cioè “la principale tradizione giudaica”, il Pontefice ha poi sottolineato che “Paolo sceglie la strada di andare più in profondità”. “Non si ferma alla superfice dei problemi, dei conflitti, come spesso siamo tentati di fare noi per trovare subito una soluzione che illude di mettere tutti d’accordo con un compromesso. Paolo ama Gesù e sa che Gesù non è un uomo, un Dio di compromessi. Non è così che funziona con il Vangelo e l’Apostolo ha scelto di seguire la via più impegnativa”. Raccontando la propria conversione, Paolo – ha osservato il Papa – “mette così in evidenza la verità della sua vocazione attraverso l’impressionante contrasto che si era venuto a creare nella sua vita: da persecutore dei cristiani perché non osservavano le tradizioni e la legge, era stato chiamato a diventare apostolo per annunciare il Vangelo di Gesù Cristo”. Una storia alla luce della quale “Paolo è pieno di meraviglia e di riconoscenza”. “È come se volesse dire ai Galati che lui tutto sarebbe potuto essere tranne che un apostolo – ha evidenziato Francesco -. Era stato educato fin da ragazzo per essere un irreprensibile osservante della Legge mosaica, e le circostanze lo avevano portato a combattere i discepoli di Cristo”. “Tuttavia, qualcosa d’inaspettato era accaduto: Dio, con la sua grazia, gli aveva rivelato suo Figlio morto e risorto, perché lui ne diventasse annunciatore in mezzo ai pagani”.

“Come sono imperscrutabili le strade del Signore! Lo tocchiamo con mano ogni giorno, ma soprattutto se ripensiamo ai momenti in cui il Signore ci ha chiamato”. Lo ha detto Papa Francesco, stamani, durante l’udienza generale nel cortile di San Damaso, continuando il ciclo di catechesi sulla lettera ai Galati dell’apostolo Paolo, incentrando la sua meditazione sul tema: “Paolo vero apostolo”. Dal Pontefice l’incoraggiamento a “mai dimenticare il tempo e il modo in cui Dio è entrato nella nostra vita”: “Tenere fisso nel cuore e nella mente quell’incontro con la grazia, quando Dio ha cambiato la nostra esistenza”, è l’auspicio del Papa. Che si è soffermato su una domanda: “Com’è possibile che Dio si serva di un peccatore, di una persona fragile e debole, per realizzare la sua volontà?” “Eppure – ha risposto -, non c’è nulla di casuale, perché tutto è stato preparato nel disegno di Dio. Lui tesse la nostra storia e, se noi corrispondiamo con fiducia al suo piano di salvezza, ce ne accorgiamo”. Nelle parole di Papa Francesco, la consapevolezza che “la chiamata di Dio comporta sempre una missione a cui siamo destinati”. “Per questo, ci viene chiesto di prepararci con serietà, sapendo che è Dio stesso che ci invia e sostiene con la sua grazia”. Infine, l’invito a lasciarsi “condurre da questa consapevolezza”: “Il primato della grazia trasforma l’esistenza e la rende degna di essere posta al servizio del Vangelo. Il primato della grazia copre tutti i peccati: cambia i cuori, cambia la vita, ci fa vedere strade nuove”.