Milano, giovani e vescovi a confronto: una giornata per aprire un dialogo su presente e futuro della Chiesa

Giovani e Vescovi: una giornata insieme per aprire un dialogo sinodale che porti frutto. Le diocesi della Lombardia hanno vissuto sabato 6 novembre un momento forte sulla strada del sinodo. Un’occasione progettata da tempo e densa di riflessioni per il presente e il futuro della Chiesa.
In duomo a Milano si sono riuniti 200 giovani e 14 Vescovi lombardi per dialogare attorno a temi di attualità.
Anche da Bergamo, guidati dal direttore dell’UPEE don Emanuele Poletti, sono partiti di buon mattino 25 giovani, impegnati in diversi ambiti ecclesiali: gli oratori, ma anche gli Uffici diocesani, l’Azione cattolica, la FUCI e il Seminario.

Vocazione e lavoro, affetti e riti: un dialogo aperto


In duomo il dialogo si è strutturato attorno a 14 diversi tavoli, che hanno puntato il proprio focus su cinque grandi tematiche: la vocazione e il lavoro, gli affetti, i riti, l’ecologia e l’intercultura. Strade indicate dallo Spirito nella cultura contemporanea, luoghi di confronto ed espressione per i giovani di oggi.
Ogni ragazzo al tavolo ha portato il proprio punto di vista sul tema, raccontando le proprie esperienze ma anche quelle dei tanti altri giovani che ha a sua volta ascoltato nel tempo di avvicinamento a questo incontro.
Lo spirito dell’iniziativa era ben sintetizzato già nel logo: due fumetti che si sovrappongono, a simboleggiare il dialogo; i colori morello e verde, quello dei Vescovi e quello della crescita; un pistillo che cresce, articolato in cinque sentieri, ma che ancora non porta frutti maturi ad indicare il percorso che si apre.

Un trampolino di lancio per un nuovo stile di lavoro

Come ha sottolineato don Stefano Guidi, coordinatore degli Oratori delle Diocesi Lombarde, in apertura ai lavori, “l’incontro di oggi nasce dell’esortazione post-sinodale Christus Vivit: è stato rimandato a causa della pandemia ma questi mesi sono stati un tempo di preparazione e l’evento di oggi vuole essere non un capolinea bensì un trampolino di lancio”.
Si apre qui, infatti, una traccia perché la sinodalità non sia solo un evento estemporaneo ma diventi lo stile di governo e di lavoro della Chiesa, per dare corpo agli inviti consegnati da Papa Francesco proprio nella Christus Vivit: l’ascolto, la testimonianza, la corresponsabilità e il protagonismo dei giovani.
Nel pomeriggio giovani e Vescovi si sono spostati al Centro pastorale ambrosiano, dove i moderatori dei tavoli hanno offerto una sintetica restituzione dei lavori del mattino, racchiudendo le riflessioni dei giovani attorno ad alcune parole chiave per ciascun sentiero.

“Rileggere la vita e la storia alla luce della fede”


“Perché”, “precarietà” e “fermarsi” per la vocazione; “comunità”, “gesti” e “testimonianza” per i riti; “linguaggio”, “infinito” e “vocazione” per gli affetti; “educazione”, “cammino comune” e “supporto” per l’ecologia; “allenarsi”, “fare casa” e “sentirsi stranieri” per l’intercultura.

Ognuno ha anche fatto cenno ad alcune proposte concrete di cambiamento che i giovani hanno suggerito nella parte finale del lavoro ai tavoli: tutte queste andranno poi a costituire gli atti della giornata, documento che rappresenta il punto di partenza per il tempo che si apre adesso.
Prima della perfomance conclusiva dell’attore Giacomo Poretti, il Vescovo di Vigevano mons. Maurizio Gervasoni, delegato dei Vescovi lombardi per la Pastorale Giovanile, ha consegnato ai presenti alcuni preziosi indirizzi sulla sinodalità, definendola “uno stile nuovo di ascolto e ricerca sapienziale”.

“Possiamo rileggere alla luce della fede la vita e la storia per maturare decisioni libere e rinnovate – ha dichiarato -: non dobbiamo limitarci all’esecuzione di schemi o regole fisse, ma avere il coraggio di giocare insieme la vita. L’Eucaristia è la forma più alta di sinodalità. Dobbiamo collaborare per capire insieme cosa ci chiede il Vangelo: in questo l’unico maestro è Gesù, noi Vescovi e giovani siamo tutti discepoli. La carità stessa è la condivisione credente della ragione per cui tutto esiste: l’amore di Dio”.

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