Mons. Galantino le canta tutte

Foto: Mons. Nunzio Galantino con Papa Francesco

Mons. Galantino tira diritto. Dopo avere dato dei “piazzisti da quattro soldi” ai leghisti e a chi, come loro, cerca di guadagnare voti sulle spalle degli immigrati, adesso parla in termini del tutto inconsueti dei politici. Ha rinunciato al suo intervento al convegno a Pieve Tesino (Trento) su Alcide De Gasperi per le polemiche recenti sull’immigrazione, ma ha reso pubblico il suo discorso, nel quale dice, tra le altre cose, che “la politica di De Gasperi… non è quella che siamo stati abituati a vedere oggi, vale a dire un puzzle di ambizioni personali all’interno di un piccolo harem di cooptati e di furbi”.

Naturalmente mons. Galantino si è beccato una valanga di critiche. Salvini, Santanché, Gasparri e altri da destra. Del Rio da sinistra. È stato uno spettacolo molto divertente: quanti pulpiti a fare la predica alla predica di Galantino! E poi che predicatori!

LA CHIESA AI TEMPI DELLA DC

Il fatto rende possibile qualche semplice riflessione. Il linguaggio di mons. Galantino è tipico di una Chiesa che non ha più legami privilegiati con la politica. I meno giovani di noi si ricordano i tempi della DC nei quali “non si poteva parlar male” della Democrazia Cristiana, perché, scassata finché si vuole, era comunque sempre una democrazia “cristiana”. Ed era obbligo far buon viso a cattivo gioco. Ancora i meno giovani, ma anche i giovani forse, ricorderanno l’abile politica del cardinal Ruini che colloquiava amabilmente con tutti i politici dai quali puntava a ottenere qualcosa per la Chiesa, forte della forza che la Chiesa aveva o che si pensava avesse. Ovvio che se si tratta con i politici non si può dire tutto quello che si pensa di loro. Si deve perfino pensare bene quando sarebbe possibile pensare male.

LA “CONTESTALIZZAZIONE” DI MONS. FISICHELLA

A questo proposito, forse qualche altro nostro lettore ricorderà la vicenda esemplare di mons. Rino Fisichella. Berlusconi aveva raccontato barzellette offensive su temi religiosi. Tutti gli diedero addosso. Fisichella, più ruiniano di Ruini e più realista del re, disse che era necessario “contestualizzare” le rozze battute di Berlusconi. Tipico di Fisichella e di quella classe dirigente ecclesiastica: Berlusconi era allora al governo (si era nel 2010), bisognava prenderne atto e trattarlo sempre con i guanti bianchi anche quando avrebbe meritato di essere affrontato con i guantoni del pugile.

MEGLIO I RISCHI DI UNA CHIESA LIBERA

Ecco: questo tipo di Chiesa è passato di moda. La Chiesa di Papa Francesco è un’altra. È anche la chiesa di Galantino. Naturalmente, non si può negare che una Chiesa che parla liberamente possa anche andare sopra le righe.
Ma tra una Chiesa che per parlare rischia di dire sopra le righe e una Chiesa che per non dire sopra le righe non parla (o parla solo per incensare i potenti di turno, il che fa lo stesso), preferisco, decisamente, la prima.
Inviato da Alberto Carrara via iPad