Da Taizé a Giovanni XXIII: giovani in cammino verso la Gmg di Cracovia

Martedì mattina: ancora qualche pensiero malinconico di fine settimana. Non, però, per i tanti giovani che sabato 17 ottobre hanno partecipato, a Sotto il Monte Giovanni XXIII, alla veglia di preghiera, promossa dalla Diocesi di Bergamo, organizzata dall’Ufficio Pastorale dell’Età Evolutiva, e dalla comunità di Taizé. “Tam aurora est”: queste le parole pronunciate da Papa Santo Giovanni XXIII in occasione dell’apertura del Concilio Vaticano II e ricordate dal Vescovo Francesco per questo inizio di cammino, che i giovani bergamaschi percorreranno insieme fino alla GMG di Cracovia. Inizio, ma anche rinnovamento del profondo legame che unisce la nostra  Diocesi, nello specifico la parrocchia di Sotto il Monte Giovanni XXIII, grazie a colui cui deve il suo nome, e la comunità di Taizé, rappresentata da Frère Alois e Frère George. E proprio nella meditazione di Frère Alois riscopriamo la vicinanza del suo fondatore a quella del Santo Padre bergamasco, “il fondatore di Taizé è Giovanni XXIII” dice, citando Frère Roger, ricordando quanto questi due grandi uomini di Chiesa fossero accomunati dal desiderio di  condivisione, solidarietà e unità fra gli uomini.

Parole di pace che continuano in un invito all’accoglienza di chi è diverso, abbandonando ogni forma di isolamento a favore di una “fraternità universale”, perché “apparteniamo alla medesima famiglia”, e all’“apertura alla solidarietà”. Forti parole semplici, desiderose di pace e bontà, la stessa bontà per cui viene ricordato Giovanni XXIII, la stessa che muove i beati perché “Dio, che è sorgente di nuova solidarietà, ci chiede di camminare con in fondo all’anima una scintilla di bontà che aspetta di diventare una fiamma”. I tanti giovani che hanno ascoltato le parole di Frère Alois e del Vescovo Francesco portano nel cuore la testimonianza di uomini che hanno reso la Chiesa universale, nel giorno del centesimo compleanno di Monsignor Capovilla, nel cinquantesimo anniversario della fine del Concilio, nel centesimo anniversario della nascita di Frère Roger, decimo della morte e settantesimo della fondazione della comunità. I tanti giovani che hanno pregato la Croce di San Damiano e il simulacro della Madonna Nera di Loreto si preparano a vivere una settimana che non sarà malinconica, ma piena della “luminosità della speranza”, la stessa che il  Vescovo ha conosciuto negli occhi e nelle parole, durante il suo primo incontro da seminarista, con Frère Roger, pieno della luce delle centinaia di fiammelle che dal Palatenda si sono messe in cammino verso la chiesa in cui è stato battezzato Giovanni XXIII e che hanno illuminato e pregato la Croce, pieno del colore di vita delle tende, simbolo della comunità, pieno – come ha detto il Vescovo – di “una grazia che sboccia come un fiore”, grazia che, sono certi e fiduciosi, li accompagnerà in questo cammino nel segno della solidarietà e della beatitudini, perché “bonum est confidere in Domino, bonum sperare in Domino”. Lunedì mattina: pensieri di “qualcosa che non si perde più”.