«Halloween? Resta fuori dall’oratorio, ma ai ragazzi piace, quasi più del Carnevale, inutile negarlo»

Halloween negli oratori? No, grazie. Abbiamo provato a sentire i curati e i responsabili degli oratori di alcune parrocchie dell’hinterland in merito al fenomeno riassunto nello slogan «Dolcetto o scherzetto?», che sembra coinvolgere in maniera sempre maggiore le nuove generazioni. Le stesse che frequentano gli oratori, la catechesi, i gruppi parrocchiali. Per questo motivo la comunità cristiana bergamasca si trova di fronte al dilemma se ignorare e respingere il fenomeno oppure offrire qualche segnale di apertura. Tra chi si dimostra disponibile a discuterne, a patto che questo avvenga con intelligenza, c’è don Andrea Perico, curato dell’oratorio di Azzano San Paolo. «Non organizziamo nulla per Halloween, sinceramente non è una cosa che mi interessa nel percorso educativo delle giovani generazioni- ha spiegato lo stesso don Andrea- detto questo, se capita l’occasione di parlarne, ma in maniera intelligente, non c’è alcuna preclusione da parte mia: si può parlare della nostra festa, della festa di Ognissanti, ma anche di Halloween senza scandalizzarsi. La mia impressione è che i ragazzi vivano la serata del 31 ottobre come momento di trasgressione, ma niente di più: forse siamo noi adulti che diamo troppa importanza a queste modalità di stare insieme, più di quanto ne diano i ragazzi stessi. E questo è l’aspetto che più mi preoccupa». Anche don Davide Visinoni, direttore dell’Oratorio del Sacro Cuore di Stezzano, dimostra di conoscere da vicino la diffusione della passione per Halloween tra le famiglie, pur mantenendo uno sguardo critico nei confronti di questo tipo di feste. «Per Halloween non abbiamo previsto nulla, come stile personale non ho mai criticato né dato troppa importanza a feste come questa. A mio avviso si tratta di una questione prettamente commerciale: quando ne parli con le famiglie sono in molte a voler fare un momento di festa di questo tipo, ma come se fosse una carnevalata. Non assume nemmeno il significato originario, ossia dell’esorcizzare la paura della morte. Per contrastare questo fenomeno durante la catechesi ho parlato spesso dell’importanza della festa dei Santi, che appartiene alla nostra tradizione cristiana, ma la presa che ha Halloween sulle nuove generazioni è sicuramente difficile da contrastare». C’è anche chi rigetta in modo assoluto «la festa delle zucche», come don Elio Mistri, parroco di Torre de’ Roveri: “Ormai si festeggia più Halloween di Carnevale, anche se è quest’ultimo a far parte della nostra tradizione. Personalmente la ritengo un’americanata, praticata da genitori poco acculturati dal punto di vista religioso e che tendono ad assecondare i desideri dei figli”.