Mauro Bernardi, un maestro di sci sulla sedia a rotelle: ai suoi allievi insegna il coraggio di ricominciare

La forza di volontà e la tenacia di Mauro Bernardi sono la dimostrazione che anche quando la vita sottopone ciascuno di noi a prove dolorose si ha il coraggio di risalire la china, anzi in questo caso di tornare sulle piste da sci.

Mauro ha quarant’anni, nato a Cazzaniga (BG) il 12 giugno 1977, sposato con Claudia e un figlio di sette anni, Pietro, risiede a Colzate ed è disabile dall’agosto del 2005 in seguito a un incidente automobilistico. Diagnosi, paraplegia incompleta, ci chiarisce: «Muovo un po’ una gamba e l’altra un po’ la sento, pur nella disgrazia mi considero fortunato. La mia paraplegia incompleta mi permette di avere un po’ più di autonomia e di sicurezza. Mi sento più stabile pur seduto in carrozzina. Ho sempre avuto una passione per la neve. A cinque/sei anni andavo insieme alle mie sorelle sulla montagnetta dietro casa e usando il sacco per la spazzatura come slittino, facevamo delle bellissime scivolate. Pochi anni dopo un’amica di famiglia mi ha donato un paio di sci blu di legno, molto rudimentali ma per me meravigliosi, ricordo mio padre che mi portava in cima tirandomi con un bastoncino, poi scendevo da solo. In seguito un soccorritore delle piste fidanzato con una delle mie sorelle, mi ha regalato un paio di sci veri, così ho continuato a coltivare la mia passione» rammenta Mauro, da noi intervistato.

Nell’inverno del 2008 Mauro è tornato a sciare grazie a Stefano Belingheri istruttore nazionale di sci alpino e nel 2011 ha partecipato ai campionati Italiani assoluti di sci alpino a Sestriere classificandosi al 3° posto nello Slalom. Ma la svolta arriva nel giugno 2011, in Val Senales, quando Bernardi partecipa al Test d’Ammissione per l’accesso ai percorsi formativi organizzati e gestiti da Snowsports  Academy San Marino. Mauro ha superato le prove frequentando il corso della durata di circa 840 ore, raggiungendo gli obiettivi formativi prefissati dall’Accademia e completando gli ultimi esami nel maggio 2013. Ma non è stato certo facile ottenere il brevetto di Ski Instructor III° per insegnare a disabili innamorati della montagna come lui, di volare sulla neve. «Sono dovuto andare a San Marino, perché in Italia un disabile non può insegnare a sciare. C’è la professione di maestro di sci normodotato che può insegnare, grazie a un corso di specializzazione non obbligatorio, a persone diversamente abili. Quando mi sono trovato nella condizione di disabilità, non ho pensato neanche per un secondo di rinunciare alla mia passione. Però dovevo imparare a sciare da disabile e mi sono trovato degli insegnanti che mi esortavano a schiacciare con il bacino, di piegare il braccio e di provare a girare… Io dicevo loro: “fate presto a dire così voi che state in piedi!”. Sentivo la necessità di un insegnante che fosse seduto come me. Ogni disabilità è a sé, ciascuno di noi è diverso dagli altri, chi è disabile lo è ancora di più. Ho fatto fatica, ma il mio amore per lo sci è innato, per me è stato facile imparare. Mi sono sentito di nuovo libero di scivolare sulla neve. Allora ho pensato “ci sarà qualcun altro come me, nelle mie stesse condizioni, potrei aiutarlo!”».

«Ideato il progetto formativo (esercizi di progressione didattica, di sperimentazione, di ausili e di abilità) che consentiva alle persone con disabilità di insegnare a chi per praticare lo sci devono utilizzare i medesimi ausili e supporti (in gergo tecnico questa categoria prende il nome di sitting) era arrivato il momento di esportarlo in Lombardia, visto che sono nativo di questa regione. Ma il mio diploma valeva nella Repubblica di San Marino e non in Lombardia» chiarisce Mauro. Infatti, un Regolamento regionale del 2004, richiede specifiche certificazioni sanitarie, tra le quali essere di “sana e robusta costituzione” che, di fatto, escludono i disabili dall’abilitazione professionale all’insegnamento dello sci. Fondamentale è stato l’apporto di Lara Magoni, ex campionessa mondiale di slalom speciale, oggi consigliere regionale in Lombardia, dove viene presentata una mozione per adeguare il Regolamento regionale al Decreto del Fare regionale. Grazie alla Magoni, nel settembre 2013 il governo Letta ha eliminato il requisito della certificazione, che impediva ai disabili di accedere alla carriera di maestro di sci. «Sono sano e robusto nonostante viva in carrozzina in seguito a una lesione midollare, sto anche per diventare donatore Avis!». Avendo perso l’uso delle gambe Bernardi riceve una rendita mensile dall’Inail ma non può guadagnare dalle sue lezioni di sci, perché la sua professione ancora non è riconosciuta. «Ultimamente la Regione Lombardia ha fatto un bellissimo passo, sempre grazie a Lara Magoni, è stata riconosciuta la figura del “dimostratore disabile in pista”. Una persona che è brava a sciare e fa vedere come si fa, ma non è riconosciuta come professione…».

Mauro gira nelle scuole per raccontare ai ragazzi di quando faceva il camionista, guidava un autoarticolato, e con il suo incidente quanto sia cambiata la sua vita. «Parlo agli studenti facendo prevenzione, parlando loro di sicurezza e del valore della vita». Lo sport per un disabile è importantissimo. «Nello sport si ritrova l’amore, in primis l’amore per se stesso, s’impara che si è ancora capaci di fare qualcosa, fondamentale per l’autostima. Quando ti vuoi bene, ti prendi cura di te stesso e di conseguenza sei sereno e piacevole in compagnia, non allontani più le persone attorno a te, che al contrario si avvicinano, quindi trovi l’amore. Se c’è l’amore, ci sono anche le opportunità, perciò c’è tutto, perché con le opportunità tutto diventa più semplice, fantastico. E dai quello che hai ricevuto chiudendo il cerchio».

Domandiamo infine a Mauro in cosa consiste sciare in monosci. «L’attrezzo è una sorta di carrozzina senza ruote, è un seggiolino dove all’interno si è legati e quindi si è tutt’uno con questa seduta dove nella parte inferiore c’è una struttura che si aggancia a uno sci da gara o anche a due sci. Lo sciatore disabile ha in ciascuna mano due stabilizzatori, due bastoncini che hanno alle estremità due piccoli sci. Attraverso i movimenti dello sci il disabile ha l’opportunità di fare la cosa più bella: volare sulla neve» conclude il novello Mister Volare Mauro Bernardi.