Addio al vescovo ausiliare emerito monsignor Lino Belotti. Prete tra gli emigranti, un padre per la Chiesa di Bergamo

Dopo lunga infermità e tra il rimpianto generale, oggi si è spento monsignor Lino Belotti, vescovo ausiliare emerito della nostra diocesi. Era nato il 19 ottobre 1930 a Comenduno, in una famiglia numerosa, che abitava in una casa da tutti chiamata «Casèla» e che radunava 16 persone: il padre Pietro, la mamma Olimpia, undici figli, due zie non sposate e la nonna. Viene battezzato col nome di Bortolo, ma poi viene chiamato sempre Lino. Dopo le elementari, decide di entrare nel Seminario diocesano, per passare poi nella Comunità missionaria del Paradiso, fondata a Bergamo nel 1949 dal vescovo Adriano Bernareggi e da don Fortunato Benzoni per aiutare le diocesi afflitte da scarsità di clero e per essere presenti fra gli emigranti. Riceve l’ordinazione sacerdotale il 12 giugno 1954 dal vescovo Giuseppe Piazzi. Le prime destinazioni come prete paradisino sono nella diocesi di Comacchio, come coadiutore parrocchiale nelle parrocchie del Santo Rosario (1954-57) e del Duomo (1957-61), poi parroco di Goro di Ferrara (1961-66). Dal Po monsignor Belotti viene mandato in Svizzera, dove è cappellano fra gli emigranti (1966-73) e poi direttore dei missionari per gli emigranti italiani (1973-81). Nel 1981 torna a Bergamo come superiore della Comunità missionaria del Paradiso, incarico che ha ricoperto ininterrottamente fino al 2016. Nello stesso anno 1981, è insignito del titolo di cappellano di Sua Santità. Contemporaneamente è membro del Consiglio Presbiterale diocesano (1982-96) e direttore generale della Fondazione Migrantes a Roma della Conferenza episcopale italiana (1987-96).

Nel 1996 viene scelto come vicario generale dal vescovo Roberto Amadei. Il 15 maggio 1999 è nominato vescovo titolare di Tabla e ausiliare del vescovo di Bergamo. Il 29 giugno successivo, in Cattedrale, riceve la consacrazione episcopale dal vescovo Amadei. È presente anche un folto gruppo di ex parrocchiani di Comacchio e Goro di Ferrara. Per la sua riconosciuta competenza in questo ambito pastorale, da quasi sei anni il vescovo Belotti è presidente della Commissione per le migrazioni della Conferenza episcopale italiana. Dal 2005 al 2008 è anche membro del Pontificio Consiglio della pastorale dei migranti e gli itineranti. Il 22 gennaio 2009, insieme al vescovo Amadei, la Santa Sede accetta le dimissioni per raggiunti limiti di età. «Ho potuto conoscere a fondo la ricchezza religiosa della nostra diocesi e ho sempre cercato il dialogo e l’amicizia con i sacerdoti, anche quelli che hanno lasciato il ministero o sono in difficoltà — aveva detto tracciando un bilancio del suo operato vescovo ausiliare —. In stragrande maggioranza, i preti bergamaschi sanno dare più che ricevere. In non poche parrocchie, c’è una vera fioritura di impegno nel laicato». Ma il ritiro non significa pensione. Infatti, viene confermato vicario generale dal nuovo vescovo Francesco Beschi per quasi un anno, fino al 19 dicembre 2009. «Non ci stancheremo mai di ringraziarti — gli disse il vescovo Beschi —. Sei stato un padre per noi. Questo grazie esce dal cuore delle nostre comunità e della Chiesa di Bergamo. Il nostro non è un saluto, perché non te ne vai dalla nostra Chiesa e dal nostro presbiterio diocesano». Da alcuni anni il vescovo Belotti, per l’aggravarsi della salute, era ospite della Fondazione Piccinelli di Scanzorosciate. Da questo pomeriggio la salma sarà composta alla Comunità Missionaria del Paradiso.