Il tempo della complessità: un saggio di Ceruti sul valore della creatività

Torna la rubrica quindicinale di consigli di lettura dalla Biblioteca diocesana del Seminario Giovanni XXIII. Questa settimana proponiamo una recensione del saggio “Il tempo della complessità” di Mauro Ceruti. 

L’intento del saggio di Ceruti è quello di tratteggiare l’avventura umana ripercorrendo le tappe principali della sua evoluzione, tappe caratterizzate da un procedere non lineare ma sorprendente e sempre inedito. Il “tempo della complessità” quindi, proietta il lettore in un orizzonte temporale ampio di cui l’epoca contemporanea è l’esito imprevedibile.

Ciò che emerge è un’umanità in grado, oggi più che in passato, di pensare se stessa nel cambiamento, nell’incompiutezza e nella diversità, ma anche nella condivisione di una medesima “comunità di destino”.

Il saggio di Ceruti si inserisce nell’ambito degli studi interdisciplinari sulla contemporaneità e sulla complessità.

Nello specifico, dopo aver messo in evidenza gli avvenimenti geopolitici più significativi, a partire dalla comparsa della specie umana circa 150.000 anni fa fino a quella che l’autore definisce “quarta globalizzazione” caratterizzante l’epoca attuale, l’autore si sofferma sul concetto di evoluzione come bricolage. Un termine che rimanda al carattere creativo sia della storia delle civiltà che della vita stessa. Infatti, anche la biologia contemporanea e i recenti studi di genetica concordano nel sostenere che la stessa storia naturale sia una storia delle possibilità.

Del resto, quello a cui auspica Ceruti, a conclusione della sua analisi, è proprio una maggiore valorizzazione della creatività individuale e della “capacità esplorativa” di ciascuno, intesa come abilità di tracciare in un stesso momento traiettorie differenti e di garantire una certa reversibilità ai propri passi.

Un ruolo centrale in questo senso è quello giocato dall’istruzione nel momento in cui si dimostra in grado di valorizzare non solo la diversità fra gli individui ma anche la diversità negli individui. Ciascuno di noi infatti, riassume in sé i tratti essenziali dell’umanità, una e molteplice.

L’invito quindi, è quello di pensare alla diversità delle esperienze umane attraverso la prospettiva di un nuovo “umanesimo planetario”basato sul riconoscimento delle diversità nell’unità umana.

Chiara Maino

Per contattare anche in questi giorni la biblioteca del Seminario si può scrivere a biblioteca@seminario.bg.it