Bambini in lockdown: anche gestire la casa diventa un gioco, alla conquista dell’autonomia

Proponiamo alcuni consigli di Valeria Lanzeni, Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, rivolti alle famiglie e in generale ad adulti che hanno bambini da gestire in casa in questo periodo di emergenza a causa della pandemia. La prima puntata qui.

Questo tempo a casa cerchiamo di renderlo prezioso. Per imparare, fare attività pratiche che non siamo abituati a insegnare e generalmente si danno per scontate. Incontro molti genitori che si autoconvincono che i propri figli impareranno a gestire le proprie cose e la casa solo osservando. Diamo per scontate troppe cose. Il mio parere, invece, è che vale la pena insegnare, persino ai più piccoli.
Cercate di lavorare sulle autonomie, sul cosa fare, come fare e quando farlo. Questo vale per tutte le fasce di età. Imparare a lavarsi i denti da soli e vestirsi per i piccoli, apparecchiare e sparecchiare, piegare i vestiti, rifarsi il letto, passare la scopa (ho incontrato diversi adolescenti che non sanno come si faccia), per i più grandi meglio incominciare a insegnare a stirare.
Se vive con voi un bambino sotto i 5 anni, provate a lavare i vostri indumenti insieme a lui/lei. La maggior parte dei bambini ama giocare con l’acqua e perché non lasciare loro un paio di calzini e osservare come tramite il gioco possono imparare da soli a insaponare?
Tutto ciò gli servirà in un futuro, ma ancora di più adesso perché condividerete del tempo e gli fornirete attenzioni guardandoli sperimentare.
Volete un’altra attività quotidiana che i genitori han quasi sempre paura che i loro figli facciano? Cucire. Immagino cosa passa per la testa di molti: il cucito proprio no, figurati potrebbe pungersi. E io vi replico e allora? Tu non ti sei punto le prime volte che hai cucito?
Il prerequisito per cucire è infilare. Se il bambino si destreggia bene in questo gioco, vale la pena provare.
Cucire è un’attività di motricità fine, che implica attenzione, programmazione e coordinazione oculo-manuale. Insomma un’attività complessa, ma allo stesso tempo attiva differenti aree cerebrali.
Per che età consiglio questa attività/gioco? Provare a rammendare un vecchio calzino a 7/8 anni, ma iniziare a giocare col cucito se il bambino ha buona manualità già a 4. Generalmente propongo ai genitori che incontro (alcuni più preoccupati, altri più incuriositi) di fornire al bambino un vecchio ago per lana con la punta un po’ smussata, filo di cotone o seta (un sarto vi confermerebbe che scivolano meglio) e un pezzo di stoffa abbastanza fine, perfetto se usurato o del cartoncino non troppo spesso. Fategli scegliere dei bottoni colorati ed ecco una piccola opera d’arte realizzabile dai più piccoli.
Non bisogna pretendere, ma permettergli di esercitarsi. Un piccolo gioco alternativo e divertente. La cosa più bella di tutto ciò è la cura che vedrete in lui nello svolgere questi gesti e il ricambio di attenzione che voi riponente in vostro figlio nell’osservarlo e prestargli aiuto quando serve.
Infine per i bambini più curiosi, di tutte le età, consiglio di far piantare dei semi, di qualsiasi tipo (fagioli, lenticchie, fiori, girasoli, pomodori) e chiedete loro di prendersene cura. Potrebbero tener traccia, sul quaderno di scienze, della crescita della loro piantina, segnandosi una primavera casalinga differente.
In questo modo oltre a passare il messaggio dell’arte della cura, svilupperanno la loro capacità di attenzione per i dettagli e l’amore per la natura. Tema da non sottovalutare al giorno d’oggi.