Un campione nel campo e fuori. Una bella storia che viene dalla Gran Bretagna

Campione in campo e nella vita. Alla vigilia della ripresa dei campionati, Marcus Rashford, attaccante del Manchester United e della Nazionale inglese, ha vinto una partita davvero speciale. Fuori dal terreno di gioco e contro un avversario insolito: il Governo inglese.

Durante il periodo del lockdown, infatti, il giovane calciatore (classe ’97) aveva promosso una raccolta fondi a favore dei figli delle famiglie in difficoltà, che ha permesso di sfamare 3 milioni di minori in tutto il Regno Unito.

Successivamente, Rashford si è schierato contro la decisione del Governo inglese

di sospendere i buoni pasto scolastici (da 15 sterline l’uno) durante il periodo estivo. Lo stop a questa forma di assistenza, infatti, avrebbe ulteriormente aggravato le condizioni di oltre un milione di bambini sotto la soglia della povertà.

Tramite una toccante lettera aperta, pubblicata sui social e indirizzata alle Istituzioni del Paese, il talentuoso centravanti (in gol a ogni esordio con il Manchester United e in campo in Nazionale prima che con l’Under 21 inglese) ha ricordato come

«quello che le famiglie affrontano oggi, l’ho attraversato in passato e so che è molto difficile uscirne. Mia mamma lavorava a tempo pieno, guadagnava il minimo sindacale e non era mai abbastanza». 

La lettera, che si conclude con l’invito ad «ascoltare le suppliche dei più deboli e ritrovare un briciolo d’umanità», ha dato il risultato sperato. Il premier britannico Boris Johnson, infatti, ha comunicato la decisione di annullare la sospensione dei buoni pasto (che altrimenti sarebbe iniziata a metà luglio). La misura di assistenza continuerà, costerà al Tesoro circa 120 milioni di sterline e raggiungerà 1,3 milioni di bambini indigenti, grazie anche al contributo di Rashford. Campione dentro e fuori dal campo.