Cepino: al via la festa della Madonna della Cornabusa

Sta per entrare nel vivo, nella parrocchia di Cepino in Valle Imagna, la festa della Madonna della Cornabusa nella grotta-santuario. Sarà presente il vescovo Francesco Beschi, che ha scelto di intervenire nonostante la soppressione del tradizionale pellegrinaggio a piedi da Sotto il Monte alla grotta, a causa delle restrizioni per la pandemia. Il santuario è una grotta, dove vi scorre un piccolo corso d’acqua, nel quale i fedeli intingono le mani per il segno della Croce e bagnare gli occhi. Gocce d’acqua cadono anche dall’altro. La Madonna della Cornabusa è veneratissima in tutta la valle, ma la festa, la seconda domenica di settembre, richiama sia i numerosi emigranti valdimagnini tornati espressamente, sia i devoti di numerose località.
È un luogo che può narrare interi secoli di storia religiosa e sociale della Valle Imagna. Nella seconda metà del Trecento, anche questa valle era funestata dai sanguinosi scontri tra guelfi e ghibellini. Per sfuggire alle scorrerie, gli abitanti si nascondevano sui monti e nella grotta della Cornabusa. Secondo l’ininterrotta tradizione, durante una fuga un’anziana vi nascose una statuetta della Madonna Addolorata, quella che ancora oggi viene venerata. Pochi anni dopo, una pastorella sordomuta di Bedulita entrò nella grotta, scoprì la statuetta e riacquistò la parola e l’udito. Diffusasi la notizia, gli abitanti di Cepino e di Bedulita ambivano al possesso della statuetta. Di nascosto, di notte, alternativamente, la popolazione delle due parrocchie portava la statuetta nella propria chiesa. Misteriosamente, però, il giorno seguente era rintracciata nella grotta. Si decise di riportarla a valle in processione. Narra ancora la tradizione che, iniziato il corteo, il volto di Maria si voltò a guardare la grotta. La popolazione vide in questo segno la volontà di Maria di restare dove era stata scoperta. In quel momento, un anziano raccontò di aver rinvenuto la statuetta prima della pastorella, ma di non aver detto nulla, per lasciare alla Provvidenza i tempi e i modi per manifestare la sua presenza. Da allora, la Madonna della Cornabusa è iscritta nel Dna dei valdimagnini. La grotta-santuario è facilmente raggiungibile da una strada. Per lunghi decenni, la Valle Imagna è stata terra di emigrazione. Per vincere l’opprimente miseria, i valdimagnini partirono per diverse nazioni europee, per le Americhe e l’Australia. Fu sempre la Madonna della Cornabusa a costituire un legame invisibile ma effettivo con l’amatissima valle. Per conservare questo ricchissimo bagaglio storico-culturale, è attivo il Centro Studi Valle Imagna.
Vicino al santuario è allestita una mostra di documenti ed ex voto, fra cui uno bellissimo del 1910, restaurato cinque anni fa, commissionato da un gruppo di famiglie valdimagnine scampate a una terribile tempesta durante la traversata dell’oceano. Papa Giovanni XIII era devotissimo alla Madonna della Cornabusa. Fu presente alla solenne incoronazione della statua il 4 ottobre 1908 come segretario del vescovo Giacomo Maria Radini Tedeschi. Il 16 e 17 agosto 1958, nel 50° dell’evento, vi tornò come cardinale patriarca di Venezia. E due mesi dopo, il 28 ottobre, venne eletto pontefice.

Questo il programma delle iniziative. Sabato 12 settembre: alle 19,15 fiaccolata (riservata ai gruppi) da Cepino alla grotta; Messe alle 16,30 e 20,30 (presiede il vescovo Beschi, trasmessa in diretta da BergamoTv, riservata soltanto ai rappresentanti della valle). Domenica 13 settembre: Messe alle 7, 8, 9,30, 11, 16 e 17,30; Vespri alle 15.