L’albero, la neve, la letterina a Santa Lucia: l’emozione di attendere il primo Natale

Dicembre è arrivato. E con lui la prima neve, qui in bergamasca. Prepotente, quella che “attacca” subito. A ricordarci che nonostante tutto, le Festività arriveranno. Certo, in questo difficile anno, sicuramente non le celebreremo come siamo abituati da tutta la vita, ma loro arriveranno. E’ così: molte cose nel tempo cambiano e la verità è che noi non possiamo farci niente. Anni come questo, inediti per le nostre generazioni, sgretolano alcune delle nostre certezze più salde. Molte a dire la verità. Davanti a tanta devastazione, a tanto dolore, ci siamo sentiti travolti, ci sentiamo impotenti. È stato un anno di attese, che ancora perdurano; un anno che, in un certo senso, ha messo la vita in standby. Quegli abbracci che scaldano, chissà quando ce li potremo scambiare. Quelle carezze che leniscono, chissà quando le potremo dare. E allora no, almeno le tradizioni di dicembre, non ce le faremo strappare via. Nell’intimo della nostra casa, il luogo che più abbiamo frequentato negli ultimi mesi, ci sono i bambini, fari di speranza, che in questo aiutano molto. Io e mio marito abbiamo montato l’albero di Natale con Lei, due anni: ci teneva tanto a collaborare, si è dimostrata curiosa ed entusiasta. Lucine, festoni, palline, cuoricini di stoffa, angioletti di legno.. ogni oggetto posato con cura su un ramo è stato fonte di soddisfazione e gioia. Lo stupore nei suoi occhi e le espressioni di meraviglia sono emozioni impagabili. E poi il puntale, posizionato da sola, in braccio al papà, arrampicati su una scaletta.. Che avventura! Il presepe, il calendario dell’Avvento, un simpatico Babbo Natale appeso al balcone, la ghirlanda sulla porta, le celebri canzoni, scolpite nel nostro cuore, a fare da sottofondo rassicurante. E poi c’è Lui, il fratellino: è nato a marzo di quest’anno. Già, proprio mentre il suono delle sirene delle ambulanze qui a Bergamo non dava tregua. In mezzo alla devastazione, Lui è venuto al mondo. Un po’ come la neve, a ricordarci che la Vita è un dono incredibile e, nonostante tutto, trova la strada. Per lui è il primo Natale: ci osserva all’opera dal suo angolo morbido e rimane rapito dal movimento delle luci, intermittente e allegro. Lo prendo in braccio e lo avvicino all’albero, Lui allunga le sue piccole manine e cerca di afferrare una pallina dorata. Piccolo mio, tu che da quando sei arrivato non hai mai visto sorrisi, eccetto i nostri, perché tutti celati dietro le mascherine, eppure sorridi sempre a tutti. Non sei cosciente di ciò che è stato quest’anno per tutti noi, perché in fondo, nel calore della tua casa, con i tuoi genitori e la tua sorellina, tu stai bene e sei al sicuro. Non ti serve altro. 

Per i più piccoli (ma non solo, a dire la verità) a Bergamo il momento più magico di dicembre è sicuramente l’arrivo di Santa Lucia. Niente può fermarla: con o senza autocertificazione, anche quest’anno lei arriverà. C’è da scrivere la letterina! Quando la Lei in questione ha solo due anni, si tratta di un disegno, lo riponiamo con cura in una busta che riempiamo di cuoricini e indirizziamo alla nostra amata Santa. Probabilmente la porteremo nella chiesina dell’oratorio, dove il parroco ha allestito un angolo speciale per tutte le letterine dei bambini del paese. Faremo una preghierina. Il latte e i biscotti per lei, il fieno e la carota per l’asinello, li prepareremo con cura la sera del 12, perché devono percorrere tanta strada per fare felici tutti i bambini e quindi hanno bisogno di ristoro e di qualcosa di caldo. Non vedo l’ora di vivere l’atmosfera che si respirerà quella mattina, di vedere l’eccitazione e poi la felicità sui loro volti. Dimenticheremo tutto il resto. E’ anche questo che riesce a fare la magia di dicembre. 

Ma oggi questo mese speciale è appena iniziato e tu, piccolo mio, stai gattonando velocemente verso la portafinestra, scosti la tenda, vedi la neve. Per la prima volta nella tua vita. Rimani incantato, non sbatti le palpebre per un tempo che mi sembra infinito e poi spalanchi un grande sorriso a due denti. Capisco grazie a voi, che il senso è tutto qui, in quest’innocenza, nel sapersi meravigliare ancora come bambini, nel ritrovare il valore delle piccole cose semplici, rimanendoci ancorati, anche quando intorno tutto vacilla e abbiamo più dubbi che certezze, più fatiche che gioie. Qui io trovo il senso. Qui per me nasce Gesù. Sì, perché nonostante tutto, fra pochi giorni nasce Gesù.