Lockdown ed equilibri di coppia: il matrimonio ai tempi del covid-19

Due anziani coniugi di Riccione condividevano una completa comunione di vita, uniti in matrimonio da 63 lunghi anni e lo scorso dicembre sono morti lo stesso giorno a distanza di 12 ore. Lui, Lorenzo Borgognoni, di quasi 91 anni, è morto dopo aver contratto il Coronavirus, la moglie, Letizia Galvani, di quasi 87 anni, era ricoverata con l’Alzheimer e si è spenta poche ore dopo il marito. E così i coniugi, per un tragico scherzo del destino, sono tornati in chiesa per il funerale, insieme come nel giorno del loro matrimonio. Una storia emblematica che commuove e fa riflettere in questo tempo sospeso a causa della pandemia da Covid–19.

L’Enciclopedia Treccani definisce il sacramento del matrimonio, “Unione fisica, morale e legale dell’uomo (marito) e della donna (moglie) in completa comunità di vita, al fine di fondare la famiglia e perpetuare la specie”.

Con Barbara Tamborini, autrice di libri per bambini e ragazzi, parliamo dell’impegno quotidiano che il matrimonio comporta e di questo triste avvenimento di cronaca. La scrittrice e psicopedagogista che si occupa di prevenzione in età evolutiva, è sposata da molti anni con Alberto Pellai medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore presso il dipartimento di Scienze Bio-Mediche dell’Università degli Studi di Milano. La coppia Tamborini/Pellai ha quattro figli la cui età varia dai 12 ai 20 anni, inoltre Barbara ha collaborato con il coniuge alla stesura di volumi di psicologia e parenting, diventati bestseller e tradotti in diversi Paesi.

Dottoressa Tamborini, le coppie che decidono di convolare a nozze sono sempre meno nel nostro Paese, in parecchi preferiscono la convivenza. Perché il matrimonio fa così paura?

«Fino a dieci anni fa l’aspetto del rito religioso aveva un suo fascino che diventava una sorta di tappa anche per chi non credeva. Un rito importante anche per consolidare socialmente un’unione che non era più solo della coppia ma della comunità. Credo che in questa fase, nel tempo che stiamo vivendo, l’idea del “per sempre”, spaventa moltissimo i giovani adulti, allontanandoli da questa tappa. Parlando nelle scuole con i ragazzi, parlando anche con i nostri figli più grandi, quando ragioniamo con loro del matrimonio, la sensazione è di timore. Prima di sposarsi bisogna convivere, di questo sono convinti i giovani adulti, che considerano folle l’idea di partire subito con il matrimonio. Il matrimonio diventa così invece che il punto di partenza, il punto di arrivo. Poco tempo fa ho partecipato a un gruppo di preparazione al matrimonio della nostra parrocchia, c’erano dodici coppie e convivevano tutti tranne una. Alcune convivevano da molto tempo. L’unione matrimoniale è l’ideale per tutelare i figli, il matrimonio religioso è una libera scelta e non è più un rito sociale necessario. Meno matrimoni religiosi, ma in compenso è aumentato il livello di consapevolezza di chi compie questa scelta. Chi si sposa in chiesa, lo fa perché lo sceglie, per il significato che ha il matrimonio religioso e per vivere dentro di sé il sacramento come una risorsa per la propria unione». 

Il sacramento del matrimonio, nonostante tutto, continua a essere un grande atto di fede e di amore? 

«Indubbiamente sì, anche se il valore di questo atto è proporzionale alla consapevolezza che si ha di quello che si va a fare. Ho la sensazione che questa consapevolezza sia aumentata. Non è più un obbligo a cui si deve adempiere. Per chi vive questo momento con consapevolezza, dà quasi le vertigini, è qualcosa di sovrumano. Due persone, due volontà libere, si affidano a un sacramento affidando a questo sacramento il loro onore, chiedendo di non essere soli, nel tenere fede a questa promessa, invocando lo Spirito affinché diventi una presenza quotidiana e li aiuti a tenere fede alla promessa. Laddove questa promessa è vissuta in libertà e in consapevolezza, racconta storie bellissime di crescita comune, insieme». 

Per sposarsi in Chiesa, aiuta il fatto che i futuri coniugi professino la stessa fede?

«Sì, è una situazione ottimale. Alcune tappe sono scontate. Dove un partner non sia praticante la situazione diventa più complessa, anche se sono frequenti situazioni dove il partner inizia a frequentare la chiesa con il coniuge, scoprendo così un mondo nuovo, al quale si appassiona». 

Lui col Covid, lei malata di Alzheimer: muoiono lo stesso giorno dopo 63 anni di matrimonio. Legati per l’intera vita anche nella morte, che cosa ne pensa?

«Questa notizia è una testimonianza bellissima. È una bella metafora del fatto che mentre si sta insieme così a lungo si viene a creare un respiro comune. Se viene a mancare un pezzo di respiro, non c’è più abbastanza aria. Molti uomini o donne che rimangono vedovi o vedove, sopravvivono, però hanno una morte interiore di una parte importante di sé. Il dolore è intenso e profondo». 

Si dice che con i figli il matrimonio passi a un livello superiore. Che cosa cambia nella vita di coppia quando si diventa genitori?

«La nascita del primo figlio è un momento di crisi per la coppia, un momento stressante e lo stress è un fattore di rischio nella tenuta del legame matrimoniale. Un momento “sfidante”, che come accade sempre, tira fuori il meglio e il peggio delle persone. Con la nascita di un figlio, la coppia fa un salto di qualità, spesso ci si sente davanti a un compito più grande di sé. La strategia vincente è quella di fare alleanza: “Il bambino piange. Cosa possiamo fare? Sono stanca/o, mi aiuti tu?”. Le malattie dei neonati sono dei momenti molto stressanti per i neo genitori. Ecco il momento di guardarsi onestamente allo specchio, se scatta la cooperazione, di sicuro si fa un bell’allenamento, percependosi davvero come una coppia. Se invece ci sono già dei segnali di fragilità, se la coppia non tiene con la nascita del figlio, occorre chiedere aiuto, per fare squadra al più presto». 

Secondo la Sua esperienza personale, l’emergenza Covid–19 ha rafforzato il legame matrimoniale e quello con i figli? 

«Dove c’era già un nucleo che teneva bene, il legame di coppia e il rapporto con la prole è riuscito a fare un salto evolutivo, come è accaduto nel nostro microcosmo. Durante il lockdown, con i bambini piccoli, in alcune situazioni, è stato difficile conciliare il lavoro con i loro bisogni e le loro continue richieste. Con i bambini piccoli il costo energetico è stato elevatissimo, anche dove c’era un nucleo che funzionava alla perfezione e riusciva a tenere un ambiente sostenibile dentro le mura domestiche. Le cose sono migliorate quando si sono riaperti gli asili, le scuole elementari e medie, i licei. Ecco perché la scuola deve funzionare, se la scuola è ferma tutto diventa difficile, il genitore deve diventare maestro, educatore, allenatore. Si rischia di andare in tilt». 

Se è vero che un matrimonio perfetto è spesso dato da un mix di onestà e compromesso, senza che venga dato spazio a sottomissione e prevaricazione, qual è il segreto per stabilire un rapporto di coppia matrimoniale solido e sereno?

«Imparare a litigare, e fare pace in tempi rapidi. Mi fanno paura le coppie che non litigano mai. Brava è  la coppia capace di litigare e uscirne fuori in fretta, elaborando quello che è successo. È questa una buona strategia per tenere in piedi le differenze, che aumentano sempre di più con il trascorrere degli anni».