Europa giovane

«I giovani non si vogliono più interessare della politica». È una frase che ha il sapore della rassegnazione: gran parte dei giovani, forse esasperati e stanchi dei cattivi esempi della nostra classe dirigente, hanno preferito, un po’ per incoscienza e un po’ per snobismo, non immischiarsi in questa così appiccicosa questione. E come dargli torto?

I GIOVANI E LA POLITICA

Eppure un giovane non può non interessarsi della politica: «Non si tratta di dire mi piace o non mi piace; la politica non è una questione di gusto: ci riguarda tutti e noi giovani non possiamo restare indifferenti», così Arianna, 19 anni, studentessa del liceo Lussana, cerca di ridestare tutti i giovani che han perso la voglia e l’interesse per la politica… Dopo tutto, la politica è anche saper guardare al futuro (che oramai ha smesso di essere roseo) e saperlo ripensare. I giovani devono ritrovare il coraggio di farlo perché il futuro appartiene a loro.

Politici però non si nasce ma si diventa. Non è più possibile seguire il canonico iter del «candidarsi e farsi eleggere» (così rispose un ex consigliere regionale a un ragazzo che chiedeva cosa dovessero fare i giovani per impegnarsi in politica). Bisogna invece riflettere sulla complessità del mondo e avere il coraggio di porsi quesiti sulla dura attualità, per formarsi un personale, autonomo senso critico, libero da ideologie semplicistiche.

UN CORSO PER CAPIRE

Questo è l’obiettivo che si prefigge “WE CARE”, la scuola di educazione e formazione alla politica organizzata da diverse associazioni (ACLI, AEPER, Parrocchia di Redona, Libera e Fondazione Serughetti La Porta, http://www.scuolawecare.it)rivolta a giovani dai 16 ai 26 anni, desiderosi di dare una ventata di innovazione e passione giovanile ad una politica che spesso è vecchia, polverosa, sciocca. «Non dobbiamo guardare alla nostra classe politica… ma preferisco guardare ad altri esempi di politici come Giuseppe Dossetti, Enrico Berlinguer e Sandro Pertini» dice Andrea, 19 anni, studente appassionato di scienze politiche, che cita il suo ventaglio di miti dai quali è possibile trarre esempio.

«I giovani devono assolutamente riappropriarsi della politica – dice Arianna – perché è solamente attraverso idee nuove che si possono ricucire le ferite provocate da un fallimento del quale noi non siamo responsabili»; è della stessa idea la sua amica Elena, 17 anni, liceale al Secco Suardo: «Mi interessa la politica e mi piace occuparmene: sono stata rappresentante di classe ed è un buon inizio…».

È proprio la verve giovanile ciò che occorre per ridare lustro alla politica e il corso soddisfa appieno la sete di curiosità e il desiderio di riflettere di coloro che vorrebbero fare qualcosa per la loro comunità, la loro città, il loro paese e la “nostra” Europa…

È proprio l’Europa il tema di quest’anno; sì perché il sogno europeo, il sogno della creazione degli Stati Uniti d’Europa, è una questione che, seppur troppo spesso snobbata negli ultimi anni, risulta ancora avvincente, in grado di stimolare l’entusiasmo dei giovani che non hanno ancora perso la speranza di un futuro migliore e che si ostinano nell’idea di costruirlo insieme. «L’Europa è da ripensare, e ancor prima dell’economia (sulla quale si accentrano ogni giorno le attenzioni dei media), occorre pensare alla cultura – dice ancora Andrea – non possiamo dimenticarci dell’Europa perché da soli non si va da nessuna parte».

I GIOVANI E L’EUROPA

C’è tanta voglia di capire e di imparare tra i giovani presenti alla prima serata del corso (iniziato venerdì 8 dicembre al Centro Studi La Porta); «L’Europa è un tema fondamentale, dobbiamo sentirci parte di un qualcosa di più grande e dobbiamo renderci conto in cosa consiste questa idea di Europa…» dice Arianna.

Relatore del primo appuntamento è stato Antonio Padoa Schioppa, illustre professore di storia del diritto, il quale ha efficacemente introdotto alla storia dell’Unione Europea e al processo d’integrazione europea. Padoa Schioppa ha smontato lo stereotipo di un’Europa come arcigna docente che guarda solo ai conti, che impone solo sacrifici senza portare alcun beneficio, e ha rilanciato la sfida della «costruzione dell’Europa come complesso federale che rispetti ed elogi le individualità di ciascun paese».

Il percorso di riconquista della politica inizia anche da appuntamenti come questi: dove i giovani riflettono e discutono di politica, accompagnati da chi la “buona” politica la vive e la fa ogni giorno, con passione.