Sardegna e politica

Mentre la Sardegna cerca di emergere dal fango, la Camera vota la fiducia al ministro degli Interni Annamaria Cancellieri. I due fatti, ovviamente, sono cascati insieme per caso. Ma la strana compagnia di due notizie così diverse resta esemplare comunque. Bastava osservare, in questi giorni, i giornali e i loro siti internet che dovevano trovare una specie di faticosa quadratura del cerchio: da una parte il PD rischiava di scoppiare e, in lontananza avrebbe potuto esserci anche una crisi di governo: dunque notizia importantissima. Dall’altra, il dramma della Sardegna, improvviso, grave, impressionante. Quello che stava capitando in Sardegna era diventato più importante della notizia importantissima.

LA POLITICA PRETESTO

L’ingorgo dalle due informazioni, così decisive tutte e due, invita a qualche considerazione, diciamo così, morale. Da una parte abbiamo la politica, con la sua “logica”, spesso assai poco logica e soprattutto assai poco sensibile a quello che avviene fuori del palazzo. La mozione Cinque Stelle, per esempio, «non è solo indirizzata individualmente al ministro, ma è anche ‘una richiesta di sfiducia al governo’», così hanno detto i grillini e così hanno ribadito giornali e telegiornali. Dunque la discussione sul ministro è un pretesto per silurare il governo.  Eccola, la malattia endemica della politica: i problemi della società diventano tutti pretesto, appunto, per tenere in piedi e la politica e i suoi giochi. I grillini così arrabbiati contro la politica, fanno politica anche loro e anche loro sono politici.

LA POLITICA SERVIZIO

Su questo mondo sbraitante e lontano ha fatto irruzione la Sardegna e il suo dramma e, in poche ore, il dramma Cancellieri è diventato psicodramma, tutto sommato secondario e trascurabile. Da questo improvviso ribaltamento viene fuori una verità dimenticata: che la politica deve essere al servizio della società e non viceversa. A che serve litigare a Roma mentre in Sardegna si annega? E’ una questione semplicissima di morale sociale. La morale, come si sa, non è qualcosa che si aggiunge, di tanto in tanto, come una specie di fiorellino all’occhiello, ma è il modo normale di agire. In questo caso è il modo normale di agire in politica: la buona politica è per la società e solo per la società. Lo si potrebbe dire in altri termini: la politica è servizio. Ma lo si dice ancora? Berlusconi vive solo esclusivamente al servizio dei cittadini, anche quando aggredisce giudici e giustizia? Gli scontri tra Renzi e Cuperlo servono soltanto per il bene della società italiana anche quando si scontrano su cifre e percentuali dei lori rispettivi amici? E i ragazzotti di Grillo parlano del bene comune, anche quando si oppongo agli immigrati per non perdere voti?
La Sardegna è un brusco richiamo. Tradotto in soldoni significa: la straordinaria emergenza dovrebbe far diventare un po’ più ordinaria la politica buona, cioè la politica che si mette davvero al servizio di tutti.

IL TUO PARERE

La politica-servizio è solo un sogno? Dove esiste ancora la politica come servizio?