Incontri fidanzati

Con il Parroco di Belsito m’è venuto da parlare di “corsi” per fidanzati. È la stagione. Ora che sono in pensione ero curioso di vedere come fa un altro a fare quello che mi ha sempre molto appassionato. Ho così scoperto che da lui gli incontri sono a carattere quasi esclusivamente catechistico. E qui mi son subito trovato molto d’accordo con lui. Inoltre sono aperti anche a coppie già sposate che intendono “rinfrescare” le motivazioni religiose del loro matrimonio e che, all’occorrenza, possono vivacizzare gli incontri parlando della loro vita vissuta. Ancora più d’accordo!

LE PRIME DOMANDE

I fidanzati si trovano senza particolari formalità attorno al parroco. Nel primo incontro, dopo la presentazione reciproca, si fa una rilevazione di alcuni dati riguardanti la coppia, soprattutto sull’atteggiamento con cui iniziano il cammino. Il don fa in modo che intervengano tutti, anche i più timidi. Si entra poi in argomento con la domanda sul perché si vogliono sposare. La risposta più gettonata, mi dice, è sempre quella di formare una famiglia. Al che il parroco, provocatoriamente, chiede se invece del matrimonio per questo non può bastare la convivenza. Forte! La conversazione permette di motivare profondamente il matrimonio come istituzione antropologicamente fondata, stabile, completa, riconosciuta e garantita.

La seconda sera si apre con uno scambio sulla religiosità di ciascuno: ognuno definisce la propria posizione di fede; “definisce” Dio e dice che cos’è e a che cosa serve la religione. A questo punto il parroco, mostra come nella Bibbia la religione è paragonata al matrimonio. («Come un giovane sposa una ragazza, così il tuo Dio sposerà te, o gente d’Israele»). Questo porta innanzi tutto a vivere meglio la religione, non come qualcosa di burocratico, ma con la libertà che c’è nell’amore; e poi servirà per vivere meglio il matrimonio, avendo Dio come modello di amore.

DIO, GESÙ E LE “COSE DELL’AMORE”

Al terzo incontro, il parroco pone un’altra domanda provocatoria: «Che cosa c’entra Dio con le cose dell’amore (con la sessualità)?». Quando tutti han risposto (per scritto, o a voce, a seconda del numero) il don esamina con i ragazzi i primi due capitoli della Genesi ricchissimi di allusioni alla sessualità e al suo valore come immagine e somiglianza di Dio. («Maschio e femmina li creò. A sua immagine e somiglianza li creò»). Dal terzo capitolo (il peccato originale) si ricava poi la spiegazione di come il progetto così alto di Dio è stato guastato dall’uomo.

Nel progetto creativo c’è il «crescete e moltiplicatevi», che, soprattutto in una civiltà come la nostra, è assai complesso e problematico. Il quarto incontro è dedicato appunto alla riflessione su questo problema. Il parroco aiuta i ragazzi a leggere la complessità della procreazione responsabile alla luce della fede.

Il quinto incontro è tutto dedicato a un’altra domanda intrigante: «Che cosa c’entra Gesù con le cose dell’amore?». Non è la stessa domanda del terzo incontro. Qui ci si interroga da cristiani e non da semplici credenti in Dio, come gli islamici o gli ebrei. In pratica si vede il matrimonio non solo come una benedizione divina, ma come sacramento dell’amore di Gesù Cristo. Il parroco mostra innanzitutto l’impianto sacramentale della nostra fede e quindi spiega la sacramentalità del matrimonio cristiano, per la quale un coniuge è mandato all’altro come segno concreto dell’amore di Gesù Cristo, amore fedele e generoso fino al dono di sé («Amatevi come io vi ho amato»).

MORALE E MATRIMONIO

Nel sesto incontro: si vedono le principali implicazioni morali del matrimonio alla luce sia di quanto visto nella Genesi nel terzo incontro e sia soprattutto alla luce delle parole e dei gesti di Gesù che fanno del matrimonio un sacramento del suo amore.

Il settimo incontro: è tutto occupato a rispondere ad un lungo questionario di verifica prematrimoniale in quattro punti (1) «Noi due»; (2) i figli; (3) parenti e amici; (4) il ménage familiare. Alla fine ogni fidanzato scambia con il partner il proprio elaborato e questo li aiuta a conoscersi meglio.

L’ottavo incontro è dedicato alla riflessione punto per punto della liturgia del matrimonio. Al nono si presentano gli aspetti giuridici e procedurali.

Il cammino si conclude con un ritiro spirituale incentrato sulla figura di Abramo, che con la sua risposta alla chiamata del Signore («Esci dalla tua terra, dalla casa di tuo padre e va’») diventa un modello per tutti coloro che per il matrimonio son chiamati a lasciare un mondo e un modo di vivere per entrare in un altro. Alla fine di tutto, non può mancare, ovviamente, un momento di festa.

L’amico era tutto “gasato” nel raccontare. Si vedeva che il compito gli piace e che è contento di come lo fa. Le mie convinte congratulazioni ho visto che gli han fatto brillare gli occhi.