Di corsa a Lipsia

mara e marco«In Italia non avevo prospettiva di carriera: la crescita che c’è in Germania è diversa, ma più che al Paese è legata alle dimensioni dell’azienda, che qui arriva a 3.500 dipendenti:  a Bergamo erano 300». Marco Servalli, 31 anni di Gandino, da settembre 2012 vive e lavora a Lipsia come manager di una multinazionale dei trasporti. La scorsa estate l’ha raggiunto anche la sua ragazza: «Abbiamo preso insieme questa decisione – spiega Mara Rossi, 26 anni, di Casnigo -: io non avevo niente da perdere, nessun lavoro fisso né la certezza di progetti a lunga durata».
Marco era già stato a Lipsia nel 2007, sempre con la stessa azienda: così, quando ha visto che vi era l’opportunità di lavorare di nuovo in Germania, perché si erano liberati dei posti in quella sede e questa volta non solo per pochi mesi, ha fatto domanda. Mara ha lavorato un anno con i profughi alla Comunità Ruah di Bergamo, per poi insegnare italiano agli stranieri, ma sempre con contratti a tempo determinato o a progetto.
«Possiamo dire che per me è stato più facile – racconta Marco -: il lavoro l’ho trovato dall’Italia, mi sono trasferito con una certezza. L’azienda mi ha anche aiutato a sbrigare le questioni burocratiche». Non è infatti così semplice trovare lavoro all’estero, anche in Germania che spesso è dipinta come la gallina dalle uova d’oro, in cui si riesce a trovare subito un impiego adatto al proprio titolo di studio. Mara, laureata in Lingua e Letteratura Araba e abilitata all’insegnamento tramite il nuovo Tfa, ne sa qualcosa: «Se non parli tedesco non ti tengono in considerazione: ad esempio, nello stesso ufficio di collocamento sono autorizzati a parlare con le persone solo in questa lingua. Essendo nell’area della ex Germania dell’est, non si parla molto l’inglese, non è una zona internazionale. Quando si arriva qui si ha diritto a frequentare l’Integrationkurs: circa 400 ore di corso di tedesco a un prezzo simbolico, un euro all’ora, finanziato per il resto dallo stato, finché non si raggiunge il livello di lingua base». Mara, avendo già studiato il tedesco alle superiori, è partita da un corso più avanzato: «Mi sto prendendo tempo per imparare bene la lingua e cercare un lavoro che abbia a che fare con il mio campo di studi: ci vuole un certo livello. Se si viene qui con l’idea di fare qualsiasi lavoro, forse è anche più facile, ma rimane sempre l’ostacolo linguistico». Nonostante questo, nel giro di pochi mesi Mara ha già sostenuto dei colloqui: «Quando si invia il proprio curriculum, anche se la risposta è negativa, rispondono entro una settimana: la sensazione è che la realtà sia più dinamica». I precari ci sono anche in Germania: persone che fanno i cosiddetti «mini-jobs», lavori a circa 450 euro al mese, partiti solo per studenti e trasformatisi poi in lavori per chiunque. Non manca il supporto dei connazionali all’estero: su facebook, attraverso il gruppo «Italiani a Lipsia», chi abita nella città da più tempo è pronto a dare una mano ai nuovi arrivati, rispondendo ai quesiti più disparati.