Chiesa e politica

“Voi siete il sale della terra”. E’ la frase del vangelo letto recentemente in tutte le chiese. Frase strana. Il sale lo abbiniamo alla tavola, ai cibi, non alla terra. Ma forse la relativa stranezza della frase aiuta a capire la forza d’urto che essa vuole trasmettere. Gesù si rivolge ai suoi discepoli e vuole dire loro che devono essere, nel mondo, qualcosa di completamente nuovo, che si vede e che si sente. Al limite qualcosa di urtante e di urticante, se necessario. Quello che non devono essere è limitarsi a carezzare quello che trovano. E’ rimasto celebre il commento a quell’immagine, nel Diario di un curato di campagna di Bernanos. Il vigoroso curato di Torcy parla al fragile curato di Ambricourt: “Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ragazzo mio, ma il sale. Ora, il nostro povero mondo rassomiglia al vecchio padre Giobbe, pieno di piaghe e di ulcere, sul suo letame. Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia. Ma le impedisce anche di marcire”.

SALE E MIELE

L’immagine ripropone un problema che è vitale per la Chiesa, per i credenti. Che cosa deve fare il credente di fronte alla società che si trova di fronte: blandirla o aggredirla? E’ un problema che si pone sempre e che emerge con più virulenza, di tanto in tanto, soprattutto in particolari momenti di crisi. Per questa ragione è un problema attuale, nelle drammatiche difficoltà che stiamo attraversando. E’ soprattutto in questi momenti che dalla società sale la domanda alla Chiesa perché “dia una mano”, si impegni anche lei, con i mezzi a sua disposizione, con le sue Caritas, i suoi soldi, le sue molte energie umane ad alleviare le sofferenze della gente. E’ la versione più nobile della “Chiesa-miele”. A questa versione nobile si aggiungono forme assai meno nobili, in alternativa o in aggiunta. Una tipica forma non nobile della Chiesa-miele è quella di coloro che plaudono alla Chiesa che fa le sue liturgie e le sue prediche, che si impegna nelle sue carità. Ma le intimano, rozzamente, di fermarsi lì e di non rischiare ad andare oltre. Guai se la Chiesa dice la sua sulla società e sulla giustizia, sugli immigrati e le politiche relative, se osa toccare la sacrosanta libertà individuale, dove tutti devono poter fare tutto. La Chiesa-miele ideale è la Chiesa che, al limite, se ne sta lontana e fuori totalmente dalla mischia. Da notare che queste strane raccomandazioni vengono da destra e da sinistra, dalla Lega e da molti rappresentanti laici di Forza Italia, da esponenti del PD e dall’estrema sinistra.

RITORNO AL VANGELO

Per il credente, comunque, il punto da non perdere, sempre, è che da credente, dopo aver gustato e fatto gustare un po’ di miele o dopo aver ingerito e fatto ingerire un po’ di sale, devo poi tornare là dove risuona quella Parola così perentoria: “Voi siete il sale della terra”. La disgrazia più grande per la Chiesa infatti non è tanto di essere o troppo miele o troppo sale, ma di aver smarrito le ragioni e del miele e del sale. Il problema numero uno, in altre parole, è la fedeltà al Vangelo: dobbiamo tornare sempre là: poi saremo o miele o sale ma lo saremo solo perché fedeli, senza stanchezze e senza distrazioni, senza cinismi e senza opportunismi, a quella Parola.

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