Sguardo di Padre

 In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza (Vedi Vangelo di Matteo 6, 24-34). Per leggere i testi liturgici di domenica 2 marzo, ottava del tempo ordinario, clicca qui.

Gesù ha annunciato il Regno, ha dato ai suoi discepoli la nuova legge (“avete inteso che fu detto… ma io vi dico”). Adesso è come se descrivesse lo stato d’animo necessario, il modo concreto di vivere la propria vita di discepolo del Regno.

NON POTETE SERVIRE DUE PADRONI

Tutto inizia con la frase famosa: Non potete servire due padroni…. È come se Gesù volesse porre la condizione che fonda e dà senso a tutto. Bisogna scegliere Dio, dice, in sintesi, Gesù. Il credente non può mettere un idolo al posto di Dio. Nella Bibbia, l’idolo, come noto, è il falso dio, un pezzo di mondo, una creatura, che pretende di essere Dio, di mettersi al posto del Creatore.

Quando, invece, il discepolo mette Dio al suo posto e ha la forza di declassare la ricchezza, allora la sua vita cambia. Le mirabili immagini che Gesù usa sono, di fatto, un invito ad andare all’essenziale e a vedere nelle cose stesse, la trama di una attenzione straordinaria da parte di Dio. Tutto, anche gli uccelli, anche i gigli dei campi, sono sotto lo sguardo paterno di Dio. Quando Dio è al primo posto, quando non lo si mette in conflitto con le cose e le ricchezze, tutto riacquista il suo giusto valore.

Si capisce, quindi, che il brano si concluda con l’invito ripetuto a mettere Dio al primo posto. «Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta».

SOLO DIO

È stato detto che il cristiano piega le ginocchia davanti a Dio e non piega la schiena davanti a nessuno. Quanti cristiani invece, che pure si dicono credenti, fanno esattamente il contrario: piegano la schiena davanti a tutti e non piegano le ginocchia davanti a Dio. Sono facili a usare la loro fede come omaggio supplementare da offrire al potente di turno, oppure come meccanismo di appoggio per avere successo e denaro. Se voglio arrivare dove voglio, meglio tenersi buono il cielo. Non si sa mai. E così dimenticano il Dio di Gesù Cristo e della Croce.

ANCHE IN TEMPI DI CRISI

Se davvero Dio è il Dio che non dimentica i suoi figli, che dà senso a tutto, anche alle cose insensate, allora le frasi evangeliche di oggi non sono per nulla un insulto anche in periodi di preoccupazioni e di crisi. Mi pare che vogliano dire soprattutto due cose. Prima: Dio è padre e il suo amore è al di sopra di tutto. Secondo: Per questo proprio perché Dio è padre, si può tentare di rifare la classifica dei nostri valori. Torna quella convinzione che, in questi anni, si è sentita affermare qua e là: c’è del buono perfino nella crisi e nelle molte sofferenze che ci provoca.

IL TUO PARERE

C’è del buono nella crisi? C’è davvero? E di che cosa si tratta?

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