Venditrice di libri

La borsa a tracolla, colma di libri da vendere ai passanti, sempre con il sorriso sulle labbra. Libri di storie di vita che vengono da lontano, dall’Africa, cercando in questo modo di raccontare una parte della propria cultura attraverso la narrazione e di sfatare anche qualche pregiudizio. Fatima ha 28 anni e viene dal Senegal, più precisamente da Dakar: è arrivata in Italia due anni fa, grazie alla richiesta di ricongiungimento familiare fatta dal fratello.
Ogni giorno, da ormai nove mesi, dal lunedì al sabato, prende il pullman da Ponte S. Pietro, dove abita con il fratello, per raggiungere via XX Settembre. Si posiziona quasi sempre vicino alla libreria Feltrinelli: chissà che non possa uscire qualche lettore curioso che abbia voglia di aggiungere alla sua biblioteca personale proprio i suoi particolari libri: «Le signore sono quelle che acquistano di più – racconta -, spesso li comprano per i nipotini, perché abbiamo anche libri con favole africane. Si fermano un po’ a chiacchierare, a volte chiedo se per caso loro possono aiutarmi a trovare lavoro, poi se ne vanno. Sono tutti gentili, la maggior parte mi dice che non è interessato, ma ogni tanto qualcuno un libro lo compra».
Fatima è venuta in Italia, come molti altri suoi connazionali, con la speranza di poter trovare un’occupazione: in Senegal ha studiato meccanica, ma non c’era lavoro. La realtà, però, si è rivelata diversa rispetto alle sue aspettative: il fratello, qui da quattro anni, è stato licenziato ed ora anche lui vende gli stessi suoi libri per strada. Sua cognata lavora in Senegal come parrucchiera, mentre i due nipoti, ormai grandi, stanno ancora studiando.
Fatima non sempre riesce a capire subito quello che le chiedo, spesso mi sorride dicendo: «Scusa, non ho capito»: ha iniziato da poco a frequentare un corso di italiano per stranieri, di quelli tenuti dalle associazioni di volontari, per imparare bene la lingua e potere così, forse, avere più possibilità di trovare qualche altra opportunità. «Ho provato a cercare lavoro – continua Fatima -: mi andrebbe bene qualsiasi cosa: assistente agli anziani, cameriera, babysitter. Ma non ho trovato nulla finora». Con i libri il guadagno è misero: lei e il fratello li comprano a Milano, a un prezzo poco più basso rispetto a quello di copertina. Guadagnano 1,50 o 2 euro a libro venduto, a seconda del prezzo totale; al giorno il massimo che si riesce a fare è venderne tre. «Preferisco vendere solo libri, niente braccialettini, accendini o altre cose, così non ho problemi con vigili o polizia» prosegue Fatima. Dopo la nostra chiacchierata e dopo avermi mostrato la sua mercanzia – racconti di donne alle prese con un secondo matrimonio del marito, storie che parlano dei pregiudizi degli immigrati sui “tubab”, gli italiani, altri che portano per mano attraverso i suggestivi paesaggi africani – torna alla sua “postazione”. Chissà, magari oggi sarà fortunata e riuscirà a vendere qualche libro in più.

L’uomo che aiuta a svuotare i carrelli al centro commerciale‎
Il mendicante della stazione ferroviaria