Sollievo autismo

Oggi è la giornata mondiale dell’autismo: istituita dalle Nazioni Unite nel 2008, vuole essere un modo per combattere i pregiudizi e le diffidenze verso questa disabilità. L’autismo, secondo la classificazione vigente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è un disturbo pervasivo dello sviluppo, che si manifesta in genere entro il terzo anno di vita con deficit nell’area della comunicazione, dell’interazione sociale, dell’immaginazione e della progettualità.
Bergamo si pone come provincia pilota per le attività di supporto socio-educativo rivolte a soggetti con autismo, grazie al progetto “Sollievo autismo”, attivo dal febbraio 2004. Il progetto è finanziato dal Settore politiche sociali e salute della Provincia di Bergamo e dalla Fondazione Istituti Educativi di Bergamo e viene realizzato dalla Fondazione Istituto Sordomuti presso lo “Spazio Famiglia” a Torre Boldone.
“In questi dieci anni l’esperienza dello Spazio Famiglia si è consolidata grazie a due fattori principali – spiega Gabriella Savoldi, coordinatrice del progetto -: un gruppo ormai collaudato di operatori, formati sulle tematiche per la gestione dell’autismo e la fiducia delle famiglie nei nostri confronti. Il nostro non è un posto dove collocare i ragazzi per dare un attimo di respiro ai genitori, ma un luogo di crescita, confronto ed ascolto”. Diverse le attività del centro: dall’azione weekend, in cui durante il fine settimana si accoglie un gruppo omogeneo per età e livello cognitivo, all’”azione vacanze”, agli interventi di sostegno alle famiglie e alle scuole, fino ai diversi laboratori. Secondo le stime più recenti, nella Bergamasca vi sono circa 400 casi di persone tra i 3 ed i 25 anni affetti da patologie inseribili nello spettro dell’autismo. Restano esclusi gli adulti, che non hanno avuto un’adeguata analisi funzionale. “Seguiamo complessivamente 80 casi – prosegue la dottoressa Savoldi -, di cui 60 in maniera costante. Rispetto all’inizio del progetto, abbiamo anche bambini molto piccoli, dai tre anni: ora il disturbo viene diagnosticato prima. Per loro abbiamo attivato un progetto di laboratorio per renderli più autonomi e aumentare le loro capacità di comunicazione verbale e non, affinché possano vivere momenti sereni in un ambiente che rispecchia quello familiare”. Senza contare che, rispetto al passato, quando l’autismo creava una sorta di paura e diffidenza, al giorno d’oggi i ragazzi trovano più facilmente un ambiente che li accoglie: “La domenica mattina andiamo insieme a Messa, qui a Torre Boldone – continua Savoldi -: dopo un primo impatto un po’ forte, c’è stata una reale accoglienza da parte della comunità. Il posto per i ragazzi è quello vicino all’altare: lo lasciano libero apposta e, quando è occupato e arriviamo, si alzano per lasciare loro posto”. Molto proficuo anche il rapporto con gli oratori: un supporto affinché gli ospiti possano condividere queste esperienze con i ragazzi della parrocchia. “È importante parlare di autismo in modo corretto, cosa che spesso i mass media non fanno – prosegue Savoldi -: sono persone che sanno amare, anche se a volte non trovano le parole per esprimerlo; non è vero che vogliono isolarsi, ma non sanno come rapportarsi con gli altri e hanno una grande carica che ci aiuta a stare loro vicino”. Lo Spazio Famiglia ormai supplisce ad alcuni servizi che i comuni, a causa dei continui tagli, non sono più in grado di sostenere. Ora però questo progetto, che tempo fa ha vinto  il primo premio per l’innovazione nelle politiche sociali in un concorso a livello nazionale, è a rischio: “Al 50% è finanziato dalla provincia. Come faremo se le province saranno abolite? Chi sarà disposto ad ascoltarci?”.