Alleanze educative

Il mondo della scuola si mobilita per l’incontro con Papa Francesco “La Chiesa per la scuola” di domani, 10 maggio, alle 15 in Piazza San Pietro. Centoquarantamila le persone attese, oltre duemila solo dalla Bergamasca. Sette saranno i temi chiave: comunità, autonomia e sussidiarietà, umanesimo, alleanza educativa, generazioni e futuro, insegnanti, educazione. «L’alleanza educativa tra scuola e famiglia – precisa Walter Michieletto, presidente dell’Agesc di Bergamo – è importantissima in quanto la collaborazione mette al centro l’educazione dei nostri figli e permette di guidarli nel cammino di crescita che fa parte della vita. Spesso si vedono casi di disagio che hanno dietro l’assenza della famiglia e quindi la difficoltà per i docenti di poter aiutare l’alunno a 360 gradi. Non si può pensare che la scuola si sostituisca alla famiglia; occorre lavorare insieme aiutandosi a vicenda per aiutare i nostri figli», e ricorda che «gli studenti delle Scuole Paritarie nella Bergamasca sono circa 12 mila». Sabato sul sagrato di San Pietro (previsto l’arrivo di decine di migliaia di persone), ci sarà anche Walter insieme alla moglie e al figlio.
«Da Bergamo si prevede che arriveranno circa duemila persone tra insegnanti, dirigenti Scolastici, alunni, genitori e nonni: insomma più generazioni insieme unite sotto un unico invito che ci ha fatto il Papa qualche mese fa. Poi ce ne sono altre che si muoveranno in autonomia sempre da Bergamo e che si ritroveranno a Roma il 10». Appuntamento a sabato dunque, perché mai come in questo caso l’unione fa la forza.

Dottor Michieletto, in una recente intervista al quotidiano Avvenire Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei interpellato in merito a quest’incontro, ha detto tra le altre cose «andremo ad ascoltare la voce del Papa, non a rivendicare finanziamenti per la scuola cattolica. Vogliamo lanciare un segnale politico: la scuola non può essere il bancomat da cui, attraverso i tagli, attingere il denaro da sprecare in altre direzioni». Che cosa ne pensa?

«Sicuramente questo incontro del Papa con TUTTA la Scuola sta a testimoniare che non è stato organizzato per rivendicare il problema della legge sulla parità mai attuata nella sua interezza; certo è che la scuola cattolica gioca un ruolo importante e fondamentale nel nostro Paese in tema di educazione e formazione e spesso in molte città e paesi di provincia è l’unica possibilità che le famiglie hanno per l’educazione dei propri figli, soprattutto nelle scuole dell’infanzia che sono per la maggior parte collegate alla parrocchia e agli istituti religiosi. È chiaro che si vuole dare un segno forte ai nostri politici nel ricordare l’importanza del ruolo della scuola cattolica paritaria che è una risorsa ma che non può e non deve sostituirsi ai doveri dello Stato che DEVE garantire un grado di istruzione base a TUTTI i suoi cittadini e questo lo deve fare investendo risorse proprio a partire dalla scuola per avere una società civile del domani al pari delle altre che abbiamo di riferimento in Europa e nel Mondo».

Che cosa rappresenta per gli alunni, gli insegnanti e i genitori l’incontro con il Papa?
«È l’occasione per conoscersi e vivere dei bei momenti di relazione vera e non virtuale come ormai troppo spesso viene fatto nella nostra società. L’occasione di camminare e passare qualche ora in Piazza San Pietro ascoltando emozionati la parola del Santo Padre. L’occasione di fare un viaggio con i propri figli e quelli degli altri e conoscere, accorciare le relazioni tra scuola-figli e famiglia. La possibilità di partecipare e migliorare il rapporto scuola-famiglia, essere da esempio per i nostri figli e facendogli capire che la partecipazione si può aiutare a crescere e può dare il proprio contributo per una Scuola e Società migliore».

«Non scoraggiatevi di fronte alle difficoltà che la sfida educativa presenta! Educare non è un mestiere, ma un atteggiamento, un modo di essere; per educare bisogna uscire da se stessi e stare in mezzo ai giovani, accompagnarli nelle tappe della loro crescita mettendosi al loro fianco. Donate loro speranza, ottimismo per il loro cammino nel mondo». Queste le parole del Santo Padre pronunciate durante il discorso ai giovani delle scuole dei gesuiti il 7 giugno 2013. È d’accordo con questa esortazione?
«Come non essere d’accordo! Per noi genitori impegnati nella Scuola sono la base e lo stimolo a continuare questa collaborazione attiva e cercare di coinvolgere tutti quei genitori che rimangono in disparte e non si mettono in gioco non mettendo a disposizione della comunità educante le proprie passioni ed esperienze. Una delle difficoltà che abbiamo oggi è la partecipazione degli adulti alla vita sociale e della scuola e la mancanza di apportare correttivi e miglioramenti per la nostra società».

La crisi economica ha colpito in quale modo la scuola paritaria?
«Parlando di crisi economica è chiaro che le nostre scuole sono state colpite duramente in quanto come cittadini paghiamo le tasse per il sistema d’istruzione nazionale e paghiamo una seconda volta per garantire un buon livello di istruzione dei nostri figli. È chiaro a tutti, i problemi in cui versano le scuole statali nel nostro Paese, i costi necessari per mandarle avanti a un livello a volte di quasi sufficienza e invece quella che è l’esperienza delle scuole paritarie cattoliche che sono spesso un’eccellenza a un costo decisamente inferiore. Si parla spesso di costi standard e di modelli da applicare a tutte le scuole ed è questo che il nostro Governo dovrebbe tendere e facilitare per avere una scuola italiana all’altezza del nostro paese».

L’arcivescovo di Milano monsignor Angelo Scola ha dichiarato che c’è bisogno di un nuovo Umanesimo, perché «uno dei motivi di smarrimento della nostra società è la mancanza di amicizia civica». Nella sua veste di padre di un bambino di 11 anni, quanto può fare la scuola in tal senso?
«Come genitore sono d’accordissimo con l’arcivescovo Scola e ritengo che la scuola unita alla famiglia possa guidare i nostri figli per una società civile del futuro migliore. Ritengo quindi che la scuola senza famiglia possa fare solo delle cose limitate».

Considerato che lo stesso Bergoglio ha detto che «la Chiesa ha bisogno di uno sguardo di vicinanza soprattutto verso i giovani e uno stile di accompagnamento» il 10 maggio in Piazza San Pietro Papa Francesco assumerà per gli studenti riuniti la figura di un padre?
«Direi che sin dal suo insediamento il Papa ha dimostrato un senso di paternità nei confronti dei fedeli e si vede nel numero di persone che si stanno riavvicinando alla Chiesa. Sabato sarà una conferma di tutto questo e si vedrà dalla partecipazione».