Elezioni europee. La sorpresa

Siamo ancora nell’interstizio tra le europee e le amministrative: meglio, tra i risultati delle prime e quelli delle seconde. Stanno piovendo i commenti.

Intanto una annotazione. Alfano sembra discretamente soddisfatto di essere sopra il 4 per cento, mentre Grillo è sconfortato per essere solo al 21 per cento. Le elezioni, da sempre, sono il trionfo dei punti di vista, fino agli estremi. C’era un tempo in cui si vinceva sempre, anche quando si perdeva. Adesso spesso – non sempre, certo – si perde anche quando si vince.

Ma su tutti i commenti politici, in queste ore, mi piace notare un dato che riguarda i comportamenti, qualcosa che ha a che fare più con la psicologia o con l’antropologia che con la politica. Le sorprese sono soprattutto due: la – relativa – sconfitta di Grillo e l’inattesa vittoria del PD. La cosa che mi pare si debba notare è proprio la sorpresa: gli elettori si sono comportanti diversamente da come molti prevedevano e moltissimi auspicavano. Durante la campagna elettorale con le piazze di nuovo piene e gli oratori che gridavano, erano prevalsi, come inevitabile, comportamenti “imitativi”: si faceva come i leader comandavano. Grillo, in questo, è maestro. Sarà anche vero che il suo movimento è il trionfo della libertà. Ma è una libertà così impegnata a rompere tutto e a denigrare tutti che chiede il massimo della coesione. Per cui, se Grillo dice di gridare uno slogan, la piazza grida; se dice di fare un minuto di silenzio per la morte dei partiti, la piazza tace; se dice di insultare il Presidente della Repubblica, i fans diligentemente insultano.

Le votazioni hanno confermato che una buona parte di quei potenziali elettori ha detto: mi hai detto di votare così. Adesso io voto come mi pare, cioè diversamente da come mi hai detto tu. Il risultato è che l’urlatore è stato rintronato, il trombone trombato.

La presa di distanza è il segno che in questa società la libertà conta di più del fascino del capo. Contano di più le idee che gli insulti. Adesso la politica può riprendere il suo corso, anche per riconquistarsi i  tanti elettori perduti.