Atalanta-Parma. Ansia da risultato. Ma siamo solo alla settima giornata

Foto: Roberto Donadoni, ex-atalantino, allenatore del Parma

Gara equilibrata, domenica, fra Atalanta e Parma, che dovrebbe disputarsi in paradiso, su un campetto colorato di celeste lungo quei viali intitolati a Sua Serenità. Lontano dalle nostre insensate tensioni tutte terrestri. Dicesi equilibrata, ma immaginasi delicata.

Entrambe le squadre – sorprendentemente – in fondo alla classifica (Atalanta 4 punti e reduce da 4 sconfitte, Parma 3 punti e 3 sconfitte, in 6 partite). Emiliani che prendono una caterva di gol (16, media catastrofica da Bundesliga), nerazzurri che non segnano nemmeno per sbaglio. Con questi numeri nudi e crudi, tira una brutta’aria (da 0-0). Nervosismo a gogo’ per un pari a reti inviolate, abito modesto che tuttavia calzerebbe a pennello ai dimagriti ospiti, privati l’estate scorsa dell’Europa League conquistata sul campo. Un punticino in trasferta, cominciando a rallentare la frana della retroguardia, sarebbe per loro già un bel risultato. Ma l’Atalanta, davanti al proprio pubblico, non può, almeno in partenza, condividere questo ragionamento. E l’incertezza è segnalata pure dagli esperti di scommesse. Padroni di casa favoriti proprio per via del fattore campo, però di misura. Puntandoli, con 10 euro se ne guadagnerebbero una quindicina.

La squadra di Colantuono – è un dato di fatto – ha iniziato la stagione tradendo più difficoltà del previsto. La giustificazione del calendario complicato regge fino a un certo punto. Difficile, per esempio, considerare ostacolo invalicabile l’Inter, che, dopo aver battuto nettamente l’Atalanta, ha preso quattro gol in casa dal Cagliari e tre a Firenze. Insomma si poteva far di più e la striscia negativa tuttora in corso non può non aumentare le preoccupazioni. Giusto tuttavia non drammatizzare.

I motivi del rendimento finora deludente possono anche non essere strettamente tecnici. S’è parlato a lungo di un organico uscito arricchito e rinforzato dal mercato. Il gruppo ha assorbito questa tendenza e probabilmente avverte una responsabilità gravosa. Che, se i risultati latitano, può tramutarsi in pesante fardello. E attenzione perché un’eventuale crisi conclamata sarebbe difficilmente gestibile. Meglio andare in affanno con una squadra scarsa che con una buona ma ansiosa. Ecco perciò che da questa situazione s’esce con pazienza e attraverso una condotta giudiziosa più che passando da un modulo all’altro. A prima vista, il grave infortunio che di fatto cancella dalla rosa Estigarribia, esterno di ruolo, suggerisce di diminuire le sovrapposizioni sulla fasce, andando sul sicuro con una specie di ritorno al passato. Ma tipi come Zappacosta e Dramé, ormai titolari a tutti gli effetti, possiedono caratteristiche ben definite, che non sembra utile limitare. Valutazioni che spettano al tecnico. Difficilmente, comunque, col Parma sarà la partita della svolta. Importante la posta in palio, ma siamo solo alla settima giornata…

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