La pulce nell’orecchio/Atalanta-Roma 1-2. Squadra da rifondare?

A Bergamo, Roma batte Atalanta 2-1 (2-1). L’Atalanta ha segnato 60 secondi dopo il fischio d’inizio con Moralez, in seguito a brillante azione di Raimondi. Ma quando Cole, che ha concesso il dribbling vincente all’esterno, e tutta la Roma ancora dormivano. Ciò non è bastato per far risultato. Gli ospiti, scampato un altro pericolo (traversa di Baselli a portiere battuto), hanno poi fatto valere – nonostante le tante assenze e la serata generalmente negativa – la maggior qualità, ribaltando il risultato.

Nei due gol, errori nerazzurri: collettivo sulla conclusione di Ljaijc, lasciato libero di tirare, individuale (palla persa a centrocampo da parte di Carmona) su quella di Nainggolan. Per tutto il secondo tempo, la Roma s’è limitata a controllare, chiusa prosaicamente nella propria metà campo, senza che l’Atalanta fosse in grado di rendersi seriamente pericolosa. Da annotare solo un colpo di testa di Stendardo su palla ferma e un gol mancato da Moralez, che aveva rubato palla a De Rossi. Molte assenze lamentava anche Colantuono, intendiamoci: Benalouane, Cigarini, Migliaccio, più i lungodegenti. Rispolverato per l’occasione capitan Bellini, con Gomez quarto del centrocampo a sinistra.

Tutto sommato, Atalanta ancora una volta da bocciare, anche se un pareggio finale non avrebbe fatto gridare allo scandalo. Però è stata un’occasione perduta perché a chi potrà più capitare d’imbattersi nella seconda della classe così distratta (martedì match decisivo per la Champions a Mosca)? Senza un’organizzazione di gioco valida e credibile, non ci sono luoghi comuni, cuore e grinta che tengano. Ed è inutile prendersela con Denis che non segna. Da solo nel cuore della retroguardia avversaria, l’argentino si batte, lotta, ma non prende mai la palla. Di tirare non se ne parla, figurarsi di segnare. Sicché ci si trova con un centravanti nervoso, pure insofferente, alla fine, della sostituzione (al suo posto dentro Bianchi, con Boakye – espulso nel finale – in luogo di Gomez).

Ora si dirà che il vero campionato dell’Atalanta comincia domenica prossima a Empoli e poi col Cesena, eccetera. Come se fosse automatico risalire la corrente perché gli avversari di turno non possono vantare campioni e carisma. E se invece il presidente Percassi entrasse nell’ordine d’idee d’avere fra le mani una squadra da rifondare? Ecco un dubbio meritevole di serio approfondimento.
Cesare Malnati