La pulce nell’orecchio/Empoli-Atalanta 0-0. Ancora 0-0. Non se ne può più

Foto: Colantuono, allenatore dell’Atalanta

Empoli e Atalanta 0-0. In tutta la serie A ci sono stati finora nove 0-0 su 128 partite. Ebbene, 4 su 9 li ha fatti l’Atalanta. Il dato parla da solo. Pur giocando come al solito, cioè tutti dietro, i nerazzurri anche in Toscana hanno dovuto affidarsi a Sportiello, che nel primo tempo ha compiuto un autentico prodigio cacciando sul palo una conclusione a colpo sicuro di Verdi. C’è da chiedersi quanti degli undici punti in classifica rimarrebbero se si dovessero eliminare quelli conquistati dal portierone. Unico squillo orobico, un bel colpo di testa di Denis subito all’inizio, quando forse le ferree disposizioni difensive di Colantuono non erano ancora del tutto scattate. Per il resto s’è assistito a un monologo dei padroni di casa, sospinti da un superlativo Maccarone. Forcing infruttuoso. Ma perché? Un po’ a causa di una certa evanescenza di Tavano e compagni, un po’ perché l’organizzazione della retroguardia atalantina – questo sì – s’è dimostrata ancora una volta perfetta, con la regia di Stendardo.

Questo il riassunto di una gara divertente nel primo questo d’ora e tramutatasi in macchinosa con l’andar del tempo. Sul piano pratico, il punto strappato a una concorrente diretta in casa sua può considerarsi positivo. Ma va ricordato che da circa vent’anni, con l’introduzione dei tre punti a vittoria, il pareggio vale alla lunga mezza sconfitta. Alla vigilia della trasferta, s’era dichiarato che ad Empoli sarebbe cominciato il vero campionato dell’Atalanta. Peccato che non si sia visto niente di nuovo. Appuntamento rimandato a domenica prossima, ospite all’Azzurri d’Italia un Cesena messo pure peggio?

Attendiamo con fiducia, ricordando tuttavia che per vincere qualche partita sarebbe utile provare trame offensive magari nuove. Senza organizzare qualcosa di diverso, pare molto superficiale insistere addossando a una presunta crisi tecnica e fisica di Denis l’anemia dell’attacco. Anche a Empoli il povero argentino ha prevalentemente giostrato sulla tre quarti, ma non quella degli avversari bensì la sua. Quando addirittura, sulle palle ferme, non andava a piazzarsi come ultimo uomo accanto al portiere sulla linea di porta. Idem con patate l’altro molto presunto attaccante, Moralez, che, intendiamoci, non ha rubato niente sul piano della prestazione per l’assidua presenza anch’egli in fase di contenimento. A un certo punto, dentro anche Migliaccio e poi Del Grosso definitivamente allestendo Fort Apache. In bocca al lupo, infine, a Raimondi, presto infortunatosi (sostituito da D’Alessandro, ex ala a sua volta trasformato in terzino alto).