Il confessore della Madonna. Se la Madonna, dopo l’Annunciazione, fosse andata a confessarsi…

«Se la Madonna. dopo l’annunciazione, fosse andata a confessarsi, il confessore sarebbe riuscito a prenderla sul serio per quell'”opera dello Spirito Santo”, e le avrebbe dato l’assoluzione?» È la domanda che mi son sentito rivolgere, durante le feste di Natale, da un’amica, molto credente e nello stesso tempo, come si può capire, non priva di senso dello humor. Benché stavolta sia andata molto rasente al limite. Ho capito subito però che non metteva in dubbio la santità di Maria. La signora, che ha una bella voce, canta anche lei con convinzione il bell’inno a Maria musicato da Frisina: «O santissima, o piis-sima/ Madre nostra, Maria!/ Tu, preservata immacolata,/prega, prega per i figli tuoi». No, con la sua battuta non metteva in discussione la Madonna, ma noi confessori, sulla cui competenza e capacità di discernimento, a quanto pare, lei ha qualche… piccola riserva. Secondo lei, noi siamo poco capaci di cogliere perfino le più clamorose manifestazioni della libertà dello Spirito Santo, perché, sempre secondo lei, siamo bloccati dal fatto che in confessionale ci sentiamo più difensori del rispetto dei comandamenti che servitori dell’azione dello Spirito Santo nella vita dei penitenti.

ANCHE PAPA FRANCESCO AVREBBE AVUTO QUALCHE DIFFICOLTÀ

Riconosco che la signora ha più di una ragione, ma voglio dire anch’io una parola a nostra scusante. Parlo innanzi tutto pro domo mea. Il caso di Maria è unico nella storia. Non ci fu mai niente di simile prima, né ci sarà mai più dopo. Se dopo l’annunciazione, la fanciulla di Nazaret, promessa sposa di Giuseppe, fosse andata (ipotesi del terzo tipo) a confidarsi …col Papa stesso e gli avesse detto:«Padre, sono incinta, il mio promesso sposo non lo sa, e non c’entra nemmeno. C’entra lo Spirito del Signore, che ha mandato un angelo ad avvertirmi e a chiedermi il consenso. Ma io adesso, che faccio?», io credo che lo stesso Papa Francesco, pur con la sua nota larghezza di cuore, non conoscendo nulla di quella ragazza, che vedeva per la prima volta, sarebbe rimasto sorpreso da una simile confessione e avrebbe avuto innegabilmente anche lui qualche perplessità. Si fa presto adesso a dire. A noi il mistero della nascita verginale di Gesù è stato svelato, ma allora qualsiasi confessore si sarebbe trovato in grossa difficoltà di discernimento. Anche la mia amica questo lo sa, ma ci gioca un po’ perché, nel suo amore per la Chiesa e per noi preti, vorrebbe che, al di là di tutto, i confessori fossero, che so, meno fiscali, meno ligi alla lettera della legge e più aperti alla libertà d’azione dello Spirito santo, che spira quando, come, dove vuole e su chi vuole. E chi può darle torto?

PIENI DI SPIRITO SANTO O IMBROGLIONI?

Ma credo che tutti siano d’accordo che questa capacità di equilibrio fra lassismo e legalismo non è la cosa più facile. Infatti, per essere “aperto”, qualcuno pensa di poter abolire “la Legge e i profeti”. Ma Gesù stesso, a chi lo rimproverava di lassismo. rispondeva: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure una virgola o qualsiasi altro segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto». Gesù non è un lassista, ma vuole che i suoi discepoli, in particolare i confessori, non imitino i farisei che «filtrano il moscerino e poi ingoiano il cammello». Altrettanto difficile per i confessori discernere, ai primi incontri, se un penitente è un mistico, pieno di Spirito del Signore, o un esaltato dalla sinderesi terremotata. La storia della spiritualità cristiana è piena di casi di campioni e campionesse della mistica che, prima di essere riconosciuti santi, furono perfino perseguitati per eresia o stregoneria dall’autorità ecclesiastica, ed è piena anche di fanfaroni che con le loro mistificazioni poterono confondere strati anche alti del popolo di Dio.

Noi confessori siamo avvertiti. Dobbiamo studiare e pregare per avere il secondo dono dello Spirito santo, quello dell’intelletto (“intus légere = leggere dentro, nel cuore delle persone). E lo faremo sempre di più. Lo sentiamo estremamente necessario. Chi ci vuol bene, i buoni cristiani, sanno bene quanto non sia facile il nostro ministero di confessori e fanno la loro parte: ci aiutano, con la preghiera, con il consiglio, con la comprensione e anche (perché no?) con le battute spiritose. Castigat ridendo mores. Noi ci contiamo. Io per primo.