La pulce nell’orecchio/Fiorentina – Atalanta 3-2. Forte sulla carta, debole sul campo

Foto: Luca Cigarini

Fiorentina batte Atalanta 3-2 (1-1). Risultato finale legittimo a favore della Fiorentina, ma sconfitta piuttosto fastidiosa per l’Atalanta, che possiede un potenziale offensivo da sfruttare ben diversamente. Nella ripresa ancora una volta la squadra nerazzurra s’è abbassata eccessivamente sicché è diventato poi normale che un attrezzato attacco come quello viola abbia preso il sopravvento. Ecco che i difensori si prendono le colpe, ma sarebbe meglio non portarsi gente come Mario Gomez, Diamanti e compagni dentro l’area. I padroni di casa, che fino all’intervallo non erano stati affatto brillanti, hanno cambiato la gara con una mossa tattica rivelatasi vincente. Mister Montella ha messo in campo un 4-3-3 nuovo di zecca, inaridendo la buona vena delle coppie d’esterni atalantine, Masiello-Zappacosta e Bellini-Gomez. Nel primo tempo, invece, era stata la formazione di Colantuono a dettar legge proprio perché finalmente sulle fasce si riusciva a creare gioco attraverso produttive sovrapposizioni.

Gara movimentata, con l’Atalanta presto in vantaggio con Zappacosta di testa e prevalente fino alla mezz’ora. Nel finale di tempo i viola hanno cominciato a farsi sotto, dopo aver trovato il pari anch’essi per via aerea col difensore Bisanta (lasciato incustodito). Nel secondo tempo, troppo poca Atalanta, col solito vizio di pensare a controllare per tornare a casa col punticino. Missione fallita, sebbene Boakye, messo dentro a buoi usciti dalla stalla, fosse riuscito momentaneamente a rimediare l’errore difensivo di Del Grosso utile a Diamanti per il 2-1. I conti li chiudeva all’88’ Pasqual.

Il prediletto 4-4-1-1 il modulo scelto da Colantuono, con Moralez trequartista dietro Denis e Gomez esterno sinistro. Sul banco degli imputati Cigarini e Denis. Sui social si chiede ormai a gran voce la loro sostituzione. Il bomber argentino sta in crisi nera, che forse è più psicologica che tecnica o fisica. Come se il ragazzo non sentisse abbastanza la fiducia che a Bergamo l’ha sempre circondato. Il centrocampista idem con patate, ma nel suo caso il tecnico potrebbe pure pensare a qualche variante magari avanzandolo di una decina di metri in modo da non costringerlo a cantare e portare la croce. Intanto un certo Baselli viene usato col contagocce.

Resta il fatto che quest’organico, ulteriormente rinforzato con l’ultimo mercato, è inammissibile che debba stare a battagliare in fondo alla classifica. La catena di destra Masiello-Zappacosta attende solo d’essere sfruttata, senza contare i progressi di Gomez (nel primo tempo). Emanuelson non s’è mosso dalla panchina e Pinilla è entrato a ripresa inoltrata. In poche parole: bisogna fare molto di più.