Ceneri. Spunti di riflessione di inizio quaresima

Inizia la quaresima con il gesto severo, austero delle Ceneri e con un vangelo, un brano del discorso della montagna, dove ci si invita a non suonare la tromba davanti a noi per esibire quello che facciamo e a entrare, invece, nel segreto: lì soltanto è possibile incontrare Dio.

DALLA PIAZZA AL CUORE

Le parole del vangelo delle Ceneri sono di fatto una vigorosa contestazione alla nostra tendenza a uscire da noi per cercare gli altri. La “piazza” diventa spesso la nostra casa. E la nostra vita è diventa un interminabile spettacolo. Nel vangelo che si legge il mercoledì delle ceneri, la parola chiave è “Ipocrita”. Ipocrita significa “attore” e tutto il Vangelo delle Ceneri è denuncia della nostra tendenza andare nei luoghi affollati: sinagoghe, strade, piazze per metterci in scena e per mettere in scena ciò che facciamo: l’elemosina, la preghiera, il digiuno. Nelle sinagoghe, nelle strade, nelle piazze, infatti, incontriamo gli uomini e, in fondo,  incontriamo noi stessi, che siamo alla ricerca spasmodica dell’approvazione degli altri. Ora, il vangelo delle Ceneri ci dice che dobbiamo abbandonare i luoghi pubblici e rientrare in casa, tornare “nel segreto”, la camera. E lì, nel segreto, ritrovare il centro di tutto il nostro segreto, il cuore. Il cuore è il nostro “sancta sanctorum”, il centro del Tempio, stanza nuda dove abita Dio. Così deve essere il nostro cuore, denudato di tutto, con digiuno e penitenza, può accogliere Dio: il nostro piccolo cuore può diventare il grande tempio dove Dio abita e lì dove nessuno entra, incontriamo Dio.

RIMUOVERE, TOGLIERE, RINUNCIARE

Possiamo, dunque, capire perché si deve digiunare. Per penetrare in questo recesso, bisogna rimuovere molti ostacoli. È necessaria l’ascesi, il tipico “stato d’animo” e stile di vita della quaresima. La nostra continua tentazione, infatti, è di rivestire Dio delle nostre molte cose e delle nostre moltissime aspettative. Corriamo sempre il rischio che il Dio al quale ci  rivolgiamo sia non come è lui ma come lo vogliamo noi. Per questo è necessario rimuovere, demolire, togliere. Bisogna “rinunciare”: che strano suono queste parole fuori moda: rinuncia, rinunciare!

LE NOSTRE PAURE E UNA POSSIBILE SPERANZA

Entriamo in quaresima mentre si parla di guerra, di massacri, di uccisioni feroci,  di masse di gente che fugge verso altri paesi. Siamo preoccupati e, a volte, spaventati. Siamo come il bambino che si trova a dover affrontare una foresta cupa in piena notte. Non ha nessun aiuto. Ha soltanto la voce del padre che lo rassicura. Con quella voce, però, riesce ad attraversare la foresta. Se poi la voce di un Padre è stessa per tutti noi allora quella voce ci  raduna, anche in piena notte, anche in piena foresta.  Quella voce non elimina i nostri problemi ma ci dà forza per affrontarli: parola di conforto e di speranza.

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