I fast food, le nuove mode alimentari e noi

E’ un periodo in cui scricchiolano tutte le certezze, anche quelle più granitiche. Di questi giorni è la notizia di una svolta epocale: i fast food diventano salutisti. O, almeno, così vogliono farci credere. McDonald’s lancia in Italia l’ennesimo hamburger con variazione sul tema, stavolta con una novità sostanziale: sarà senza carne, e infatti verrà chiamato “veggie hamburger”. Nel frattempo, un altro colosso del settore, per non farsi surclassare dalla concorrenza, rilancia: la Burger King, per il momento solo negli Stati Uniti, abolisce le bibite dai menu per bambini. D’ora in poi, per i piccoli solo latte e succhi di mela.

SALUTE E MERCATO

È evidente che dietro a queste svolte salutiste ci siano, come al solito, ragioni di mercato: come hanno sempre fatto, ancora una volta le multinazionali più accorte intercettano le tendenze del momento, in particolare la mania salutista e vegetariana che sta conquistando noi occidentali. Se questa sia una vera consapevolezza dell’importanza del mangiare bene e sano, o solo l’ennesimo sfizio, un vezzo momentaneo che si concede un mondo annoiato, difficile dirlo. Sarà bene, in ogni caso, guardare a simili operazioni di marketing con disincanto, senza immaginare chissà quali pentimenti, chissà quali sollecitudini per il nostro benessere da parte di compagnie che – legittimamente – hanno altri fini.

I NOSTRI CAMBIAMENTI REPENTINI

Piuttosto, si potrebbe virare lo sguardo su noi stessi, cominciando dall’incredibile ritardo con cui ci accorgiamo dei nostri errori e cerchiamo maldestramente di correre ai ripari. Passiamo da un estremo all’altro, senza mai trovare un punto d’equilibrio: per anni ci nutriamo senza problemi di cibi notoriamente nocivi; poi, improvvisamente, qualche guru, qualche campagna, qualche evento comandano il dietrofront e diventiamo tutti perfetti salutisti ed esperti nutrizionisti, quasi che prima non sapessimo – da soli – che carne, frittura e bibite non sono il piatto più salubre da consumare quotidianamente. La nostra schizofrenia arriva al punto che ciò per cui andavamo matti diventa, da un giorno all’altro, quanto di più odioso si possa trovare a tavola. Non riusciamo a pensare, più semplicemente, che basterebbe un po’ di misura, seguire un’alimentazione varia per continuare a togliersi lo sfizio una volta ogni tanto, liberamente e senza troppi sensi di colpa.

IL PANINO VEGETARIANO NON BASTA

La sensibilità sempre più diffusa per l’alimentazione è certo benefica per la società, purché non si trasformi in un’ossessione, per la salute più nociva di un hamburger. Oltretutto, pretendere che siano i fast food a promuovere stili di vita sani e corretti è pura eresia, e non saranno certo un panino vegetariano o un bicchiere di succo di mela a cambiare la sostanza: chi è convinto di mangiar bene andando in un fast food dovrebbe forse chiedersi se i suoi problemi siano davvero di tipo alimentare.