Fede e politica. La “Lega democratica”. Dalla DC all’Ulivo: vicenda esemplare

Foto: Pietro Scoppola, tra i fondatori della “Lega democratica”.

Il libro di Lorenzo Biondi dal titolo: “La Lega democratica” – sottotitolo: “Dalla Democrazia cristiana all’Ulivo: una nuova classe dirigente cattolica”  – ricostruisce la storia dell’Associazione politico-culturale La Lega democratica, fondata il 5 novembre 1975 all’Hotel Midas di Roma. Essa nasceva dall’esperienza dei Cattolici democratici per il NO, che si erano opposti, nel referendum del maggio del 1974, all’abolizione della legge sul divorzio. Ne sono stati esponenti e fondatori lo storico Pietro Scoppola, il sociologo Achille Ardigò, Paola Gaiotti, Paolo e Romano Prodi, Ermanno Gorrieri, Luciano Pazzaglia, Piero Bassetti, Beniamino Andreatta e molti altri esponenti della società civile cattolica e della sinistra Dc. Negli anni ’80 vi si avvicineranno anche Virginio Rognoni e Sergio Mattarella.

QUATTRO FASI STORICHE

Qui fermiamo lo sguardo su uno dei temi trattati nel libro: quello del rapporto fede-politica. Fin dalla Proposta di rinnovamento politico, testo fondativo della Lega, i firmatari invitavano la DC a tornare alla tradizione non confessionale del partito, già espressa in passato da Sturzo e De Gasperi, reinterpretata alla luce del Concilio Vaticano II. Achille Ardigò, che nella Lega democratica ha sempre rappresentato l’ala più pessimistica circa la possibilità di una rifondazione della DC e perciò più recalcitrante al rapporto politico con quel partito – avendo avuto, alla fine, ragione – ha ricostruito le quattro fasi dei rapporti tra cattolicesimo italiano e politica. La prima fase è quella di Leone XIII: viene riconosciuto ai laici credenti uno spazio di autonomia in politica, ma solo per questioni puramente “tecniche”. Per tutte le questioni di civiltà, il Papa esprime posizioni vincolanti per gli Stati e anche per i laici. Baget Bozzo definì gelasiana questa posizione, da papa Gelasio, morto nel 496, che aveva sostenuto la teoria del Sole (il Papato) e della Luna (l’Impero). Jacques Maritain, nel suo Umanesimo integrale del 1936, con la sua visione della “nuova cristianità”, non sosterrà tesi molto diverse. La seconda fase è quella del Patto Gentiloni: è la linea del “blocco cattolico”, sotto la direzione della Gerarchia, a fini di conservazione dell’ordine esistente. Nessuna nuova cristianità alle porte. La terza fase è quella di don Sturzo:  gruppi di laici e di sacerdoti affermano unilateralmente autonomia e laicità delle scelte politiche. Perciò non pretendono di rappresentare tutti i cattolici né, tantomeno, chiedono il consenso della Gerarchia. Partito di cattolici, non partito cattolico. La quarta fase è quella della DC, che si rifà a Maritain. Ma Ardigò e Scoppola sostengono che il legame tra De Gasperi e don Sturzo resta forte, perché se la DC ricerca l’appoggio della Gerarchia per avere il consenso dei cattolici, ciò però avviene nel quadro di un’adesione ai valori dello Stato liberal-democratico. Insomma, la Lega democratica “fluttua” tra la terza e la quarta posizione. La Lega supera il maritainismo – il libro di Scoppola La nuova cristianità perduta è un congedo definitivo da Maritain, che aveva ispirato generazioni di sacerdoti e di laici – riprende da Sturzo e da De Gasperi la sottolineatura della laicità dei fini dell’azione politica, e dal solo Sturzo la rivendicazione di autonomia delle scelte dai vescovi. La ripresa dell’ispirazione degasperiana porta la Lega a criticare anche lo statalismo democristiano, le cui fondamenta teoriche erano state gettate da Fanfani e soprattutto da Dossetti, quando proponeva che il fine dello Stato fosse quello di “trarre il corpo sociale dall’informe”. Si trattava di “Stato etico”, rintracciabile nella hegeliana Filosofia del diritto, per la quale la verità della società civile è lo Stato.

LA LINEA DELLA MEDIAZIONE

In questa collocazione fluida, la Lega elabora negli anni ’70/’80 la linea della “mediazione” contrapposta alla linea della “presenza”, rappresentata da Ruini e da Comunione e Liberazione. La cultura della mediazione o, altrimenti detto, della “scelta religiosa” non considera la secolarizzazione come nuova barbarie, prende atto realisticamente della nuova condizione di minoranza dei cristiani. La Chiesa non come città assediata, ma sale della terra… La Lega si è sciolta nel 1987, ma le sue idee continuano a camminare.

 

 

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