Corruzione: non è mai finita. Ma chi insegna a non rubare?

Foto: Ercole Incalza, il dirigente indagato

Giampietro Manenti, presidente del Parma è in carcere con altre 21 persone: “peculato e autoriciclaggio con l’aggravante del metodo mafioso”. Ercole Incalza, il dominus dei grandi appalti pubblici, è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Firenze: è passato attraverso 7 governi con 14 accuse. Questa è la quindicesima.

ITALIA E CORRUZIONE: UN INQUIETANTE PRIMATO

Sono gli ultimi due di una lunga, interminabile serie di scandali che mettono l’Italia al primo posto in Europa.  «L’Italia è prima per corruzione tra i paesi dell’Ue. Lo scrive nero su bianco l’ultima classifica della corruzione percepita, il Corruption Perception Index 2014 di Transparency International».

Abbiamo perso molti primati, ma questo ce lo teniamo stretto.

RISCHIO ASSUEFAZIONE

Questo stillicidio quotidiano è micidiale, per tanti motivi. Intanto offre a una opinione pubblica, tra lo sfiduciato e l’arrabbiato, il motivo sufficiente per arrabbiarsi ulteriormente. Ma l’aumento dell’arrabbiatura finisce per ottundere il senso morale. Si pensa, cioè, di essere buoni semplicemente perché ci si arrabbia per chi non lo è. E poi, soprattutto, sta maturando, ci sembra, una specie di rassegnazione: la corruzione è dappertutto e non ci si può far nulla e la dimostrazione che non ci si può far nulla è che, nonostante tutte le nostre arrabbiature, le malefatte continuano. Una specie di circolo vizioso: corruzione, arrabbiatura che fa calare il senso morale, altra corruzione. Sarà uno schemino un po’ astratto  forse, ma non del tutto improbabile.

CHI INSEGNA LA MORALE SOCIALE?

Di fronte a questo strano “dato di fatto” sta il problema grande come una montagna di come, dove, con quali metodi far passare una qualche forma di educazione morale. Siccome è assodato che l’uomo non è spontaneamente buono, resta da sapere come renderlo buono, o quanto meno, renderlo un po’ meno cattivo. Soprattutto, ci sembra, mancano i canali per una educazione alle dimensioni sociali della morale. Per i comportamenti individuali e privati, la famiglia ha ancora la sua funziona di palestra di morale. Ma chi insegna le dimensioni sociali, pubbliche della morale? La scuola, certo. La quale, però, deve fare tutto quello che i privati non fanno. Ma, anche la scuola, dovendo fare tutto rischia di non riuscire a fare niente. La Chiesa, gli oratori, le associazioni…? Per quel poco che riescono a fare e per quei pochi che riescono a contattare, va bene. Ma solo per quelli.

Insomma, la nostra società rischia di fare tanto senza che i suoi cittadini sappiano perché fare e con che criteri fare. Poi, ci si arrabbia, certo. Ma tutto finisce lì.