Gli oratori: a Bergamo sono 271. Il vescovo: «Sono casa, piazza e frontiera». Per 54 mila ragazzi

Gli oratori bergamaschi: una realtà più robusta e articolata della media regionale ecclesiastica, ma alle prese con nuove sfide nel campo dell’educazione e della formazione dei giovani. Questa uno dei dati principali emersi nel corso del convegno di pastorale giovanile dal titolo “L’oratorio oggi…Pane quotidiano!”, tenutosi sabato in un gremitissimo cineteatro Qoelet di Redona, durante il quale sono stati presentati, alla presenza del vescovo Francesco Beschi, i dati dell’indagine “Contiamoci e conosciamoci” curata da Ipsos Italia. Nando Pagnoncelli ha dunque illustrato al pubblico i risultati della vasta indagine (con focus specifico sulla Diocesi di Bergamo), di cui vi proponiamo alcuni spunti significativi.

GLI ORATORI BERGAMASCHI: DIAMO I NUMERI

Sono ben 271 gli oratori presenti nella Bergamasca e tutti hanno accettato di compilare il questionario della ricerca: un campione perfetto, pari al 100% (un caso più unico che raro in ambito statistico), in grado di restituire una fotografia accurata della realtà. Ma vediamo in dettaglio come si presentano gli oratori bergamaschi, partendo dal dato relativo alle strutture stesse: ebbene, la quasi totalità di quest’ultime risulta fornita di aree per incontri e aree per giochi all’aperto (92%), sale per usi vari (95%), attrezzature sportive all’aperto (97%), nonché bar (92%) e cucina (82%). Altri tipi di struttura risultano presenti in maniera analoga al resto della regione, come gli spogliatoi (70%), aree attrezzate per giochi infantili (60%), spazio segreteria (62%), aule computer (58%). Come nel resto della Lombardia è stata rilevata una carenza di spazi coperti da dedicare allo sport (16%), che risultano tra le principali esigenze (28% dei rispondenti), mentre rispetto al resto della regione si registra una presenza superiore di case/strutture per campeggio, vantaggio legato alle caratteristiche del territorio bergamasco. Gli oratori bergamaschi risultano inoltre dotati di una vasta gamma di dotazioni e apparecchiature: dal videoproiettore (90%) al televisore e lettore dvd (89%), dall’impianto audio (89%) alla fotocopiatrice (83%). Tra i beni che servirebbero maggiormente e di cui si sente la mancanza, gli intervistati hanno segnalato la possibilità di avere un pulmino o auto a disposizione per le attività (32%), un collegamento internet veloce (27%) e una videocamera (26%).

MA CHI LI FREQUENTA?

Secondo la ricerca, gli utenti degli oratori bergamaschi sono poco meno di 54.000, pari al 17% dei residenti di quell’età nel territorio: in media ogni oratorio bergamasco è infatti frequentato da 199 tra bambini e ragazzi, a fronte di una media regionale di 180. In dettaglio, nella diocesi di Bergamo 3.887 sono bambini con meno di 6 anni, 29.027 bambini tra i 6 e i 12 anni, 15.026 adolescenti tra i 13 e 18 anni e 6.013 giovani tra i 19 e i 30 anni. La dinamica dispersiva che caratterizza la frequenza dei percorsi di fede in Lombardia non risparmia neppure la nostra diocesi e, seppure l’accesso all’iniziazione cristiana (tra gli 8 e gli 11 anni) presenti un’incidenza più alta della media (87% contro l’81% della Lombardia) e fino ai 18 la capacità di ritenzione sia decisamente più elevata (48% contro 32% dei 12-14 anni e 28% contro 21% dei 15-17enni restano nel percorso) il passaggio alla giovinezza vede una capacità più bassa della media di fidelizzare i 20-30 enni (1% contro 2% restano nel percorso). Altrettanto interessante il dato relativo ai Cre-Grest della nostra provincia: con i suoi 207 partecipanti di media risulta una proposta educativa capace di attrarre quantità consistenti di bambini e ragazzi. Un dato superiore anche a quello lombardo, che si attesta su 188. L’oratorio rappresenta inoltre una realtà che accoglie e integra la diversità: nell’83% degli oratori bergamaschi sono presenti bambini e ragazzi stranieri e nel 21% dei casi è stata attivata almeno un’attività dedicata specificatamente a quest’ultimi. Tra i problemi che affliggono i giovani della diocesi di Bergamo sono stati segnalati in particolare problematiche familiari (74%), disoccupazione (67%), droga e tossicodipendenze (49%, dato superiore al dato lombardo pari al 41%) e alcolismo (52% contro 40%).

QUANTI VOLONTARI! UNA FORZA DA PRIMATO

Gli oratori bergamaschi possono avvalersi del supporto di ben 27.500 laici, che rappresentano il 15% del totale dei volontari impegnati negli oratori a livello lombardo. Il dato evidenzia una prevalenza di donne (nonostante tra i giovani frequentanti la percentuale di maschi sia regolarmente più elevata), che risulta particolarmente marcata nella fascia di età adulta: 59 contro 41%. I collaboratori laici svolgono la gran parte dei ruoli richiesti per lo svolgimento delle attività degli oratori: in media ognuno degli oratori bergamaschi ha dunque a disposizione ben 101 figure laiche (contro le 78 della media regionale). Per quanto riguarda gli incarichi, la figura più diffusa è quella della catechista (presente nel 97% degli oratori), seguita da chi si occupa del bar e delle pulizie (95%) e dagli educatori del Dopo Cresima (88%). Nella Diocesi di Bergamo, inoltre, negli oratori dove sono presenti, ci sono 3,3 educatori professionali contro una media regionale di 2,6. Gli incontri di equipe educativa sono però presenti in solo metà degli oratori bergamaschi e per quanto la programmazione delle singole attività (il cui numero medio ammonta a ben 11,9, il dato più elevato a livello lombardo) sia molto diffusa, sembra invece essere decisamente più rara l’abitudine a redigere un progetto educativo complessivo dell’oratorio: meno di uno su quattro ne dispone e la sua redazione, nella metà dei casi, è datata di oltre 5 anni. La capacità di collaborare è infine uno dei tratti distintivi degli oratori bergamaschi: nel 92% dei casi intrattengono collaborazioni con realtà analoghe.

IL VESCOVO FRANCESCO: L’ORATORIO E’ CASA, PIAZZA E FRONTIERA

Monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, in chiusura del convegno ha voluto iniziare la propria riflessione partendo da un aneddoto, risalente ad un incontro con Papa Benedetto XVI: “Il Santo Padre mi chiese: che cos’è l’oratorio? Me lo racconti. Gli risposi: “L’oratorio è come una grande casa, ma non è una casa in senso stretto; ha tante aule, ma non è una scuola; ha un bar, ma non è un bar; ha campi sportivi, ma non è uno stadio”. Il Papa sorrise e mi disse: “Non ho capito molto”. Gli risposi: “Santità, venga a vederlo e allora lo capirà”. Lui mi sorrise ancora di più”. Ho voluto raccontarvi questo episodio perché l’oratorio bisogna davvero vederlo e viverlo, altrimenti non si riesce a capirlo e tutte le forme di oratorio nella nostra Diocesi sono caratterizzate dall’essere espressione della comunità: gli oratori rappresentano quindi un mondo in cui sperimentare la possibilità concreta di un mondo migliore e il loro compito è quello di consegnarci al mondo, perché lo possiamo trasformare in un sogno come lo rappresenta il Vangelo”. Il vescovo Beschi si è poi soffermato su tre immagini riconducibili alla fisionomia degli oratori bergamaschi: “L’oratorio è una casa, aperta a tutti, ma non vuota. E’ una casa paterna, oltre che fraterna: un giorno la si lascerà, ma poi magari si ritorna, poiché è vero che da quella casa si è partiti, ma è parte fondante delle nostre origini. L’oratorio è anche una piazza, perché riflette la possibilità di incontri plurali che in altri ambiti non ci possono essere: è infatti basata sul dialogo e sull’informalità, sull’incontro informale. L’oratorio, infine, è anche una frontiera: evoca confini, ma anche ponti, come un fiume diviso e unito allo stesso tempo da due sponde. La vocazione di questa realtà è pertanto quella di avere un’identità aperta, basata sui valori della libertà, della creatività e della solidarietà: in oratorio si respira questo”.

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