La pasqua e le sue contestazioni. Riflessioni dopo le grandi feste e gli enormi drammi dei giorni scorsi

Foto: Yarmuk, qualche giorno fa

A Garissa sono stati trucidati oltre centocinquanta studenti, in Medio Oriente continuano gli orrori di una guerra senza regole e senza pietà. A Tikrit sono state trovate fosse comuni: si parla di 1.700 soldanti iracheni uccisi dal’Isis. Giungono notizie di esecuzioni sommarie nel campo di Yarmuk, alle porte di Damasco, sempre ad opera dell’Isis, dove la situazione è “oltre il disumano”, hanno affermato alcuni osservatori.

LA PASQUA CONTESTATA

Tutto questo – e molto altro – a pasqua. Sicché i cristiani che, nei giorni scorsi, si sono trovati per festeggiare la festa della risurrezione – festa della vita, della gioia, della speranza… – si sono sentiti, spesso, stiracchiati in due opposte direzioni. Da una parte, la loro festa, con i suoi connotati che ne derivano come conseguenza necessaria; dall’altra tutte questi clamorosi ammazzamenti di inermi e di innocenti, spesso colpevoli soltanto di essere cristiani. La pasqua e le sue contestazioni. La prima dimessa, chiusa quasi sempre nelle chiese, la seconda rumorosa, chiassosa. Della prima non si parla molto: si è riferito delle cerimonie romane del Papa e di poco altro; delle altre hanno raccontato e commentato i media di tutto il mondo.

LA PASQUA SPERATA MENTRE DURA IL VENERDÌ SANTO

Insomma: gli avvenimenti sembrano incaricarsi di smentire ostinatamente l’evento della pasqua cristiana. L’unica, piccolissima consolazione, è che è sempre stato così. Quest’anno, forse, si ammazza di più e quindi la pasqua sembra essere maggiormente contestata.
Solo che i cristiani vorrebbero, come Ivan dei Fratelli Karamazov, vedere con i propri occhi il leone pascolare insieme con l’agnello, cioè vedere qui e ora qualcosa di quella speranza che invece deve essere sempre rimandata a un futuro che non arriva mai.
Sicché i cristiani sono chiamati a una continua purificazione della loro fede: aspettare tutto da Dio, senza aspettarsi nulla dagli uomini.
Non è facile, ma è la via obbligata che le circostanze nelle quali siamo chiamati a vivere sembrano imporci. Non è sano, infatti, sognare un modo di essere cristiani che non c’è per fuggire da quello che c’è. Qui il Signore ci ha collocato e qui dobbiamo vivere, con tutte le nostre fatiche, e la pasqua e il natale e tutto il resto. Quest’anno, forse, si ammazza di più e quindi la pasqua sembra essere maggiormente contestata.
Sicché i cristiani sono chiamati a una continua purificazione della loro fede: aspettare tutto da Dio, senza aspettarsi nulla dagli uomini, costretti a credere nella pasqua in un interminabile venerdì santo.
Non è facile, ma è la via obbligata che le circostanze nelle quali siamo chiamati a vivere sembrano imporci. Non è sano, infatti, sognare un modo di essere cristiani che non c’è per fuggire da quello che c’è. Qui il Signore ci ha collocato e qui dobbiamo vivere, con tutte le nostre fatiche, e la pasqua e il natale e tutto il resto.