Il ritratto di un volontario Caritas in dieci punti. Un sorriso fa la differenza

Le difficoltà della società che i centri Caritas sono chiamati ad affrontare non sono rimaste sempre le stesse: nel tempo si sono trasformate, dettate dai mutamenti del mondo. Il volontario Caritas, oggi nel 2015, deve affrontare una comunità in continuo cambiamento, dove la povertà colpisce senza discriminazione. Per esempio, sono in aumento le famiglie italiane che si rivolgono alla Caritas in cerca d’aiuto, specialmente economico: genitori disoccupati a causa della crisi, famiglie separate, persone sole, pensionati e anziani a cui la pensione non basta. Insomma, i volti della povertà non hanno razza né colore.

Si tratta di un quadro complesso che richiede una grande forza d’animo, uno spirito combattente e una profonda umiltà da parte dei volontari che decidono di entrare nel mondo Caritas. Sono uomini e donne, padri e madri, famiglie, giovani, che pur provenendo da passati e scelte differenti, hanno tutti in comune una caratteristica: lo sguardo sul prossimo. Come ha detto una volontaria Caritas, «noi volontari siamo come tante finestre aperte sul mondo: che bel panorama che si vede se spalanchiamo insieme le finestre!»

Ho provato a raccogliere le caratteristiche che un volontario deve possedere e coltivare per mettere a servizio il suo tempo per gli altri, con anche qualche buon consiglio per non perdere la fiducia nel proprio operato: è un compito difficile, ma non sarà mai tempo sprecato.

  1. «Aiutare gli altri donando tutto te stesso non s’impara in un giorno. E’ dentro di te, una tua qualità; fare del bene è quasi un’esigenza, una necessità.» L’hanno ripetuto più volte: o senti lo stimolo ad impiegare il tuo tempo nel volontariato, altrimenti non riuscirai mai a vivere appieno lo spirito di carità. E si scopre di avere questa propensione grazie anche a moltissimi gesti quotidiani. Non servono grandi imprese.
  2. E’ essenziale essere sereni con se stessi.  Anche un semplice sorriso, se spontaneo, può fare la differenza. Il tempo impiegato nel volontariato, però, può essere utile per superare alcuni problemi personali: è un donare che porta inevitabilmente a ricevere.
  3. Una certa dose di sensibilità è essenziale al volontario Caritas. Bisogna essere capaci di abbattere il muro di diffidenza e anche di timore per poter veramente comprendere le situazioni, non solo prestando orecchio, ma ascoltando e comprendendo, con gentilezza e mai superiorità.
  4. La riservatezza.  Chi ascolta le richieste d’aiuto della società deve essere anche in grado di mantenere il segreto, quasi fosse una confessione: solo in questo modo può instaurarsi un vero rapporto di fiducia e perché no, di affetto, che continua fuori dal centro Caritas.
  5. Partire preparati. Prima di lanciarsi nel volontariato Caritas è importante fare un po’ di formazione, anche lavorando in altre realtà. Per capire il mondo bisogna imparare a conoscerlo.
  6. Una grande forza. Le realtà con cui ci si confronta non sono sempre facili da assimilare, anzi; come ammettono i volontari spesso «si torna a casa con ancora le storie che gravano sulle spalle.» Nonostante questo, non bisogna rinunciare e lasciarsi scoraggiare.
  7. Capire che ciò che conta più di tutto è essere d’esempio. Il compito più importante è quello di seminare e diffondere il messaggio di carità e amore anche dove non è compreso veramente. A volte sono le stesse famiglie dei volontari a non capire. Bisogna essere pazienti, verrà il tempo di cogliere i frutti, presto o tardi.
  8. Non avere pregiudizi. Aiutare senza discriminazione di razza, religione, etnia, nazionalità. Mai.
  9. Restare vigili. Approfittare della bontà altrui è facile, ingannando sulla vera condizione famigliare, o sul proprio passato. Un buon volontario Caritas è pronto a dare una mano a tutti, certo, ma a tutti coloro che ne hanno bisogno veramente.
  10. Donare, donare ancora e ancora, consapevoli di non stare mai perdendo tempo. Ma, importante, non bisogna farlo da soli: i talenti vanno riconosciuti e valorizzati. Il mondo è per tutti, siamo parte di questo mondo, e quindi tutti siamo essenziali per migliorarlo.

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