Il matrimonio è in declino? Ma i giovani lo trovano ancora affascinante

Condividiamo questa interessante riflessione di Enzo Noris già pubblicata dal bollettino parrocchiale di Albino e nata da un articolo di don Giacomo Panfilo pubblicato sul nostro settimanale e dedicato al matrimonio.

Prendendo spunto da un articolo di don Giacomo Panfilo, apparso sul settimanale diocesano online “Sant’Alessandro” a proposito delle cerimonie nuziali della diocesi di Milano (dove in questi ultimi quindici anni si sarebbero più che dimezzate), ho affrontato la questione con i miei studenti di una classe terza. Naturalmente il dato statistico ci interessava per ragionare sulle cause, cioè sui perché di questa situazione. Vuol forse dire anzitutto che c’è un forte calo demografico, oppure (e, anche) che i giovani non credono più nel matrimonio, o che scelgono forme alternative di unione? Ecco cosa scrive uno di loro: «Che cos’è il matrimonio? La risposta più semplice e forse banale che si potrebbe dare è che sia un legame indissolubile ma anche un diritto che l’uomo si è conquistato; è simile ad una catena che non si può spezzare, alle cui estremità troviamo i due coniugi. Ma io credo che in esso ci sia qualcosa di più profondo di un semplice legame e diritto. A questo punto mi è necessario tornare indietro per parlare del processo che porta l’uomo e la donna a ricevere il sacramento del matrimonio. Prima che la coppia riceva questo dono ci deve essere un cammino che, probabilmente, non sarà facile e nel quale l’individuo dovrà riscoprire se stesso e mostrare all’altro la sua vera essenza; mentre l’altro dovrà accettare, comprendere ed infine amare le caratteristiche e le sfaccettature di colui che ha di fronte e con il quale, si spera, passerà il resto della vita. Ovviamente questo non è sufficiente: il cammino che stanno affrontando li dovrà portare a raggiungere quella condizione di unità detta condivisione. Ciò consiste nel fatto che i due futuri coniugi dovranno guardare insieme le cose, il che non significa il venir meno di quel senso di libertà che prima l’individuo aveva, anzi, a mio umile parere questo si rafforza ulteriormente: l’uomo è più libero perché è cosciente che l’altra è al suo fianco ed in ogni momento e luogo lo potrà aiutare». Al di là delle incertezze sintattiche e lessicali, è curioso che lo studente definisca il matrimonio “un legame indissolubile e un diritto”. Forse intendeva dire che la scelta del matrimonio, per essere consapevole e libera, esige che i due coniugi si assumano gli stessi diritti e gli stessi doveri previsti dal Codice Civile (cfr. gli articoli 143, 144 e 147 che si leggono al termine della celebrazione). Eppure mi sembra che da queste righe emerga anche altro: un’immagine alta e positiva del matrimonio, per certi versi avvertito come affascinante. E per un sedicenne mi sembra un buon inizio.