Il seme germina e il contadino non sa come. La Chiesa opaca e peccatrice e il Regno

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». (vedi Vangelo di Marco 4, 26-34. Per leggere i testi di domenica 14 giugno, undicesima del Tempo Ordinario, clicca qui)

Dove è Dio? Dove si può toccare con mano la sua presenza? Il credente, proprio perché credente, è spesso abitato dall’impazienza o dalla delusione. Se Dio è il creatore, il redentore, l’onnipotente, come mai è così lontano? E la Chiesa, che dovrebbe essere la pura trasparenza di Dio in mezzo agli uomini, diventa un ostacolo. La parabola di oggi può essere una risposta a queste obiezioni.

IL SEME CRESCE “SPONTANEAMENTE”

È un’altra immagine tratta dal mondo lavorativo del tempo di Gesù. L’agricoltore ha fatto la semina nei mesi precedenti l’inverno. Arriva l’inverno e durante tutta la stagione può dedicarsi ad altre attività. Intanto il seme cresce, lentamente. Cresce grazie al terreno, all’umidità, al calore della terra. L’uomo non interviene più e non si rende nemmeno conto di quello che sta avvenendo. Gli antichi non conoscono tutti i processi della natura e quindi tutto ciò che avviene nel campo viene attribuito, genericamente, alla terra che “da sé”, “automaticamente” fa sì che il germoglio si sviluppi. Si ripete, ancora una volta, che l’uomo non interviene, che tutto avviene senza di lui. Fino alla mietitura, quando il contadino, che non ha avuto ruoli nel far crescere la messe, può mettere mano alla falce e tagliare il grano.

Dunque, il testo vuole dirci che il Regno di Dio è già in azione. Gesù è qui, ha annunciato la “bella notizia”, ha posto gesti potenti che indicano la vicinanza di Dio. Ma i tempi di Dio non sono quelli degli uomini.

IL SEME MINUSCOLO E LA GRANDE PIANTA

La seconda parabola è quella della senapa. Il granello di senape è piccolissimo: tanto da sembrare polvere. La pianta, invece, può raggiungere e tre metri di altezza, con l’aspetto di un albero dai rami lunghi, anche se non molto folti, tanto che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra. Nella letteratura del tempo di Gesù gli uccelli indicavano tutti i popoli della terra. Il termine greco che sta per “fare il nido” indica in realtà “porre le tende”.

Dunque il Regno di Dio accoglierà tutti, anche i pagani, anche i popoli che, nel momento in cui Gesù parla, appaiono lontani dal Regno. La conclusione – che afferma che senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa – sembra a prima vista un po’ strana. Gesù vuole dirci che non si è discepoli perché si ascolta la Parola, ma viceversa, o per lo meno, anche viceversa: si ascolta la Parola, e la si capisce solo se si è discepoli. Se non si è “dei suoi”, non si può “capire” veramente la Parola

NOI COSÌ POVERI E DIO COSÌ GENEROSO

Non siamo noi a costruire il Regno. La sproporzione è totale: di spazio e di tempo: noi siamo piccoli, il Regno è per tutti; noi viviamo nell’oggi, il Regno arriverà in un futuro che non ci appartiene. E tutto questo ci dice che Dio ha l’iniziativa: il Regno non lo costruiamo noi. Eppure il Regno non solo è per noi, ma si costruisce attraverso di noi. Perché ci sia la pianta è necessario un seme, seppur piccolo come la senape. Anche oggi il Regno ha bisogno di un minimo di visibilità, giusto per dichiararsi. Il resto è tutto frutto dell’azione di Dio. Il nostro rischio: disprezzare il seme perché è Dio che agisce, oppure disprezzare il Regno perché tutto viene dal seme.

Spesso nel vangelo si parla di Gesù che ha bisogno della piccolezza umana per agire. Pensiamo ai cinque pani e due pesci della moltiplicazione dei pani. Il cibo per i cinquemila è possibile grazie a quel ragazzino e al suo cibo povero.

Le polemiche recenti sulla Chiesa: perché non è perfetta, perché tanti peccati e tanti peccatori che vanno a messa e pregano? Dio si rivela attraverso il seme che sembra non crescere mai, attraverso una polvere insignificante, ma che è capace di far nascere piante enormi che offrono protezione a tutti gli uccelli del cielo. La Chiesa segna col dito il sole. Molti uomini guardano al dito e non al sole.

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