Dopo gli attentati del “venerdì nero”. Papa Francesco, il più esposto e il più facile da colpire

“Un imprenditore decapitato nel sud-est della Francia, 38 morti in Tunisia, 150 civili uccisi a Kobane in Siria, decine di morti nell’attentato a una moschea in Kuweit, decine di altri morti in una base in Somalia”. Così, a caldo, riassumeva gli attentati del “venerdì nero”  il sito de Le Monde, il quale, come tutti gli organi di informazione, già dalle prime ore dopo l’evento, non aveva dubbi:  gli attentati del secondo venerdì del Ramadan “portano il marchio dei jihadisti”.

Il marchio dei jihadisti è chiarissimo anche in alcuni tratti degli attentati, come una specie di “firma” macabra. L’odio verso gli occidentali: sulla spiaggia di Sousse hanno preso di mira tedeschi, inglesi, belgi, occidentali in genere e hanno risparmiato gli arabi; il gusto per i riti macabri: la decapitazione dell’imprenditore, a Saint-Quentin-Fallavier, sgozzato, decapitato, la testa della vittima infilzata sul recinto del cortile dello stabilimento,  esattamente come usano fare i boia dell’ISIS.

Ora è proprio questa sensibilità malata per riti macabri e dal forte impatto emotivo che fa crescere per paure per possibili nuovi attentati. Il nostro Ministero dell’Interno parla di innalzamento del livello di attenzione verso i cosiddetti “obiettivi sensibili”, due in particolare: l’Expo e il Vaticano.

Il Vaticano. Qualche volta si legge, qua e là, di qualche paura al riguardo. E non sono soltanto i giornali a parlarne, ma una diffusa sensibilità popolare. Come è popolare il Papa così è popolare la paura che i terroristi islamici possano colpirlo. D’altra parte non sarebbe difficile, purtroppo, un’impresa criminale del genere. E’ vero che sono aumentati i controlli, ma è anche vero che gli spazi del Vaticano, dalla piazza, alla basilica sono molto vasti e sono, inevitabilmente, esposti a infiltrazioni. Il Papa stesso, è noto, rifiuta misure di protezione troppo severe: non vuole tenere lontana la gente per paura di un attentato e rifiuta macchine blindate e di barriere anti proiettile.

Solo che questo lo rende molto, troppo vulnerabile. Gli estremisti sono agitati da una vera e propria mania di intolleranza. Ammazzano anche gli sciiti, musulmani anche loro,  ma “eretici” perché non sunniti. Figurarsi i cristiani e figurarsi il Papa.

Così l’orrore per quello che è capitato fa aumentare la paura per quello che potrebbe capitare. E l’ansia diventa globale.